Nel cuore del mitico Tourist Trophy, macchine a due ruote di un nuovo genere hanno sfidato i 60 km del circuito: un confronto che prefigura le corse del futuro. Ventisette team annunciati per il giorno della partenza, 16 squadre presenti, solo 9 moto all’arrivo.
La prima corsa nel mito da parte delle moto elettriche a zero emissioni sarebbe stata in grado di riproporre la medesima isteria motoristica del famoso Tourist Trophy?. Questa la domanda di tutti gli appassionati. Non ci sono rombi di tuono o pistoni infervorati. Solo dei sibili quasi extraterreni ad affiancare le abilità dinamiche e il coraggio. Un altro concetto, con altri limiti da superare.
Nello scenario che ha osannato i mezzi da corsa a combustione, i team “elettrici” con le loro imponenti batterie, dovevano lanciarsi per un giro, 60 km.
Fin dalle prove, le sorprese ci sono state…. Tra i sibili tecnologici e gli ideali futuristi di queste moto, l’attrazione per questa prima corsa TTXGP è passata dello scherzo alla vera infatuazione…. Primi a ravvedersi, i piloti stessi.
Appena sceso dalla sua MotoCzysz a batteria lithium-ion e motore elettrico indiano Agni, l’americano Marco Miller confessava: “pensavo che sarebbe stato francamente noioso, ma questo nuovo stile racing è invece molto “cool”, i suoni hanno un che di futurista, le accelerazioni sono inebrianti”. Non finirà la corsa malgrado i milioni di dollari investiti, ma è l’inizio di un nuovo concetto competitivo.
Per queste nuove techno-macchine, i 60 km figurano quasi una corsa di resistenza. Passeggiare è una cosa, gareggiare un’altra. Tra i problemi di batterie da non far scaldare e la messa a punto dei sistemi di alimentazione, alcune moto non sono neanche arrivate alla partenza, e un altro finirà a spingere.
Zero emissioni, ma il massimo di sensazioni. Con la ciclistica presa in prestito ad una GSX-R 600, la moto del team Agni ha rivelato il più alto rendimento tra i rispettivi team di oltreoceano, come Missione One, Brammo, MotoCzysz.
Nelle mani di Rob Barber, l’anglo-indiana a doppio motore elettrico si è spinta ad una media di 140 km/h, coprendo così i 60 km in 25 minuti e 53 sec. netti.
Si è certo lontano dai 17’ e 21”, a 210 km/h di media del primatista su Honda CBR 1000, John Mec Guinness, ma i passaggi in curva sono riusciti ad elettrizzare il pubblico. È un po’ ome tornare alle emozioni degli Anni 60 con le tecnologie della nuova era.
Seconda, la moto tedesca del Team XXL si è regalata il record di velocità massima: 170 km/h, dopo le punte di 200 km/h delle prove.
Ma già queste prestazioni gli hanno permesso di abbattere il record del giro dei 50 cm3.
Il creatore della prova, Azhar Hussain si rallegra: “Oggi, abbiamo dimostrato che le moto non inquinanti sono capaci di rendere una corsa assai interessante”.
Questo fanatico di tecnologia promette di non fermarsi: “Fra meno di 5 anni, faremo delle corse uguali per prestazioni alle moto tradizionali”. E annuncia già per l’anno prossimo due giorni di corsa in TTXGP, di cui una prova di 2 giri con un pit stop. Nel più puro stile Tourist Trophy.