Motore robusto e design compatto che si incunea tra forme leggendarie e sportività. Così si presenta la nuova “bimba” del marchio americano. Con un kit pronto per i più grintosi.
Nella gamma delle “compatte” Harley-Davidson destinate al mercato europeo si aggiunge una nuova grintosissima versione. La XR1200X è infatti la più racing tra le 1200 dell’ultima generazione, che non nasconde di avere qualche elemento in comune con la XR750, una tra le moto da competizione più note al mondo, non solo negli Stati Uniti.
La base è quella nota, che sfrutta il motore bicilindrico a iniezione, con un particolare sistema di raffreddamento a olio delle teste e cambio a 5 marce. Ma l’estitica è molto particolare, con grafiche e colorazione che ricordano quelle delle note antenate impiegate nelle competizioni di dirt track. A caratterizzarla ci sono il motore nero, la sospensione anteriore a steli rovesciati, il particolare codino e il parafango nero opaco.
Ma oltre all’estetica c’è anche molta sostanza, concentrata negli ammortizzatori Showa con taratura sportiva e nei freni a disco dalle prestazioni migliorate.
Il risultato è una moto che invita alla guida brillante, in tipico stile yankee, sottolineato dall’ampio manubrio, dalla presenza di pedane semiarretrate per favorire angoli di piega superiori alle attese, e una sella a 795 millimetri da terra.
Così approntata, la XR1200X si propone come l’Harley-Davidson più sportiva della gamma standard, in grado di regalare soddisfazioni anche agli amanti dei circuiti. Parte del merito va anche al suo motore, il più potente tra quelli con raffreddamento ad aria, con i suoi 90 cavalli a 7.000 giri e una coppia che consente di uscire senza incertezze da ogni curva.
QUELLA “KITTATA”
Per la XR1200X, Harley-Davidson ha allestito un kit destinato a sottolineare ulteriormente la vocazione sportiva di questa moto. L’allestimento aggiuntivo comprende un impianto frenante potenziato, con due dischi a margherita, pastiglie dedicate e tubazioni a treccia in kevlar di tipo aeronautico, puntale aerodinamico inferiore, pedane più piccole e una coppia di scarichi in fibra carbonio Termignoni omologati per l’uso stradale. A completare il tutto c’è un ulteriore dettaglio estetico, un guscio da applicare alla porzione della sella dedicata al passeggero, che così si trasforma in monoposto.
La prima peculiarità che si nota alla guida della versione “kittata” arriva chiaramente dallo scarico, che ottiene una tonalità più piena, pur restando in limiti più che civili. Naturalmente il discorso cambia se si eliminano i dB killer per l’uso in pista, in questo caso il suono diventa decisamente più cattivo.
Al concerto rock percepito dalle orecchie si sommano i plus da apprezzare nella guida, con una maggiore disponibilità del motore a riprendere dai bassi regimi di rotazione. Senza dimenticare che anche la frenata si fa più incisiva e tosta, mantenendo comunque le sue caratteristiche di modulabilità che non devono mai venir meno nella guida su strada.
a cura di Valerio Boni