La nuova smart fortwo electric drive è entrata nel tempio delle due ruote dell’EICMA, o meglio, nel “salone del salone”, The Green Planet, novità della 68° edizione, dedicato ai veicoli con concezioni di trazione innovativa, ibrida o elettrica che sia.
Smart sta promuovendo anche la clonazione in formato due ruote, ovvero escooter, cioè lo scooter elettrico in simbiosi con smartphone per la connessione e l’informazione del movimento.
ECOMISSION non è comunque solo un ideale, ma anche la firma di una nuova realtà italiana per la mobilità sostenibile; in 6 anni di sviluppo dell’elettrico, nella sua gamma porta 3 scooter e una bicicletta. Il suo fiore da mettere all’occhiello è il nuovo scooter ECOJUMBO, omologato sia come ciclomotore nella versione 3000w, sia come motociclo in versione 5000w.
Interessante nei progetti di ECOMISSION è la produzione delle colonnine di ricarica per la città, che speriamo possano nella prefigurata realtà sapere mantenere il promesso standard estetico e funzionale.
Ma a far da protagonisti, anche altre varie intuizioni.
Anche BMW con lo scooter C1-E, proiettato nel progetto europeo di sicurezza attiva e passiva, ed alimentato da un motore elettrico.
In questo contesto di studio per la nuova era, ha un ruolo anche il progetto YDFM, acronimo di Young Designers For Mobility che coinvolge i giovani progettisti e allievi di scuole di design per permettere loro di illustrare il lavoro di ricerca su bici, moto, veicoli a tre e quattro ruote ma anche infrastrutture.
Una questione di “cultura motocristica globale” che ha coinvolto realtà di istituti quali IAAD, IED, ISIA, Scuola Politecnica di Design. Dallo IED, per fare un esempio, lo studio di tram della nuova generazione, reinterpretati nelle funzionalità e nei sistemi di uso dell’energia elettrica. Le nuove scuole di pensiero puntano spesso sull’uso di panneli fotovoltaici.
Più concretamente, da Umpi arriva il progetto MINOS, ovvero dei lampioni intelligenti, a sfruttare il potenziale fornito dai pali della luce (undici milioni in tutta Italia), per farne “postazioni ambientali” capaci di svolgere il ruolo di:
– lampioni stradali come caricatori di batteria per biciclette elettriche, ciclomotori e veicoli ibridi ed elettrici
– rilevatori dei livelli di inquinamento (acustico, polveri e magnetico)
– sensori e videosorveglianza in un mix di safety e security
In sostanza, con il sistema brevettato Minos che sfrutta le onde convogliate (e che già fornisce una telegestione intelligente dell’illuminazione esterna in vari siti in Italia e all’estero), il lampione potrà diventare un erogatore di energia elettrica per i bisogni energetici dei nuovi veicoli No Carbon.
Interessante, tra le altre, la rivoluzionaria proposta di un’azienda italiana, la WT Motors, che offre una vettura ad energia fotovoltaica a costo zero, visto che è il sole a ad avere (poter) ripagare in una decina di anni l’investimento, contando sugli incentivi per la produzione di energia pulita.
Se tutto ciò è un ulteriore passo verso una nuova era in cui la mobilità innovativa sappia fare da partner al design e alle prestazioni, significa un passo nella realtà concreta, a due ed a quattro ruote.