Toyota Hilux vs Ford Ranger – Confronto – Giochi di potere a quota 3000
La leadership nel campo dei pick-up si conquista giocando su due punti cardine: l’immagine e le prestazioni tecniche. In questo, Ford e Toyota hanno profonde e personali esperienze. Sul campo abbiamo messo le versioni più intriganti della gamma, che si misurano nel carattere, nelle capacità di attrazione, e nel modo di mettere a frutto il proprio propulsore con cilindrata di 3 litri.
Le influenze del mercato americano, questa volta si sono fatte particolarmente sentire. Anni di virtuose realizzazioni oltreoceano, hanno limato ogni evidenza di parentela con il progetto Mazda, e adesso il nuovo Ranger ha una dettagliata identità che si rifà alla linea squadrata del Ford F-150. Chi ha allestito la versione Wildtrac ha poi dato sfogo massimo all’”American Style”, offrendo agli amanti del genere molteplici spunti e scenografie per crogiolarsi nella soddisfazione.Le forme, i fari larghi e il cofano con rialzo disegnati per il Ranger, sono stati sottoposti a un accurato procedimento di esaltazione. Le finiture metalliche, tutta la protezione che dai parafanghi prosegue a cinturare la parte bassa, le barre sul tetto in armonia con quelle sulle sponde, le prese d’aria stilizzate e con scritte cromati ai fianchi, sono finezze che creano un particolare mix tecno-elegante-outdoor. Aggiungiamoci la tinta “orange + titanium” della carrozzeria, e le luci al suolo dai retrovisori quando si chiudono le porte col telecomando, e l’effetto è completo per fare un figurone. Stile cow-boy di ritorno dalle Rocky Mountains.
Valutazione: ♦♦♦♦♦
Hilux SR aut.
L’abitudine del marchio di badare al sodo è evidente già dalle scelte estetiche, molto “macho” per quanto moderne. Trasmettere robustezza diventa un fatto naturale, anche con le fiancate con la linea dei vetri a cuneo per fare la corte a chi il pick-up lo vuole anche per il divertimento, per caricare moto, tavole da surf e attrezzi da tempo libero. La vernice scura e lucida dà un sottofondo di eleganza a un aspetto rude, e sul muso fa la sua parte la gobba sul cofano, non propriamente discreta. Non si tratta di un abitudine per Toyota, e non è neppure un vezzo momentaneo, ma il sintomo di un sistema di raffreddamento voluto abbondante per l’efficenzia dell’intercooler in uso. A diventare caratterizzati sul Double Cab (proposto solo nell’allestimento più fashion, l’SR) è il kit di cromature, con la scenografia del roll-bar luccicante, i passaruota allargati a ospitare cerchi in lega con pneumatici maggiorati. Hanno esagerato forse un po’ con le dimensioni occupate dalle pedane. Anche qui i retrovisori incorporano gli indicatori di direzione, e le ruote scelte sono da 15”.
Valutazione: ♦♦♦♦♦
Allestimenti e Comfort
Ranger Wildtrac
Il messaggio degli esterni si replica, e per certi aspetti si sottolinea, nell’impostazione data all’abitacolo. I gadget e la finitura giocano il ruolo fondamentale. Dai battitacco marchiato e cromato, ai tappetini con bordatura arancione e logo della versione, fino ai sedili in alcantara/pelle con cuciture in rilievo arancione, ovviamente anch’essi marchiati Wildtrak e oltretutto ottimamente conformati per sostegno e comodità. L’impronta sportiva coinvolge volante e leva cambio, e fa davvero gran scena la strumentazione supplementare off-road a fare torretta sulla superficie del centro plancia, che sostanzialmente racchiude i canonici inclinimetri verticale e laterale abbinati rispettivamente dal termometro di temperatura esterna e interna, e con inserita nel mezzo la bussola, bella oltre che precisa; perché tutto è in versione digitalizzata, grande e appariscente. In un arredo interno vivace, si notano anche armonia di design e comandi principali in evidenza, mentre altri sono un po’ nascosti. Si trova anche un sistema audio di ottimo livello, con lettore per 6 CD/MP3, e un’illuminazione interna curata, con faretti e spot al soffitto. L’abitabilità si fa apprezzare, e probabilmente per la disposizione dei rivestimenti, lo si nota soprattutto ai posti anteriori. Da notare che anche gli airbag laterali (guidatore e passeggero).
