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INCIDENTI e ALCOL monitor ANIA

 Il presidente Salvati: «Un terzo delle vittime della strada nei week end è under 30 e cresce la moda di bere per sballarsi. Due facce della stessa medaglia che richiedono interventi urgenti»

 “Siamo di fronte ad un allarme sociale. Da una parte l’Asaps ci dice che aumentano i morti da incidente stradale nei week end del primo quadrimestre 2010 e oltre un terzo delle vittime è under 30. Dall’altra l’Istituto Superiore della Sanità ci comunica che cresce tra i giovani, sotto i 24 anni, la moda del bere per sballarsi”. È’ questo il commento del Presidente della Fondazione Ania per la Sicurezza Stradale, Sandro Salvati, di fronte alla relazione dell’Associazione Amici Polizia della Strada sugli incidenti nei fine settimana dei primi 4 mesi del 2010. Una relazione arrivata poche ore prima di quella dell’Istituto Superiore della Sanità che, nel corso dell’Alcohol Prevention Day ha diffuso i dati sul consumo di alcolici da parte della popolazione italiana in generale e dei ragazzi.

 Dal monitoraggio dell’Asaps risulta che nei week end dei primi 4 mesi del 2010 si è verificato un aumento del 5,9% delle persone decedute per incidente stradale, passate da 353 a 374. Il tutto nonostante la diminuzione del 3,3% del numero complessivo degli incidenti stradali. Il 36,6% delle vittime aveva meno di 30 anni e, nella fascia oraria 22-6 del mattino, gli incidenti mortali sono passati da 94 a 117 (+24,5% rispetto ad un anno fa) e le vittime sono salite da 106 a 136 (+28,3%).

 «Quella della mortalità giovanile per incidente stradale – conclude il presidente della Fondazione Ania, Sandro Salvati – è un dramma nel dramma, spesso legato allo sballo del sabato sera. I dati divulgati dall’Istituto Superiore della Sanità, infatti, ci confermano che i giovani accedono all’alcol in età sempre più precoce. In molti casi si comincia a bere a 11 anni. Gli stessi dati ci dicono che la tendenza all’abuso dell’alcol non si esaurisce ma, nel tempo, tende ad essere non solo mantenuta ma anche aumentata. Si parla delle generazioni che a breve avranno accesso al patentino per il ciclomotore e/o alla patente».

 Noi di MotorAge come magazine giornalistico possiamo solo essere d’accordo sul dovere delle leggi e dell’informazione in generale nel puntare sul problema. Ma vorremmo anche che lo si faccia nei modi appropriati, con l’educazione del pensiero, che spesso poco ha a che fare con le restrizioni estremizzate. Quindi informazione reale e non paternali ai più giovani (che non funzionano), e voglia di interagire con i sistemi giovanili, parlare, capire, agire. Raddoppiare la penalizzazione di punti sulla patente e sospensione della stessa a frazioni di tempo progressive in relazione alla quantità di alcool e alla replicata condizione di pericolo (la seconda volta è più grave) potrebbero ottenere risultati. Ma vanno poste in combinazione con altro (test possibili all’uscita dalle discoteche e servizi navetta a/r, angolo break per lo smaltimento dell’alcool, ecc. ecc.). Bisogna interagire. Prima, ma interagire.

 Andremo in giro per discoteche e feste a parlarne e discuterne.

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