MotorAge New Generation

Land Rover Defender Limited Edition 2011

 Rude alla Mad Max con tocchi Matrix.

 Tre generazioni e oltre sei decadi di carriera per il Land Rover delle origini, e più di due e mezzo dall’acquisizione del nome Defender; ciò lascerebbe intendere che tutto si sia raccontato su questa icona dell’offroad. Gli interventi, i ritocchi capaci anche di ammorbidirne progressivamente il carattere rude, sono stati pressoché costanti. La tecnica si è evoluta, ma anche l’immagine ha toccato corde più fini.
In questo caso abbiamo però messo al test l’ultima variante, la Limited Edition del Defender 90, atto millesimato e personalizzato dell’originale, avanguardia di quel atteso modello che dal foglio bianco dovrà partorire l’erede, in attesa di vedere la luce quando a Solihull decideranno di accendere i fari della sua notorietà.
Nel frattempo, al classico Defender è stato offerto un altro balzo verso la caratterizzazione, realizzato con questa Limited Edition che abbiamo provato nel modello Defender 90, SW a passo corto da 236 e dalle forti leve per favorire scena e funzioni.

 Look fuori dal mazzo – All’estetica pensano dettagli ben riconoscibili. A partire dal colore carrozzeria di questo esemplare del nostro test, che mette in mostra, per la prima volta sul Defender, un metallico “Nara Bronze”, che riesce a essere rude quanto scenograficamente potente. Tinta contemporanea con finitura contrastante in Santorini Black per tetto, parafanghi e finiture. A fare la differenza anche fari anteriori e gruppi ottici posteriori LED rinnovati. Inediti inoltre i cerchi in lega lucidi da 16″ Saw Tooth a razze dentate.
La gobbetta che spunta sul cofano motore è ormai come un marchio di caratterizzazione dell’ultima generazione (2007) del classico Defender, quella con il motore diesel TD4, forte, affinato, ma ancora in versione Euro4.

 Per la Special Edition, in Land Rover hanno detto si a paraspruzzi e al paracolpi nero zigrinato ai fianchi sottoporta, che in questo caso evita l’uso delle pedane pieghevoli.

 Dettagli da truck futurista – Scrutando a bordo si scoprono altre realtà della Special Edition, ad affinare un abitacolo già rivoluzionato nel design e nell’ergonomia nel restyling passato.

 L’arredo e la plancia sono resi più attraenti nel look, quasi a dare sensazioni da truck alla Revolution Man o alla Mad Max, con la bella doppia tonalità Ebony e Almond scelta per accompagnare l’esterno in Nara Bronze. I sedili, con laggiunta di sostegni laterali in pelle, oltre a raggiungere nuovi livelli di comodità, danno un bel tocco alla rifinitura, come del resto la consolle centrale in tinta carrozzeria, e il volante in pelle con cuciture a contrasto.

 All’interno di plancia e consolle rifinite a nuovo, si trova la strumentazione che mima dettagli del Discovery3, inclusi illuminazione a Led e buona dote di informazioni. Solida, compatta e tutto sommato ben assemblata per la filosofia Defender. la consolle a finitura metallica e dalla forma squadrata accoglie pure la presa per leggere gli Mp3, oltre a raccogliere i comandi dello stereo e dellimpianto di climatizzazione di serie.

 Dello stereo merita ricordare l’impostazione ricercata non solo a favore del sound ma anche per poter integrare un maggior numero di casse. Il climatizzatore ha una buona potenza per raggiungere velocemente la temperatura desiderata, evoluzione di un sistema di ventilazione modernizzato.

 Il neo nella fruibilità dello spazio, irrisolto e irrisolvibile, è la distanza quasi nulla tra gomito e portiera, e nonostante gli sforzi dei tecnici inglesi, la pedaliera leggermente disassata, specie nelle versioni guida a sinistra.
Ad aggiungere praticità, c’è invece il predellino posteriore.

 Forza di qualità più che quantità – Tra gli affinamenti estetici della silhouette del Defender, come dicevamo conoscitori e appassionati individuano nella gobba sul cofano l’indizio rivelatore che sotto si trova il motore turbodiesel a quattro cilindri di 2401 cc con testata in alluminio a 16 valvole, iniezione Denso common-rail e specifica turbina Garret a geometria variabile.
Ununità di derivazione Ford che gli ingegneri Land Rover hanno rimaneggiato secondo i loro parametri, lavorando su erogazione, lubrificazione, aspirazione e scarico.

