Silenzio: concerto in formazione boxer
Il passo compiuto da Subaru è di quelli importanti. Il primo diesel a cilindri orizzontali contrapposti ha fatto una trionfale comparsa nel cofano di un modello particolare come l’Outback, mix tra wagon e veicolo per l’outdoor. La tecnologia impiegata per il propulsore si è integrata con gli altri sistemi che distinguono il marchio delle Pleiadi, convincendo su tutti i fronti. A dispetto della cilindrata contenuta.
Dopo che è arrivato, non può che strappare un’escalamazione: purtroppo ha debuttato solo al servizio dell’Outback. Ma si può stare certi che in breve tempo lo troveremo anche dentro il corpo di Forester e Impreza. L’attesa per il diesel progettato dalla Casa delle Pleiadi, durata quasi 2 anni, è stata lunga, ma non vana. Lo sforzo compiuto per creare un propulsore ai vertici è stato enorme, sia concettualmente che economicamente. Il corpo macchina non rivela nulla di straordinariamente nuovo, e come al solito distinguere una Legacy dall’Outback è impresa per palati fini. Resta il fatto che Subaru, riserva le sue maggiori sorprese a livello tecnico piuttosto che stilistico (specie con questo modello Wagon). Quando venne concepito l’Outback altro non era se non una Legacy alla quale i progettisti avevano concesso la possibilità di varcare la normale soglia dell’asfalto per spingersi un po’ oltre. La carrozzeria rialzata da terra e qualche muscolo in maggiore evidenza, già dalla comparsa nel 1995 hanno concretizzato il concetto di crossover. Estetica e carattere appartengono al background tipicamente Subaru. In questa nuova variante a gasolio, si nota subito la presa d’aria, discreta, che troneggia sul cofano, e ricorda agli appassionati i rombi della sorella (Impreza) che ha scritto alcune delle pagine più importanti del mondiale rally. Chi opta per una Subaru lo fa principalmente per la tecnologia impiegata e l’immenso know-how integrale, che ha permesso al marchio con le Pleiadi di farsi luce in tutti i campionati rally più importanti del globo. La sicurezza di guida nell’alternarsi dei tracciati, oltre all’affidabilità, è una delle sue migliori armi, la soddisfazione che accomuna gli aficionados delle Subaru.
LO STILE È SECONDARIO
Sebbene, come accennato, il vestito non spicchi per originalità, qualcosa si è mosso sul fronte Outback. Ora infatti la fisionomia dà l’impressione di una silhouette filante e un posteriore rastremato. La soglia del vano bagagli, concepita per essere molto bassa, permette di caricare valigie e affini con estrema facilità. Ci è piaciuto il posto di guida e in generale lo spazio abitabile di cui si gode all’interno, sia anteriormente che posteriormente. Dispiace riscontrare come a livello di strumentazione qualche leggerezza sia stata commessa. A fronte di contagiri e tachimetro, ben realizzati e di facile consultazione, grazie anche all’illuminazione rosso fuoco, ci sentiamo di segnare con un punto interrogativo il fastidioso e pedante segnalatore del consumo immediato. Lo strumento, realizzato proprio al centro della strumentazione principale, si distingue per il suo perenne e ipnotico movimento. A fianco del volante, si trova il complicato (e di non facile letura) programma che permette di valutare l’autonomia. In entrambi i casi gli ingegneri del sol levante avrebbero potuto preoccuparsi di più circa i modi di facilitare la vita a bordo. La posizione di guida è invece molto comoda, con la visibilità posteriore che però ha decisamente la meglio su quella anteriore: il cofano infatti, è difficilmente “quantificabile” nella sua estensione, e qualcuno potrebbe non approvare la guida alla “cieca” che ne deriva. Se mai la vostra scelta cadrà sull’Outback, il vero godimento lo avrete al momento dell’accensione del motore. In questo caso alimentato a gasolio, ma nulla cambia in fatto di gradevolezza, anzi. Non appena il boxer diesel turbo prende vita, impiegherete pochi secondi a capire chi è il vero attore protagonista dell’Outback. PISTONI EDUCATI La cilindrata ai confini dei 2.000 cc, potrebbe apparire di primo acchito un velo sottodimensionata, ma poi alla guida ci si accorge subito che non è affatto così, che scatto e ripresa non mancano, e avviene tutto in scioltezza grazie alla generosa coppia e al corretto sincronismo del cambio. Nella scalata alle prestazioni, il boxer trova un fido alleato nella struttura “a pieghe” ideata dagli ingegneri, che con la leggerezza dei materiali utilizzati, ha permesso di ottenere robustezza, e allo stesso tempo di contenere la massa totale intorno alle 15 tonnellate.
