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BAJA UNGHERIA 2010

  Tutto nuovo quest’anno alla Baja Ungheria, tutto diverso dalle edizioni precedenti, la location ora in mezzo alla putza magyara, il vincitore, finalmente il russo Gadasin che con il suo proto G force è riuscito a sfatare la sfortuna che lo aveva perseguitato nelle ultime due competizioni, nuovo il campione 2010 T2, il portoghese Nuno Matos che alla guida della propria affidabilissima Isuzu ha messo tutti in riga riportando il titolo in Portogallo dopo diversi anni e dimostrando come in queste gare sia più importante guidare una vettura affidabile che non estremamente potente.

 Molto bene anche per gli equipaggi italiani, i quali dopo la capitolazione al prologo di Cavinato che ha subito distrutto una sospensione anteriore, hanno alzato la guardia terminando la gara con il sorprendente Grigoletto in ottava posizione, seguito da Garosci al 14° posto e Zeraschi al 18°.

 Questa baja ha però evidenziato la crisi di cui soffre questo settore, poiché i partenti erano solamente 25, più per perdita di interesse da parte dei piloti che per motivi economici solamente, come invece paventano i vari organizzatori, vedremo cosa succederà nel 2011, quando il campionato sarà unificato con i rallies cross county e di conseguenza come si evolverà la situazione.

 La cronaca di questa Baja Ungheria è davvero semplice: Gadasin (foto di presentazione in alto) ha preso subito la testa, annullando qualche attacco dell’ungherese Korda (secondo) e del polacco Holowczyc finito contro un albero nella terza prova speciale; il russo ha potuto facilmente prevalere grazie alla superiorità del mezzo e grazie alla propria esperienza di pilota; a nulla sono valsi i tentativi di avvicinamento del locale Szalay alla guida di una potentissima Opel Antara  (foto ds) che ha dovuto accontentarsi della terza posizione assoluta, con un distacco considerevole dal vincitore Gadasin, ora in testa nel campionato, rafforzato per la Baja finale, a Portalegre in Portogallo. Nella testa di una classifica che parla est-Europa, troviamo poi altri noti, Novitskiy e Fazekas.

 Un plauso comunque va al team italiano di Grigoletto – Berti (foto in basso) con la Toyota Venom 6 cilindri a gasolio motorizzata VM, ottavi assoluti e primi di T1.2.

a cura di Mimmo Ravaccia

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