Valutazione: ♦♦♦♦♦
Hilux SR aut.
La scala dei valori costruttivi insita nel DNA dell’Hilux non sfugge certo a chi è a bordo. L’attenzione per ciò che serve viene prima di altro. Accade così che le plastiche dimostrino esigenze di praticità che talvolta le fanno apparire fin grezze, pur se solide. Perché qui nulla vibra, e appare strano che certe giunture, come quelle tra tunnel e cuffia del cambio, o del portaoggetti, manchino di quelle cure che invece ci si aspetta visto il resto, tanto più nella versione SR. La ricerca dello stile e la copertura della consolle effetto metal contrastante, ha comunque buon gioco. La grafica strumenti resterebbe però nella “normalità” se non fosse affinata dalla tecnica Optitron. Con il cambio automatico c’è anche il cruise control di serie, e si aggiunge l’indicatore della marcia in uso. Il display multifunzione centrale, poi, è l’esempio emblematico della diversa ideologia e impostazione caratteriale dell’Hilux nei confronti del rivale: rispetto alla triade di strumenti che il Ranger ha sulla plancia, qui ci sono altre funzioni aggiuntive, sui consumi e le percorrenze di viaggio, ma tutto fa capo a un ristretto schermo con funzioni da selezionare attraverso pulsante (operazione che oltretutto copre la visuale). Quindi meno, molta meno scenografia, e inferiore facilità di lettura se vogliamo, ma maggiore valorizzazione per ciò che può servire. Il modo di operare Toyota si ritrova nei risultati ottenuti nella comodità; benché nulla sia concesso al lusso, la conformazione dei sedili di velluto è piacevole, e dietro, la spaziosità non teme rivali. L’hi-fi è da 160 Watt, e ha il lettore mono CD/mp3.
Valutazione: ♦♦♦♦♦
Funzionalità
Ranger Wildtrac
Il vano di carico attira subito l’attenzione per la copertura “a tapparella” con serratura che lo chiude a filo, in color metallo che fa compagnia al resto delle finiture e soprattutto alle barre sui fianchi della sponda. La soluzione è semplice, ma efficace, pratica, e ancora, fa la sua scena. Mettiamoci un rivestimento del cassone ben fatto, e tutto fa pensare direttamente a un veicolo per il tempo libero piuttosto che a un mezzo da lavoro. Le dimensioni del cassone sono leggermente in vantaggio in larghezza mentre perdono di misura (1 cm) in lunghezza. I fiori all’occhiello del Ranger sono la capacità di traino massima di 3000 kg, e il fatto che nella barra paraurti posteriore (tubolare come piace tanto agli offroader) Ford abbia inserito dei sensori di manovra; idea tanto semplice e tantopiù utile per un pick-up, quanto stranamente ancora inusuale in questa categoria di veicoli. Aggiungiamoci un ulteriore chicca: il cicalino all’inserimento della retromarcia.
Valutazione: ♦♦♦♦♦
Hilux SR aut.
Tra i doppia cabina di questa classe si mette ai vertici per profondità del cassone: rispetto al Ranger il paraurti posteriore fa da sostegno o piano di appoggio antiscivolo, ma non ha i sensori di manovra. Come per il rivale, vale lo stesso appunto per le pedane sottoporta, ingombranti per l’aiuto relativo che offrono: poco agevoli da individuare nel scendere dal veicolo, con buona probabilità di sporcarsi quando gli si scende davanti. A pagare pegno nella sfida è stranamente la capacità di traino omologata, distante da quella del rivale: 2.250 kg riportati nella fiche tecnica.
