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Start-Stop: l’America ancora "tentenna"

La tecnologia Start-Stop è ormai largamente diffusa in Europa. In America la diffusione è ancora lenta ma, secondo una previsione, nel 2016 quasi il 50% delle automobili in vendita sui listini americani avranno questo dispositivo. Il problema, tuttavia, almeno per ora, è che mancano le spinte alla reale diffusione del sistema.

 Manca infatti una reale percezione dell’utilità del sistema Start-stop per la riduzione di consumi e delle emissioni nocive. Al di là del dato puramente dichiarato dal costruttore (e non si fa fatica a credere sia sempre molto più ottimistico della realtà dei fatti), l’EPA (Environmental Protection Agency) l’Agenzia Americana per il controllo dell’inquinamento, non ha ancora validi strumenti per valutarne l’efficacia.

 L’organismo che si occupa anche della valutazione di consumi ed emissioni dei veicoli circolanti negli Stati Uniti non dispone di una metodologia accurata per la valutazione dell’impatto di questa tecnologia. Mancando, quindi, un supporto, ufficiale, i costruttori non possono valutare su una valida “leva” di marketing. Ci si aggiunga che, proprio per questo, non sono a tutt’oggi previsti incentivi per chi monta un sistema Start Stop sulla propria auto, ragion per cui i costruttori americani non sono incoraggiati a renderlo disponibile sui modelli a listino.

 Eppure, secondo un’indagine condotta da Pike Research, gli automobilisti americani sarebbero disposti ad acquistare un’auto che non spreca carburante quando si trova in sosta forzata durante la marcia (incroci o code).

 Attualmente, sul mercato americano sono disponibili solo tre automobili equipaggiate con sistema start-stop: BMW M3, Porsche Cayenne e Porsche Panamera.

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