È cambiato tutto. Per struttura e concezione, il visitatore ha trovato, nel succo, un appuntamento reinventato
Per certi versi ci si parla di un Motor Show tornato alle origini, quando sembrava il gioiellino di un gruppo di aficionados scalpestrati, pur se adesso con valori e contenuti che si sono dovuti adeguare ai tempi. Che piacciano o meno.
SFIDA ULTIMO MINUTO – Di certo non è assolutamente possibile proporre alcun raffronto con le ultime edizioni, se non per il gusto di aprire polemiche. Quindi prendiamo atto della “mission-impossible” affrontata per tirare fuori in poco tempo le idee per riempire i padiglioni del 2009 e divertire. I ragazzi, specie under30, sono probabilemte nella schiera di quelli che si sono appunto divertiti più facilmente.
RIENTRO, NON RIENTRO – Se si considera che la rinuncia di Fiat, e conseguentemente di tutte le altre Case costruttrici top di auto, è arrivata quasi a giochi fatti, si comprende come gli organizzatori del Motor Show di Bologna (Promotor) si siano ritrovati con davanti un bel lavoro di “full immersion” per creare in pochi mesi un “Motor Show differente”.
E anche se poi le ventate di ottimismo per la ripresa economica ha invogliato parecchi dei costruttori “usciti dalla porta” ad accettare di “rientrare dalla finestra” appollaiandosi negli stand di Quattroruote, poco è servito: assaggi sconditi, in ristrettissimi spazi a disposizione, con collocazioni forzate e troppo dispersive per consentire al pubblico di capire e venire attratto da qualcosa. Dai grandi marchi ci si aspetta di più. E qualcuno dei grandi, infatti, non ci è stato.
SPAZIO ALLE ALTERNATIVE – Così, qualche novità in tema di automobile, si è individuata nei campi dei sogni o tra gli emergenti e gli alternativi. Da una parte la Ferrari che facendo gioco a se ha messo sotto i riflettori il suo concept 599 XX (foto) e dall’altra la Tesla che sta aprendo uno Store italiano in quel di Milano, e poi spazio a chi cerca di farsi conoscere come Gonow e le intriganti city-car elettriche di Tezzari.
LUNA PARK – Per il resto, il Motor Show si è votato a esibizioni da appassionati del drifting, glorie motoristiche, qualche evento di cultura della mobilità e spettacoli alla moda, soffiando a pieni polmoni sulle grazie di belle pin-up spesso ammirate per le loro trasgressioni (gli esempi secondo noi più meritevoli ve li abbiamo messi nella sezione Girls Power – le stelline del Motor Show 2009).
I padiglioni affidati alle selezioni del Grande Fratello 10 o alle anticipazioni di Miss 2010 sono apparsi un po’ abbondanti, per non dire esagerati, ma qui le considerazioni oggettive si scontrano con le leggi del marketing: di fatto c’era un sacco di gente.
Gradevole e di ampia cultura motoristica la passeggiata in Motor Legend, almeno per chi è soggetto a tempeste ormonali tra pistoni, design allo stato dell’arte e regine del passato. Scontato il successo e la forza attrattiva di almeno alcune delle proposte pistaiole in arena, con protagonisti principali Subaru e la sua epopea dei Speed Control, i test Bridgestone (un bel saggio sul bagnato imposto dal clima), le Ford Mustang derapanti di Gandin e Rossi, i Memorial, i Rally e i Valentino show.
Si è così camminato tra il serio e il faceto. Secondo alcuni questa è l’anima di un Motor Show fatto per i visitatori, per altri un cendimento arrendevole. Ribadiamo comunque un concetto: con il tempo a disposizione per reinventarsi il tutto, ci è voluto un bell’impegno. Ecco perchè questa edizione del 2009 è un po’ il punto zero di un nuovo cammino.
Fabrizio Romano
07/12/2009 – 00:00