Marchionne: fusione con traccia Nordamerica
L’AD italo-canadese accomuna idee innovative e aperte a sparate da boss. Nel futuro della fusione Fiat-Chrysler intravede un quartier generale nordamericano. Tra Detroit e Toronto. Marchionne è lungimirante, molto, ma a volte, forse, deve scegliere tempi e modi migliori.
Gli annunci dell’ AD Fiat ormai sembrano arrivare più che altro dall’America.
I primi effetti dopo la nuova trasgressione mediatica di Marchionne sono un sunto tra il serio e il profano-goliardico. Nelle voci di strada e da bar, la battuta in voga è subito diventata: “FIAT come Fabbrica Italiana Automobili Torino? O piuttosto Fabbrica Italica Automobili Toronto (alias capitale del Canada)?” Un annuncio ufficioso che però trasporta inevitabilmente panorami satirici sulle sensazioni generali.
. I FATTI . Fiat e Chrysler potrebbero fondersi fino a creare un’unica compagnia entro due o tre anni, e la sede potrebbe insediarsi in Nordamerica, cioè USA (Detroit) o Canada (Toronto). L’annuncio, pur nei connotati trasgressivi, ha comunque avuto effetti shock. E già hanno un bel daffare i Ministri del Lavoro e dell’Economia nel cercare di soffocare il fuoco mediatico.
Da San Francisco, ieri, durante la tavola rotonda con J.D. Power and Associates e il NADA (North American Dealer Association) che riunisce i concessionari americani. Sergio Marchionne ha lanciato l’ipotesi.
C’è chi domanda: la Battaglia a Mirafiori e Termini Imerese a cosa sono quindi servite?
.FIAT CON TORINO SUCCURSALE. “Sono ipotesi”, ha detto Marchionne, ma quando l’AD di Fiat e Chrysler parla – anche al condizionale – di una rivoluzione “sui generis”, che intravede il trasferimento del quartier generale, è ovvio che voglia indicare qualcosa. Causa ed Effetto.
Nei progetti, una volta risarciti i debiti con il governo americano, i giochi dei titoli vorrebbero intravedere il passaggio dal 25% al 31% di FIAT in Chrysler, e poi salire fino alle soglie del 50% (alle soglie; il desiderio del 51 non è a nostro avviso né semplice né ben accetto dagli americani).
Questione di negoziazione con l’amministrazione Obama. Che ha da bilanciare i contributi americani e canadesi. Novità potrebbero arrivare già nel mese di marzo. Marchionne sta sempre lavorando a un altro finanziamento governativo di 3 miliardi di dollari per lo sviluppo di un’auto ad elevata efficienza, ma in questo senso, come abbiamo ripetuto più volte, il manico del coltello passa a Chysler, che in fatto di tecnologie di nuova generazione (ibrido ad elettrico, fino a fuel-cell idrogeno) è decisamente più avanzato, con progetti già pronti e da noi perfino provati, gomme a terra. Ed è questo che sul tavolo delle decisioni farà la differenza.
.STRETTO A CHRYSLER. Ecco come si giustificano le “coccole” al Brand americano. Il gioco del pavone. Nella relazione Marchionne ha bacchettato un po’ da tutte le parti: ce n’è anche per Carlos Ghosn perché conduce Renault e Nissan come entità separate, come per Piech al qual dice che Wolfsbourg non avrà l’Alfa Romeo. Poi, altra stoccata al mondo industriale italiano: “Lo stabilimento di Mirafiori – ha dichiarato – è fondamentale, ma in Italia si fa troppa politica”.
I riferimenti positivi sono per i progressi Chrysler nel saldo operativo di quasi 800 milioni di dollari e con una liquidità di 9,6 miliardi di dollari. Ritorno ai profitti di inizio secolo.
Il tutto non è stato preso bene dal sindaco torinese Sergio Chiamparino che ha chiesto un incontro urgente con i vertici Fiat.