Il tutto, nella guida lungo percorsi tortuosi, porta a gustare l’agilità della vettura, come non si è portati a credere di fronte a una lunghezza totale di quattro metri e settantatre centimetri. Un risultato davvero soddisfacente.
Nella scioltezza globale contribuisce sempre il motore, che spinge forte ma sempre con elasticità e normalità. Il suo particolare schema costruttivo a pistoni contrapposti, è stato sfruttato in modo ottimale anche per ottenere valori di silenziosità e riduzione delle vibrazioni ai vertici assoluti della classe. Dall’interno dell’abitacolo, lo si nota molto bene nei percorsi autostradali. In un era in cui l’inquinamento acustico la fa da padrone, può apparire un toccasana percorrere quasi 400 chilometri intrattenendo conversazioni dai toni ovattati, come se ci si trovasse nel salotto di casa. Una specie di “effetto acquario” che prende origine dalla particolare disposizione dei 4 pistoni, orizzontali e contrapposti, che rispetto ai classici in linea producono un equilibrio di rotazione eccellente, almeno per come lo concepisce Subaru. Ma non solo; qui ci sono anche idee specifiche, come l’attacco inclinato delle bielle per aumentare la corsa, e l’albero motore molto corto, ancora più corto di quello del fratello a benzina in modo da favorire la compattezza dell’unità dentro il cofano.
IL PALLINO DEL BILANCIAMENTO
Un’impostazione che mantiene il baricentro del motore più in basso e accresce la maneggevolezza nella guida. Il comando elettrico dello sterzo non ha destato sorprese: fluidità e precisione non sono contrastanti e il feeling soddisfa. Il contenuto rollio laterale e l’elevata aderenza confortano parecchio il senso di sicurezza, soffrendo moderatamente l’aumentare del carico delle sollecitazioni. Il retrotreno è autolivellante, ma non ce ne si accorge se non lo si sa. Le immediate affinità che si riscontrano fin dai primi momenti con la familiare nipponica sono da attribuire in buona parte al sempre ottimo sistema di trazione AWD. Gli studi portati avanti da oltre 30 anni da Subaru per rendere meno invasiva possibile la trazione integrale, confluiscono in interventi affinati e sempre concreti. La simmetria dei vari organi meccanici regala al guidatore un assetto stabile sorretto da un equilibrio invidiabile considerate le masse in gioco. La compagnia dell’elettronica nella gestione dinamica dell’Outback è pressoché inavvertibile, e bisogna andare a cercare il sovrasterzo di potenza per richiamare l’attenzione dei chip, con limiti che paiono ponderati per lasciare giusti margini di piacevolezza a chi sta al volante. Sugli sterrati tortuosi, condizione assai gradita all’Outback, si avverte come il sistema di trazione sia il primo ad aggrapparsi alla curva per contrastare la deriva, e il sofisticato controllo stabilità entri in azione per richiamare l’ordine direzionale quando quando il piede insiste senza sosta sull’acceleratore. La fluidità dell’erogazione di coppia è tale da permette di chiudere le traiettorie in grande equilibrio, con l’assetto che concede un attimo di oscillazione solo per le richieste di confort che deve sostenere. Non è l’Impreza, ma lo stile è di famiglia.