Valutazione: ♦♦♦♦♦
Motore e Trasmissione
Ranger Wildtrac
Il 3.0 TDCi è una creatura che Ford ha messo appositamente a punto (e per ora non l’ha data neppure al cugino Mazda) per le prerogative del suo pick-up europeo. Ha l’iniezione common-rail che lavora fino a 1600 bar, filtro olio speciale di grande spessore, ricircolo dei gas di scarico (EGR) elettronico, e turbocompressore a geometria variabile con l’elettronica che mantiene alto il valore di coppia. Non a caso, dai 1200 ai 3300 giri ce n’è a disposizione sempre almeno l’80%. Il cambio è sostanzialmente il manuale usato per l’Explorer, duttile, sciolto, sincronizzato per non conoscere impuntamenti. Da annotare che la classica trazione posteriore con anteriore inseribile si avvale di un sistema semiautomatico non comune (lo condivide con Mazda, ed è l’RFW, Remote free Wheel) che svolge la funzione dei mozzi a ruota libera. Tramite un interruttore in plancia, si agisce sulla connessione tra differenziale e albero di trasmissione. Col sistema in funzione, il vantaggio è che quando iniziano le difficoltà il sistema 4×4 è già pronto, non deve aspettare l’innesto dei mozzi e quindi è subito efficace, senza i giochi o i ritardi possibili delle ruote libere automatiche. Ovviamente anche con le ridotte. Consumi apprezzabili se si considera che è un pick-up di 3 litri di cilindrata, ma di fronte ha un concorrente altrettanto arcigno.
Valutazione: ♦♦♦♦♦
Hilux SR aut.
Un altro esempio che i dati tecnici non svelano tutto. Quelli del 3.0 D-4D vedono brillare la potenza più della coppia, che poi è esattamente il contrario di quelle che sono le abitudini Toyota. Nei fatti, non dà la stessa sensazione di forza di spunto dello sfidante, mentre ha della corposità della progressione un’arma efficacissima. Anch’esso ha monoblocco in ghisa con testata in lega di alluminio e EGR. Il carattere morbido e la voce più ovattata sono ottenuti grazie anche al supporto motore elettroidraulico che limita le vibrazioni al telaio. L’altro grande alleato che gli ha dato Toyota è il cambio automatico, all’apparenza un tradizionalista, in realtà modernamente versatile quanto tanti sequenziali: da Drive alla 3ª marcia il passaggio è diretto, a tocco di dito, e anche scalare nella griglia in seconda è un passaggio veloce quanto con un manuale per ottenere più freno motore o forza in salita. Un cambio polivalente, che sotto controllo computerizzato, evita possibili bloccaggi alla trasmissione nelle scalate un po’ forzate. Non paga nulla in prestazioni rispetto alla versione manuale, e riesce a compete anche nei consumi.
Le versioni 4×4 SR adottano il sofisticato Differenziale a Disconnessione Automatica ADD di Toyota, che inserisce o disinserisce automaticamente la trasmissione anteriore in parallelo con il passaggio tra quattro e due ruote motrici. Quando si viaggia in 2WD, come del resto col rivale, limita consumi e attriti. La reattività d’innesto del 4wd è lodevole, e solo in casi estremi ha qualche ritardo rispetto al sistema Ford. Il passaggio a 4wd è possibile a velocità fino a 80 km/h, e il meccanismo sincronizzato permette di passare al 4×4 con riduttore (o viceversa) a velocità fino a 8 km/h. Quindi (anche se c’è di messo la posizione Neutral di folle), si riesce a eseguire il passaggio senza dover arrestare completamente il veicolo.
Valutazione: ♦♦♦♦♦
Comportamento Stradale
Ranger Wildtrac
Ford ha indubbiamente fatto un buon lavoro, e avrebbe fatto un’ancora migliore figura se solo non si trovasse in un raffronto diretto con l’Hilux. Rispetto a questi diventa infatti evidente la predisposizione a trasmettere sulle irregolarità o sui tipici dissuasori di velocità reazioni ben più secche. Sugli stessi ostacoli e a pari velocità, il contraccolpo avvertibile nell’abitacolo del Ranger è nettamente più forte: in questo la differenza è abissale, sintomo di una rigidità che soffre maggiormente il cassone scarico, e accentua le possibilità di sovrasterzo quando si abbonda con l’acceleratore. La coppia muscolosa facilita ulteriormente questa tendenza, ma è anche vero che prese le giuste misure sa anche divertire facendo uso del cambio, ben sincronizzato nei passagi di marcia. Sulle prestazioni lotta strenuamente col rivale ma, forse anche per i cavalli in meno, nelle riprese, deve cedere nel breve, e negli allunghi, pur col cambio manuale. Generalmente, in condizioni di guida standard, è comunque come guidare un bel sport-utility, con le ruote da 16” che assecondano le traiettorie calibrate da uno sterzo che è piacevolmente diretto per appartenere a un pick-up. Freni potenti, con l’ABS che può cedere a qualche tendenza al bloccaggio ruote nelle frenate d’emergenza, complice probabilmente una taratura che pensa anche all’offroad.
