il GP delle moto elettriche all’isola di Man
Il 12 giugno 2009, l’isola di Man accoglieva la prima corsa di moto elettriche al mondo (TTXGP)
Nel cuore del mitico Tourist Trophy, macchine a due ruote di un nuovo genere hanno sfidato i 60 km del circuito: un confronto che prefigura le corse del futuro. Ventisette team annunciati per il giorno della partenza, 16 squadre presenti, solo 9 moto all’arrivo.
La prima corsa nel mito da parte delle moto elettriche a zero emissioni sarebbe stata in grado di riproporre la medesima isteria motoristica del famoso Tourist Trophy?. Questa la domanda di tutti gli appassionati. Non ci sono rombi di tuono o pistoni infervorati. Solo dei sibili quasi extraterreni ad affiancare le abilità dinamiche e il coraggio. Un altro concetto, con altri limiti da superare.
Nello scenario che ha osannato i mezzi da corsa a combustione, i team “elettrici” con le loro imponenti batterie, dovevano lanciarsi per un giro, 60 km.
Fin dalle prove, le sorprese ci sono state…. Tra i sibili tecnologici e gli ideali futuristi di queste moto, l’attrazione per questa prima corsa TTXGP è passata dello scherzo alla vera infatuazione…. Primi a ravvedersi, i piloti stessi.
Appena sceso dalla sua MotoCzysz a batteria lithium-ion e motore elettrico indiano Agni, l’americano Marco Miller confessava: “pensavo che sarebbe stato francamente noioso, ma questo nuovo stile racing è invece molto “cool”, i suoni hanno un che di futurista, le accelerazioni sono inebrianti”. Non finirà la corsa malgrado i milioni di dollari investiti, ma è l’inizio di un nuovo concetto competitivo.
Per queste nuove techno-macchine, i 60 km figurano quasi una corsa di resistenza. Passeggiare è una cosa, gareggiare un’altra. Tra i problemi di batterie da non far scaldare e la messa a punto dei sistemi di alimentazione, alcune moto non sono neanche arrivate alla partenza, e un altro finirà a spingere.
Zero emissioni, ma il massimo di sensazioni. Con la ciclistica presa in prestito ad una GSX-R 600, la moto del team Agni ha rivelato il più alto rendimento tra i rispettivi team di oltreoceano, come Missione One, Brammo, MotoCzysz.
Nelle mani di Rob Barber, l’anglo-indiana a doppio motore elettrico si è spinta ad una media di 140 km/h, coprendo così i 60 km in 25 minuti e 53 sec. netti.
Si è certo lontano dai 17’ e 21”, a 210 km/h di media del primatista su Honda CBR 1000, John Mec Guinness, ma i passaggi in curva sono riusciti ad elettrizzare il pubblico. È un po’ ome tornare alle emozioni degli Anni 60 con le tecnologie della nuova era.
Seconda, la moto tedesca del Team XXL si è regalata il record di velocità massima: 170 km/h, dopo le punte di 200 km/h delle prove.
Che dire dell’ingegno e l’immaginazione di Cédric Lynch, vero guru dell’elettricità e creatore del motore Agni (suo il record di velocità nell ‘89 su una barca elettrica). Turbine simili spingono oggi una buona metà delle moto del paddock, affiancate alle batterie al lithium che portano 12 kW/h di energia, e rendono all’Agni X01 almeno una cinquantina di cavalli durante tutta la corsa. In poco tempo raddoppieranno.
Ma già queste prestazioni gli hanno permesso di abbattere il record del giro dei 50 cm3.
Il creatore della prova, Azhar Hussain si rallegra: “Oggi, abbiamo dimostrato che le moto non inquinanti sono capaci di rendere una corsa assai interessante”.
Questo fanatico di tecnologia promette di non fermarsi: “Fra meno di 5 anni, faremo delle corse uguali per prestazioni alle moto tradizionali”. E annuncia già per l’anno prossimo due giorni di corsa in TTXGP, di cui una prova di 2 giri con un pit stop. Nel più puro stile Tourist Trophy.