SU DI GIRI
Passando in rassegna le 5 marce, il regime del propulsore si lascia sfruttare su un range ampio che semplifica qualsiasi condizione di traffico; la seconda e la terza riprendono bene fin dai 1000/1200 giri e proseguono fino al limitatore, zona che sovrasta i 5.000 giri e in cui il boxer diesel dà l’impressione di averne ancora. Il cambio, posizionato con la leva accorciata per amplificare movimenti sportivi, ha reagito bene per sincronizzazione, anche se i rapporti siano così fin troppo vicini l’uno all’altro nella griglia di selezione. Inoltre, vuoi un po’ per la frizione, un po’ per le tarature di alimentazione, lascia un poco interdetti il fatto che se non si agisce con decisione sul pedale del gas, sia in prima che in seconda il motore tende a spegnersi. Questione di pratica per abituarsi, anche se il neo riemerge su bassa aderenza, dove occorre più attenzione. Spesso però basta fidarsi della capacità del boxer di riprendere anche da fondo scala; la sfiducia la si paga con lo spegnimento. In fuoristrada come su asfalto. Quanto al capitolo consumi, il sei marce previsto prossimamente potrebbe portare ulteriori vantaggi, ma già così i riscontri sono più che positivi, con medie, reali, di 6,4 litri per 100 km nel ciclo combinato, per quasi 650 km senza soste a un’andatura assolutamente spensierata.
VALUTAZIONI E GUIDA ALL’ACQUISTO
L’Outback col diesel è proposto in un allestimento “preconfezionato”. Nelle dotazioni figurano airbag frontali e laterali, ABS a 4 sensori con EBD (ripartitore elettronico di frenata), sistema VDC (controllo dinamica del veicolo), ruote in lega da 17 pollici, pneumatici 215/55R17, fari xeno (HID) con lavafari, fendinebbia anteriori, volante, pomello del cambio e leva freno di stazionamento in pelle, volante regolabile in inclinazione e profondità con comandi del regolatore di velocità, climatizzatore automatico, pacchetto Inverno (tergiparabrezza, retrovisori e sedili riscaldati), radio + caricatore a 6 CD, In opzione: airbag a tendina, sistema integrato audio e video con navigatore satellitare DVD con schermo VGA da 7″ o in alternativa navigatore portatile, pacchetto interni in pelle. Il prezzo di 34.980 euro, lo rende appetibile nel settore delle wagon multiruolo a trazione integrale, grazie anche a quel motore boxer diesel, che con soli due litri soddisfa nelle prestazioni contenendo i costi di esercizio. Per il cambio automatico ci sarà ancora da attendere, mentre per il sei marce qualcosa di nuovo ci attende l’anno venturo.
SCHEDA TECNICA
MOTORE
- tipo diesel, 4 cilindri contrapposti, DOHC
- 16 valvole, turbo a geometria variabile
- posizione anteriore orizzontale
- alimentazione iniezione diretta common-rail
- cilindrata (cc) 1.998
- potenza (CV/kW) 150/110
- regime (giri/min) 4000
- coppia massima (Nm/kgm) 350/35,7
- regime (giri/min) 1.800
TRASMISSIONE
- trazione integrale permanente, differenziale centrale con giunto viscoso, controllo attivo di stabilità VSC
- cambio manuale a 5 rapporti
- riduttore no
CHASSIS E CONTATTO AL SUOLO
- struttura scocca portante rinforzata
- carrozzeria 5 porte, 5 posti
- sospensioni anteriori indipendenti, montanti McPherson, molle elicoidali, barra stabilizz.,
- sospensioni posteriori indipendenti multilink, molle elicoidali, barra stabilizz.
- freni anteriori dischi ventilati
- freni posteriori dischi
- sterzo pignone e cremagliera, servoassistenza elettrica
- carchi e pneumatici 17” – 215/55R17
MISURE
- lunghezza (cm) 473
- larghezza (cm) 177
- altezza (cm) 154,5
- passo (cm) 267
- altezza libera da terra (cm) 19,5
- angolo d’attacco 20°
- angolo di uscita 16,5°
- pendenza superabile 30°
PESO Kg
- in ordine di marcia 1.505
- rimorchio max. 1.700
ABITACOLO (cm)
- larghezza spalle ant./post. 153/151
- altezza sedile guida/tetto 89/99
- spazio gambe post. min/max 82/95
- VANO BAGAGLI (cm):
- altezza (schienali/soffitto) 47/82
- larghezza min./max 105/135
- profondità 58/120
- volume min./max (litri) 459/1.495
PRESTAZIONI
- velocità max (km/h) 200
- accelerazione (0-100 km/h) 9”5/10
- da 70 a 100 km/h 5”8/10
- diametro di sterzata (m) 10,8
- CONSUMI (litri x100km)
- urbano 7,2
- extraurbano 5,2
- misto 5,9
- serbatoio (litri) 64
- emissioni Euro 4 con Fap CO2 dichiarato (g/km) 156