Valutazione: ♦♦♦♦♦
Hilux SR aut.
La taratura che i tecnici Toyota sono riusciti a calibrare per l’assetto ha quasi del sorprendente quanto ad accordo tra capacità di comfort ed equilibrio. La capacità di ammortizzazione della prima fase è seguita da un progressivo ma deciso irrigidimento, il che significa qualche punto di vantaggio sul rivale per la morbidezza imperturbabile mostrata su buche e dossetti del manto stradale, e percorrenze di curva fluide con un leggero rollio prontamente contrastato se si accentua l’andatura. Viaggi da gran relax, che fanno dimenticare ogni legame con i classici ricordi dei pick-up, anche perché in autostrada l’insonorizzazione del 3 litri è più raffinata. La vigorosa potenza che predomina per cavalleria, conta poi sulla duttilità del cambio automatico. Cambio che se riesce a spuntarla sul manuale dello stesso Hilux, fa ancora più bella figura nei confronti del concorrente marchiato americano per la fluidità della grinta espressa. I comandi di guida convincono per la morbidezza, e l’impianto freni mostra un ripartizione della forza di decelerazione che mantiene l’assetto in equilibrio nelle svariate situazioni.
Valutazione: ♦♦♦♦♦
Comportamento Fuoristrada
Ranger Wildtrac
I terreni naturali gli sono molto graditi. La rigidità delle sospensioni fa ancora sentire i suoi contraccolpi se si affrontano gli sterratoni ad andatura gagliarda, mentre dove il fuoristrada è più guidato l’assetto cambia volto. Controlla il Ranger con fermezza, contrasta ondulazioni della scocca, e si superano gli ostacoli con naturalezza, senza tendenze ballerine. La quantità di coppia motrice ottenuta dai bassi e che si mantiene regolare, agevola ogni manovra, di finezza o all’attacco. Utilizzando il sistema di connessione della trasmissione del Ranger (l’RFW) le quattro ruote motrici sono efficaci immediatamente, che si inseriscano in movimento o da fermi; al posto dei classici mozzi automatici, la soluzione convince pienamente. Le buone protezioni e la mobilità danno sensazioni positive in quanto a capacità di movimento, e con una buona e versatile gommatura.
Valutazione: ♦♦♦♦♦
Hilux SR aut.
Il sistema di mozzi a ruota libera Toyota è sofisticato e generalmente pronto nell’azione; solo nell’inserimento da fermi del 4×4 trovandosi con le ruote già in condizioni di aspra difficoltà, ha avuto bisogno di qualche slittamento o almeno di un mezzo metro di movimento del veicolo per iniziare a rendersi utile. Un “gioco” che può non fare alcuna differenza come può complicare le cose se fango o sabbia sono del tipo più antipatico, e di cui il rivale non ha sofferto. Un piccolo gap che l’Hilux compensa con il comportamento generale, in particolare grazie a un paio di caratteristiche. Telaistica e assetto rappresentano un connubio di robustezza e confort invidiabile per ottenere un pick-up stabile e veloce da manovrare. Combinazione vincente è anche quella tra motore e cambio. Il D-4D non vince con i numeri sulla carta in quanto a valore di coppia, ma il rendimento su tutto l’arco di giri è prodigioso, e conquista ulteriori punti grazie alla versatilità del cambio automatico, che dalla facilità del Drive, permette di usare i rapporti più corti con semplicità fuori dal comune. Di fatto, sul veloce è meno facile agli sbandamenti, anche nei sovrasterzi ricercati, e nell’off-road tecnico è un caterpillar. Notevole, con l’unico neo che il sottoscocca ha toccato più facilmente nei passaggi con dossi pronunciati, ma senza penalizzare la manovra.
Valutazione: ♦♦♦♦♦
SCHEDA TECNICA
Ranger WildtracMOTORE
TRASMISSIONE
CHASSIS E CONTATTO AL SUOLO
MISURE
PESO (kg)
ABITACOLO cm
CASSONE (litri)
PRESTAZIONI
CONSUMI (litri/100 km)
| Hilux SR Aut.MOTORE
TRASMISSIONE
CHASSIS E CONTATTO AL SUOLO
MISURE
PESO (kg)
ABITACOLO cm
CASSONE (litri)
PRESTAZIONI
CONSUMI (litri/100 km)
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Fabrizio Romano
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