Accordi Fiat e lavoratori: mix di economia politica
La Fiat, nel bene o nel male, riesce a tenere i titoli delle cronache; merito anche della Fiom, unico gruppo sindacale che ha il vezzo o il coraggio (secondo pensiero) di continuare a fare muro davanti alle trattative.
Il fatto adesso riguarda lo stabilimento di Pomigliano, che potrebbe seguire la linea instaurata per Mirafiori.Il Marchionne pensiero vuole aprire un nuovo corso che porti l’industria automobilistica italiana nel protagonismo mondiale.
Unirsi agli americani della Chrysler, e poi sezionare il gruppo Fiat è una linea stravagante, ma forse adeguata ai tempi. Lo scopriremo presto.
Sul tavolo di Pomigliano c’è la produzione della nuova Panda, con il vantaggio della riassunzione e del lavoro per una quartina di migliaia di lavoratori, (circa 4600) con 18 turni per sei giorni lavorativi alla settimana e 350 euro aggiuntive nello stipendio. Ma questo solo al momento dell’entrata a regime di produzione, il che a oggi è ancora un punto di domanda.
L’altra faccia della medaglia appuntata da marchionne è una rivisitazione contrattuale nebulosa in fatto di diritti (però il mercato è cambiato) il che, a parte il muro della Fiom, sta facendo entrare nel ballo delle dichiarazioni e dei riflettori vari esponenti della politica, da Bersani e Cofferati nel novero dei contro che parlano di contrattazioni inique, addirittura anticostituzionali se ci spingiamo fino a Di Pietro.
Dall’altra parte, però, ci sono ex sindacalisti che dicono che in questo momento, in questa situazione industriale, se fossero lavoratori Fiat direbbero di sì all’accordo proposto. Perchè i vantaggi degli assunti Fiat e dell’indotto sarebbero comunque più felici rispetto alle situazioni di tantissimi altri lavoratori che non possono contare su corporazioni e informazione mediatica di primo livello.
Di fatto, l’industria, l’economia e la politica si stanno intrecciando in modo più che mai stretto nella situazione Fiat. Che come abbiamo già scritto si è scissa in più rami per poterli gestire separatamente.
E’ un po’ come la questione dell’energia nucleare: può essere l’idiozia, o può essere l’idea progressista e rassicurante.
Teniamoli sotto la lente…