I costruttori giapponesi hanno complessivamente sofferto un danno pari a circa 516.000 veicoli non costruiti. Questo un primo bilancio degli effetti del terremoto in Giappone a un mese dal sisma.
Il più colpito è stato il gruppo Toyota, che stando ai dati “congelati” lo scorso 8 aprile, ha registrato una perdita pari a 260.000 veicoli. Il Gruppo possiede 18 stabilimenti sul territorio nazionale ma mentre 2 di essi hanno ripreso regolarmente l’attività gli altri rimarranno chiusi almeno fino al prossimo 18 aprile ma si parla di spostare il riavvio della produzione a fine mese.
Honda, Suzuki, Subaru, Nissan, Mazda, Mitsubishi sono tutti all’opera per cercare di ristabilire le normali condizioni di lavoro, anche se con risultati differenti. Il “sentiment” generale è di grande incertezza: l’intero settore non è attualmente in grado di fornire informazioni certe circa il completo ristabilimento dell’attività produttiva. Honda, ad esempio, ha subito una perdita pari a circa 60.000 veicoli. Il marchio ha riattivato tutti e 2 i suoi impianti ma il ritmo procede a velocità dimezzata rispetto allo standard. Anche Nissan (55.000 veicoli persi) ha ripreso a produrre nei suoi 5 centri di assemblaggio ma la ripresa rallentata avrà effetti negativi sugli ordini.
Suzuki, al 9 aprile, ha registrato un danno pari a 59.000 pezzi non prodotti, Mazda 43.000, Subaru 29.000 e Mitsubishi, uno dei primi costruttori a riprendere l’attività dopo il sisma, 26.000.
Alvise Seno
14/04/2011 – 11:55