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Dai Big dell’auto la volontà di “fare sistema”

 Il mercato dell’auto è entrato in una situazione di stallo con vendite stabilizzate intorno a quota 1.800.000 unità, un livello depresso che mette in difficoltà soprattutto la rete dei concessionari, mentre milioni di italiani devono rinunciare a sostituire le loro vetture già da tempo mature per il rinnovo a causa della carenza di risorse economiche. Questi dati sono emersi nell’intervento di Gian Primo Quagliano, Presidente del Centro Studi Promotor GL events, in conclusione dei lavori del convegno “Il mercato dell’auto al giro di boa del 2011” che si è svolto oggi a Milano. Secondo Quagliano il recupero del mercato dell’auto è oggi essenzialmente legato al rilancio dell’economia la cui ripresa si è fermata nel 3° trimestre del 2010. Come ormai è evidente l’unica misura che possa avere un effetto immediato sull’economia e sull’auto è una riforma fiscale che dia risorse ai consumatori. Il Governo deve rompere gli indugi e deve fare anche le scelte corrette evitando manovre controproducenti come l’aumento dell’iva che toglie ai consumatori con una mano quello che dovrebbe dare con l’altra e in ogni caso deprime i consumi e alimenta l’inflazione.

 Nel corso del convegno, che si è aperto con le relazioni di Jaques Bousquet, Unrae, e di Gianmarco Giorda, Anfia, (si veda il nostro comunicato di questa mattina) sono intervenuti importanti esponenti di alcune delle case automobilistiche più attive nel mercato italiano. I lavori della tavola rotonda sono stati aperti dall’intervento di Giuseppe Tartaglione, Amministratore Delegato di Volkswagen Group Italia, che ha messo in evidenza come la via d’uscita per la situazione di stallo che sta attraversando il mercato automobilistico italiano passa “da un rinnovamento del settore sia a livello di prodotto sia a livello di organizzazione, con l’obiettivo di far rinascere la voglia di acquistare auto, anche grazie ad una massiccia dose di innovazione (che permette di creare nuovi mercati) ed a investimenti in infrastrutture”.

 Roberto Matteucci, Amministratore Delegato di General Motors Italia, ha specificato che “il mercato automobilistico del dopo crisi si baserà sulla contemporanea coesistenza di diversi sistemi di alimentazione, come l’elettrico, l’ibrido, la benzina, il diesel ad alta efficienza, il metano ed il gpl. Saranno meno importanti i segmenti tradizionali di mercato e si creeranno nuovi piccoli sotto segmenti: per questo sarà più difficile cercare di anticipare i gusti ed i trend del mercato”.

 Massimo Gargano, Amministratore Delegato di Toyota Motor Italia, ha poi sottolineato che “in questo quadro di incertezza, probabilmente, aspettare perché si avverino le condizioni per una ripresa può avere un prezzo troppo alto; c’è bisogno di un intervento strutturale che aiuti il mercato a ripartire. Intervento strutturale che dovrebbe porsi obiettivi a medio lungo termine e puntare su un approccio di sistema stabile, moderno e innovativo”.

 Luca Napolitano, Direttore del mercato Italia del brand Fiat Automobiles, ha quindi precisato che una revisione del sistema auto in Italia “deve focalizzarsi su due aspetti molto importanti, e cioè sui costi per i consumatori e sulla tematica della sicurezza sulla strada. Vi è inoltre da prendere in considerazione la questione dell’assetto distributivo, dal momento che le concessionarie stanno pagando un prezzo molto alto alla crisi del mercato automobilistico”.

 Loris Casadei, Direttore Generale di Porsche Italia, ha affermato che l’auto deve essere difesa “perché continua ad essere un indispensabile bene di mobilità individuale per tutti. Questa libertà individuale non deve però collidere con le esigenze della collettività in termini di sicurezza e di ecocompatibilità”.

Fonte: Centro Studi Promotor GL events
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