Pare che possa risvegliare emozioni e portare in trance i cultori dell’arte motoristica. Da questa opera esce un potere magnetico di stile e tecnologia?
Se ci fosse qualcuno a cui riesce difficile farsi ribollire il sangue davanti a un’auto lo capiamo, ma qui, davanti a questa che è un’opera d’arte su ruote, servirebbe il gelo di una pozza artica. Per quanto mi riguarda, la nuova Audi R8 Spyder 5.2 FSI quattro invia flussi di energia continui, magnetismi che dicono bellezza e prestazioni straordinarie, piaceri quasi proibiti che vanno oltre la vettura scoperta.
Se la R8 coupé può fare ansimare chi ha i cromosomi della passione motoristica, il pensiero primo davanti alla Spyder è stato la sorpresa di vedere come i geniacci di Ingolstadt siano riusciti ad andare oltre, e plasmare una creatura ancora più intensa. Non è scontato quando si passa da un coupé super a un roadster. Gli accenti superlativi sono invece aumentati.
Ad attirare in modo particolare è il sapiente tecnologico uso delle finizioni, dei dettagli di stile dedicati sul muso, ai fianchi, sul vano di coda e lì dove la scomparsa del tetto lascia ammirare altre sculture techno.
Se poi parliamo di carattere, il motore V10 da 525 CV (386 kW) sappiamo bene di cosa è capace.
POTERE ALLE IDEE – Il potere delle tecnologie della R8 Spyder quattro è immenso, dalla carrozzeria Space Frame in alluminio e composito in fibra di carbonio, alla trazione integrale permanente quattro, dai proiettori a LED che sanno ià loro di scultura, all’innovativo microfono integrato nella cintura di sicurezza (il bello è che consentono di parlare al telefono anche viaggiando a capote aperta. La cinghia delle cinture integra tre piccoli microfoni, un quarto è alloggiato sul telaio del parabrezza).
Due vigorose coperture arcuate color argento, che integrano le grandi aperture di ventilazione, si esibiscono in un profilo posteriore possente. Rispetto al coupé, la R8 Spyder ha adottato delle prese d’aria dietro le portiere; le sezioni laterali posteriori sono in fibra di carbonio, come pure il grande coperchio sopra il vano capote.
ARIA ELETTRICA – Il soft-top in tessuto pesa 42 kg circa. Per armonia e originalità di design, la capote distesa termina in due pinne che si prolungano fino alla coda, disegnando un profilo che ricorda il tetto fisso del coupé. Il soft-top, azionato da un motorino elettroidraulico, si apre e si chiude in 19 secondi. La manovra è consentita anche durante la marcia, fino a una velocità massima di 50 km/h. Il lunotto termico in cristallo, integrato nella paratia, può essere abbassato o estratto tramite l’apposito interruttore, sia con il soft top aperto sia con il soft top chiuso. Volendo può essere montato anche un frangivento. Nella paratia è integrato il roll-bar, composto da due robuste piastre, che all’occorrenza fuoriescono sotto la spinta delle molle.
Nel complesso, i rinforzi strutturali applicati hanno portato solo sei kg in più rispetto al coupé. Nella versione con cambio manuale 6 marce, il peso è di 1.720 kg.
Le versioni sono infatti due, con la “R” che caratterizza quella dotata di cambio R Tronic.
CONCERTO A 10 – Tornando allo straordinario V10 aspirato a iniezione diretta di benzina, con lubrificazione a carter secco, questi utilizza varie tecnologie derivate dalle competizioni.Ai 525 CV (386 kW) a 8.000 giri, Il 5,2 litri affianca la coppia di 530 Nm a 6.500 giri. Nel caso del cambio sequenziale a sei marce, l’R tronic, la selezione dei rapporti (assai rapida nel contesto dei sequenziali) è replicata dai bilancieri al volante. Nella fase di spunto il “launch control” consente di sfruttare tutto il potenziale di accelerazione mediante il controllo automatico della frizione.
La trazione integrale permanente quattro, che privilegia la ripartizione sul retrotreno, trasferisce la motricità al terreno lavorando con il supporto elettronico e del bloccaggio differenziale sull’asse posteriore; il valore aggiunto in termini di capacità di grip, stabilità, velocità in curva e precisione, è evidente.
GRIP CONTACT – Anche la telaistica riprende le tecnologie messe a punto nelle competizioni: le quattro ruote guidate da bracci triangolari doppi, contano di ammortizzatori con sistema “Audi magnetic ride”, in grado di adattare il loro comportamento alle caratteristiche del fondo stradale e allo stile di guida,e il tutto nell’arco di pochi millesimi di secondo.
Per il resto, abbiamo cerchi da 19 pollici con pneumatici anteriori formato 235/35, e posteriori da 295/30. I quattro dischi dei freni di tipo autoventilante forato, contano pinze dotate complessivamente di 24 pistoncini. Su richiesta Audi monta anche dischi in ceramica e fibra di carbonio, ovvero grandi dimensioni ma più leggerezza.. Il programma elettronico di stabilizzazione (ESP) include una modalità sportiva e può essere completamente disattivato.
ALLESTIMENTO DUE POSTI – La configurazione a due posti secchi lascia spazio, anche se l’arredo è sportivo. La corona del volante multifunzione in pelle è appiattita sulla zona inferiore; i sedili a regolazione elettrica sono un abbraccio che coccola. Le lavorazioni rendono impedita la percezione di una qualità superiore, ma anche razionale; il sistema d’informazione per sta alla guida include un lap timer per l’eventuale misurazione dei tempi in pista. La paratia posteriore ha uno scomparto con tre vani portaoggetti, mentre nella zona anteriore della vettura è disponibile un volume pari a 100 litri per la sistemazione dei bagagli. Si presume che la fortunata coppia di utilizzatori non abbia bisogno di trasporti wagon.
Per il gaudio di viaggio c’è il sound system Bang & Olufsen (altra chicca top-quality), quindi un climatizzatore automatico con funzione comfort e i sedili riscaldati. Il sistema di navigazione plus ha la raffinatezza della logica di comando MMI e dell’elevata risoluzione grafica.
In due parole, piacere puro.
Fabrizio Romano
18/04/2010 – 13:38