MotorAge New Generation

Goodwood Revival Meeting 2010

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Il raduno dei balocchi

 Goodwood. Esistono eventi sui fasti del passato dal sapore speciale, talmente intriganti e carichi di sogno, passione e gloria che anche MotorAge, votato principalmente a ciò che coinvolge la nuova generazione, si trova coinvolto nei turbini di un fascino senza tempo.

 Con la Galleria di Immagini proposte dall’autore, siamo certi che sarà un po’ come esserci stati veramente.

 Quindi, dopo il Festival of Speed torniamo a Goodwood. Un tracciato storico, legato a doppio, triplo filo all’automobilismo sportivo, dove nei mitici anni Cinquanta e Sessanta hanno corso monoposto, granturismo e Sport, guidate dai migliori piloti dell’epoca. Oggi, grazie al mecenatismo illuminato di Lord March, che altri non è che il padrone di casa (e che casa…), la pista ospita durante l’anno due eventi clou: il Festival of Speed in luglio e il Revival Meeting in settembre. Fin qui, nulla di strano. Ormai, un weekend sì e l’altro anche, i raduni, in Italia, in Europa e nel mondo, si sprecano.

 Eppure, Signori miei, questa è davvero un’altra storia, perché quando si ha la fortuna di trascorrere tre giorni ai bordi della storica pista si capisce che c’è una bella differenza fra un raduno ed un evento, unanimemente sentito e partecipato da un’intera comunità. Capisci di essere in un altro mondo già quando arrivi…al parcheggio perché molti vanno a vedere il Revival rigorosamente con la propria auto d’epoca.

 Così, già solo il “parcheggio” di Goodwood, offre emozioni più forti di molti dei “raduni” ai quali siamo spesso abituati. Ma è solo l’antipasto, perché una volta varcata la soglia del vecchio impianto, come su una macchina del tempo, si torna indietro, d’improvviso, di almeno trenta o quarant’anni.

 Donne e uomini in abiti rigorosamente d’epoca, al pari dei piloti, dei meccanici e degli addetti ai lavori. Le vecchie insegne, le vecchie staccionate in legno, i vecchi stand, ma anche i vecchi odori, quelli dell’olio e delle benzine non “sintetiche” o quelli sordi della mazza necessaria per assestare al meglio con colpi secchi e precisi la ruota al mozzo. E poi, naturalmente, loro, le auto d’epoca che non sono solo li a far bella mostra (e già ce ne sarebbe d’avanzo) ma a correre in una serie di gare che tengono sugli spalti migliaia di appassionati per tre giorni.

 A guardare l’elenco iscritti del Revival appena passato (17-19 settembre) ce n’era proprio per tutti i gusti: dalle monoposto degli anni Trenta (Alfa Romeo Tipo B, Maserati 8CM, 4CM e CLT o ERA) alle prime Formula 1 degli anni Cinquanta (“Alfetta 158”, Ferrari 500 F2, Lancia D50 e Maserati 250 F); dalle gloriose Sport e ai Prototipi degli anni Sessanta (Ferrari 250 LM o 330 P3 ma anche Ford e GT40) sino indimenticabili monoposto di quel decennio così come di quello successivo. Poi, visto che proprio quest’anno la vecchia e gloriosa BRM festeggiava il sessantesimo anniversario dal suo primo successo a Goodwood (ottenuto da Reg Parnell il 30 settembre del 1950), un impressionante schieramento di monoposto della celebre Casa inglese, racchiuse in un lasso di tempo compreso tra il 1950 e il 1977, si è dato appuntamento a Goodwood.

A condurre una di queste lungo le 2,38 miglia del tracciato è stato Jackie Stewart, tre volte iridato in Formula 1 (nel 1969, nel 1971 e nel 1973), ma non ha voluto essere da meno il grande John Surtees, un abitué di Goodwood, cui è stato tributato un doveroso omaggio, per aver disputato la sua prima corsa sulle quattro ruote proprio in questo autodromo, nel marzo del 1960. Sabato, “Big John” è sceso in pista al volante della sua Ferrari 158 F1, quella che lo laureò iridato in Formula 1 nel 1964, mentre domenica pomeriggio, si è rimesso il casco per compiere qualche giro al volante dell’ancor più sua Surtees TS7 del 1970.

 In tutto questo rischiavano quasi di passare in secondo piano gli altri nomi dei campionissimi che, nei tre giorni, si sono alternati al volante delle vetture da corsa più diverse, fra i quali spiccavano quelli di Derek Bell, Richard Attwood, Jochen Mass, Stirling Moss, Emanuele Pirro. In tutto questo rischiava di passare inosservato persino Nick Mason, batterista dei Pink Floyd e grandissimo appassionato di auto d’epoca, che firmava le copie della sua ultima fatica editoriale.

 In tutto questo non rischiavano però di passare inosservati gli Spitfire originali della RAF che, per tre giorni, hanno compiuto spettacolari evoluzioni nel cielo di Goodwood…non foss’altro per il rumore infernale che facevano.

 Un consiglio: se siete veri appassionati di auto d’epoca, di storia, di moda, di musica, in una parola, di vita, non andate mai a Goodwood perché c’è il rischio che poi, tutto il resto, possa sembrare poca cosa.

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a cura di Leonardo Acerbi
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