La sua scenografica immagine da CJ palestrato fa da iconica presentazione a un lavoro sulla meccanica di tutto rispetto. Il mix lo rende il mezzo più rappresentativo dei jeepers della “east cost” italica.
Questo CJ 5 Golden Eagle classe 1980 lo hanno voluto più forte, più imponente, con un assetto che lascia libera l’escursione e si esalta nella guida in aderenza. Istinto ed esperienza sono state finalizzate a preparare una storica Jeep gratificando sia le soddisfazioni dell’estetica, sia il gusto delle funzionalità prestazionali. È un bel bestione che si fa notare come farebbe un caterpillar in un raduno di utilitarie. Anche perché è veramente alto, al punto che la bellissima aquila dorata che capeggia sul cofano risulta difficile difficile da intravedere ai piccolini di statura. A volerlo così è stato uno dei generali degli “East Coast Jeepers”. Il nostro Peter è dunque un jeeper purosangue come il fratello, e aveva evidentemente le idee chiare.
I collettori sono ora d’acciaio, con schema “4 in 1” con doppio scarico posteriore.
Il rombo sembra voler far ascoltare il canto di ogni pistone, ma alla prova dei fatti piace tantissimo anche il modo in cui è stata valorizzata una delle doti principe di questo V8 benzina, cioè la potente spinta della coppia ai giri bassi.
La preparazione Off Road conta inoltre di balestre realizzate specificatamente da un balestraio di Pesaro, con un lift di circa 3″. Gli ammortizzatori sono della Yasaka Suspension di Gabicce, impostati appositamente misurando la corsa dell’escursione e la compressione del ponte, con possibilità di dieci regolazioni. I tamponi di fine corsa del ponte sono stati allungati, in modo che la ruota non vada a toccare il parafango in fase di compressione.
CHASSIS – Il CJ 5 appare muscolosamente rialzato anche perché al Kit lift si abbina un Body Lift da 2″ con spessori in teflon.
Le barre di sterzo rinforzate si rivelano un toccasana: danno più precisione allo sterzo e il controllo risulta decisamente più calibrato rispetto a prima.
Le barre stabilizzatrici sono state completamente asportate, e giocando bene con le regolazioni degli ammortizzatori, ammorbidendoli nell’offroad si esalta la mobilità sfruttando la notevole capacità di mantenere il contatto con il terreno, mentre indurendoli su strada recupera stabilità.
I tubi dei freni sono più lunghi in modo da evitare che si strappino nella fase di lunga escursione delle ruote.
Come si può notare in modo abbastanza evidente anche dalle foto, la carreggiata è stata allargata, questo anche per recuperare un pò della stabilità nei passaggi in laterale che ovviamente ha perso alzando il baricentro.
I parafanghini della Bushwacker da sei pollici coprono le gomme, che nela fattispecie sono delle GoodYear MTR da 35″ montate su cerchi in lega da 10″x15″ della M/T. Delle “belle gomme”, sottolinea il proprietario, molto soddisfatto del buon compromesso ottenuto tra guida su strada e offroad.
I paraurti sono artigianali e fatti in modo da ottimizzare sia l’angolo d’attacco sia quello al posteriore.
La carrozzeria è verniciata in un bel color bronzo metallizzato e tutti gli inserti (specchietti, cerniere, sottoporta e viti) sono d’acciaio lucido. A personalizzare la grinta del look, c’è poi la classica, bellissima e già citata aquila in puro stile Golden Eagle che sovrasta il cofano. Come un guardiano che controlla come liberare la cavalleria a disposizione.
Esteticamente lascia con poche parole anche chi non è un super esperto in fatto di fuoristrada, mentre l’appassionato del genere trova una forza comunicativa esaltante. Il colore bronzeo lo esalta, l’aquila gli conferisce ancora più importanza, le careggiate allargate insieme all’altezza combinata del lift kit e il body lift sanno di professionalità fuoristradistica, affinate dalle ruote da 35
Il motore V8 siglato AMC, i collettori e lo scaricano rendono un rombo pieno di antica memoria. La parte migliore è il rendimento della coppia, fluida e corposa nell’arco dei giri bassi, come i più classici motori USA fuoristradistici. Si apprezza nel superare i dossi pronunciati con un filo di gas, mentre l’escursione dele ruote, liberata dalle briglie degli stabilizzatori, regala garanzie di alta motricità.
Su strada l’altezza penalizza, ma le carreggiate larghe e il lavoro per rinforzare lo sterzo rendono il veicolo bilanciato sufficientemente per seguire le linee di guida con tranquillità, ovviamente senza esagerare, altrimenti il passaggio da sovrasterzo a sottosterzo è breve.
Motore …..2000,00 euro
carburatore Edelbrock tipo quadricorpo……450,00 euro
cavi candele schermati…….100,00 euro
pompa della benzina elettrica al posto di quella meccanica………200,00 euro
collettori in acciaio, con schema “4 in 1” con doppio scarico posteriore…….400,00
euro
Assetto
ponte posteriore AMC 20: coppia conica rinforzata della Superior ……360,00 euro X 2 ant+post.
semiassi rinforzati della Alloy ……..350,00 euro
blocco al 100% manuale…….600,00
balestre realizzate specificatamente, con un lift di circa 3″……..700,00 euro
ammortizzatori Yasaka Suspension a dieci regolazioni ………1200,00 euro
tamponi di fine corsa del ponte allungati ……..100,00 euro
Body Lift da 2″ con spessori in teflon….250,00
barre di sterzo rinforzate …….400,00 euro
Estetica
parafanghini della Bushwacker da sei pollici ………450,00 euro
pneumatici GoodYear MTR da 35″ …….1200,00 euro
cerchi in lega da 10″x15″ M/T. ………1600,00 euro
paraurti artigianali 300,00 euro
tinta carrozzeria bronzo metallizzato e accessori (specchietti, cerniere, sottoporta e viti) in acciaio lucido….2500,00 + c/a 500,00 accessori
Altro
impianto elettrico……..600,00 euro
tubi freni lunghi …….180,00 euro
spessori carreggiata allargata ……..500,00 euro
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