I militari stanno lasciando la “guerriglia” in Iraq. Tra Informazioni superveloci e veicoli nella polvere. Cingolati sul terreno iracheno, ma anche “scoiattoli” e “dik dik”, palmari e infrarossi. Dai protagonisti delle dispendiose operazioni belliche, alcuni memo di ieri, oggi e domani.
I reparti americani e Co. lasciano lIraq, e vari veicoli sul terreno. Buona parte della gestione resterà nelle mani dei comettee al soldo, e non sarà niente facile. Il “mondo del militare” a parte la capacità di fuoco, si basa su informazione e mobilità. A dà anche input per i test di innovative tecnologie. Per esempio nelle basi è stato portato un giga 4×4 che la General Motors ha allestito per l’US Army, derivato dal pick-up Chevrolet Silverado, con la caratteristica dell’apparato propulsivo composto delle fuel cell che sviluppano energia elettrica, con l’idrogeno mantenuto allo stato gassoso a bassa pressione. Questo non è stato lasciato sul campo, a differenza di varie altre entità mobili.
Oltre che nelle città e nei villaggi, è nella polvere del deserto che la “guerra vera”, quella combattuta dagli uomini, ha avuto il suo svolgimento massivo. Lì sono scesi in lizza i carri armati M1 Abrams (maturo ma ancora in voga), i blindati M2 (efficacissimi durante “Iraqi Freedom”; e gli M3 Bradley, i blindati trasporto truppe M113 (portano sino a 11 soldati e sono in dotazione in oltre cinquanta Paesi del mondo) o i semoventi di artiglieria M109 Paladin (con l’obice da 155 millimetri (in dotazione alla fanteria con un raggio d’azione di trenta chilometri). E poi, ecco gli “scoiattoli” e i “dik dik” del deserto: gli Humvee e i buggy, super indispensabili per la mobilità.
Lera che prende il nome da “network-centric”, in cui le operazioni belliche, con la rete al centro di tutto, permettono la distribuzione all’istante e l’utilizzo di informazioni da parte di ciascun soldato, sottufficiale o ufficiale fino al “commander in chief”: il presidente degli Stati Uniti. Team di tecnici delle varie armi, ventiquattro ore al giorno, con computer e telefoni supersicuri accanto, stabilizzano i Joint Operations Center (una trentina sono nel cuore ultratecnologico di Camp As Sayliyah, venti chilometri a sud di Doha, capitale del Qatar) e rappresentano il cervello di ogni operazione nei territori, Iraq incluso.
Le applicazioni “network-centric” sono state numerosissime e costosissime. Come l’”Integrated Battlespace” o, in altre parole, l’architettura spaziale di guerra integrata. Vale la cifra spaventosa di 200 miliardi di dollari distribuiti in dieci anni e se la aggiudicò la Boeing. I sistemi Gps si “sprecano” assieme agli schermi al plasma, ai satelliti, ai sensori, tutto per far arrivare gli ordini quasi real-time, in tempo realei, dai centri comando ai display degli aerei, degli elicotteri, degli autocarri o ai palmari dei soldati. Insomma, con la guerra afgana e irachena, il mondo ha avuto una ulteriore sterzata.
Certamente, molti dei veicoli che abbiamo visto operare in TV e sui giornali nel corso delle operazioni (come quelli che vi raffiguriamo), diventeranno “pezzi da museo”, compresi l’M1, l’M2, l’M3. Altri sono levoluzione futura.
Info dalla Gallery
L’arte della guerra
Oggi più che mai sfrutta le capacità di comunicazione, velocità di informazione e, mobilità. Soldati, sottoufficiali e ufficiali sono in gran parte dotati di palmare multiuso con view-map.
HUMVEE
High Mobility Multi-purpose Wheeled Vehicle), ormai vecchia conoscenza delle forze USA, essendo stato impiegato per la prima volta nella Guerra del Golfo del 1991. L’Humvee è realizzato in 11 differenti versioni.
MISSIONE
Un Hummer sfida le durissime leggi del deserto per contribuire a dar fuoco alle polveri. Poi un carro amrato M1A1 Abrams, dotato di un sistema di protezione contro attacchi di origine nucleare o biologica.
CON I MISSILI STINGER
La versione speciale Avenger dell’Humvee è preparata per il lancio di missili Stinger da una piattaforma girevole. Un sofisticato sistema a raggi infrarossi consente di lanciare i missili in rapida successione. Questa versione dellHummer raggiunge le 60 miglia orarie e ha un’autonomia di 350 miglia.
La nuova frontiera
Una guerra sempre più veloce richiede mezzi altrettanto reattivi. Divenuto famoso, il Chenowth Advanced Light Strike Vehicle, è un buggy diesel a trazione integrale, costruito in gran parte con componenti di tipo commerciale.
DALLA CALIFORNIA CON GRINTA
Il Chenowth FAV (Fast Attack Vehicle) divenne famoso per essere stato il primo veicolo delle forze armate americane a entrare in Kuwait City, durante la guerra del Golfo. Un buggy a trazione posteriore o 4wd realizzato sull’esperienza fatta nelle gare desertiche come la Baja 1000.
“TOPI” DEL DESERTO
Il Primo Battaglione del Royal Irish Regiment è un prestigioso reparto che risale ai tempi di Winston Churchill. I veicoli che trasportano i soldati sono Land Rover allestite al servigio. Famoso il Recce.
Spazio anche allHovercraft, agile battello anfibio in dotazione alla Marina Militare inglese.
Land Rover delle truppe aviotrasportate del reparto di “Cavalleria” britannica hanno pattugliano la zona desertica dell’Iraq meridionale.
CARICO DI GLORIA
Il carro armato M1 Abrams è una vecchia conoscenza, utilizzato anche nella Guerra del Golfo del 1991 e anche in Iraqi Freedom. E però stato un incubo per l’Esercito iracheno.
Tecnologie hi-tech
Ormai affinata la localizzazione notturna per individuare ogni presenza mediante la sofisticata tecnologia a raggi infrarossi.
Dalla rete di Internet si sono potute scaricare immagini e filmati quasi in tempo reale delle operazioni di guerra. Una cosa impensabile solamente all’epoca di Desert Storm, in quanto i file internet erano ancora “top secret”. Anche la tecnologia satellitare è stata di vitale importanza per la trasmissione dati.
Fabrizio Romano
20/08/2010 – 14:18