 Ci si ritrova un diesel gradevolmente morbido su strada, ma che non demorde quando le sollecitazioni severe voglono cattiveria ed erogazione costante.
Ricordiamo che se nutrito con gasolio di qualità il TD4 rispetta le norme sullinquinamento Euro 4, ma anche che non ha problemi neppure a ingurgitare combustibili mediocri come quelli che si possono trovare a sperdute latitudini.

 Si accredita di 122 CV di potenza, che non sono tantissimi valutati sulla carta, ma sanno convincere per la regolarità di funzionamento nell’ampio arco di giri. Le curve di rendimento indicano che dei 122 CV sviluppati a 3500 giri, il 90% è sempre disponibile tra 2200 e 4350 giri, mentre per la coppia, il picco massimo di 360 Nm si sviluppa a 2000 giri ma tra i 1500 e i 2700 giri sono a disposizione sotto il pedale almeno 315 Nm.

 Il risultato è un diesel che non fa tuoni e fulmini ma capace di prestazioni spigliate, sveglio nello spunto da fermi, senza svogliatezze in ripresa.

 Cattivo, quasi docile – Al rendimento contribuisce parecchio anche l’associazione con la scatola cambio GFT MT 82, che ha sei marce con rapportatura studiata ad hoc. Sostanzialmente, prima corta e rapporti successivi che in progressione allungano lelasticità, il che è bene ricordarlo riduce le possibilità di stallo del motore sui virtuosi passaggi “hard”.
La presenza della sesta marcia va a favore dei viaggi, per consumi e l’insonorizzazione. Le marce scorrono fluide, la frizione è massiccia come deve ma non richiede sforzi fuori dallo standard: per chi è abitato a Land Rover vecchia stirpe, sembra quasi di manovrare un SUV.
Perfino l’assetto con i ponti rigidi pare aver superato un corso di buone maniere, ammortizzando i contraccolpi e dimostrando una discreta complicità con lo sterzo.
La lentezza delle reazioni dovuta alla telaistica persiste, ma rispetto al passato sono più naturali da gestire. Con la gommatura montata sulla Special Edition, perfino la strada si fa più morbida, e nelle curve addolcisce un po’ quella tendenza Defender ad allungare le traiettorie. Se si sfrutta l’accelerazione l’effetto è anche meno deportante.

 Veri istinti Offroader – Tra colline e fuoristrada, si trovano altre armi buone del 2.4 TD4, che ha il piglio per non perdere mordente quando le curve si stringono, e riuscire a mettere a frutto il grip delle quattro ruote motrici.

 Quando di asfalto non c’è più traccia e l’aderenza non permette di scherzare, il Defender mette davero a frutto il suo DNA tecnico, un telaio dalla notevole resistenza torsionale, e che tra dossi e buche profonde conta sulla straordinaria articolazione dei suoi due ponti rigidi: in alcuni passaggi le ruote sembrano quasi snodate per come seguono il terreno.
Le sospensioni sono buone incassatrici; ben ammortizzate nella prima parte dell’escursione, più dure dopo per non affondare sotto i colpi degli ostacoli seri. Gli sbalzi della carrozzeria ridotti all’osso sono il vantaggio che davanti agli ostacoli mette tranquillità, perfino arroganza quando l’impeto necessario a superare un passaggio non fa preoccupare di raschiate al terreno.

 Le quattro ruote motrici permanenti dispongono in questi casi di vari plus. Per esempio, il blocco differenziale centrale si può inserire sia con le marce alte che con le ridotte, che mettono a disposizione una forza da trattore a velocità minima, mentre il gas si lascia dosare con sensibiilità. Una gioia per la guida in aderenza. Nelle manovre che rendono ogni metro una conquista, il TD4 scende a giri ridicoli e non sembra andare mai in stallo. Prodigi delle mappature..

 Una nota per il sistema di controllo elettronico della trazione TCS (fornito abbinato all’ABS) che merita di essere preso in seria considerazione per l’efficacia: in situazioni di slittamento, anche in solchi profondi, il TCS ha cominciato d’un tratto a ripartire la trazione, fornendo quel “colpo di reni” che ha dato modo al Defender di riconquistare mobilità.
Il tutto, affrontabile con le originalità di questa serie Special Edition, sembra ancora più bello.

Prezzi
Defender 90 SW Limited Edition 34.000 Euro

Valutazioni e guida all’acquisto
Nella dotazione standard come per tutta la gamma, si ritrovano allarme perimetrico, alzacristalli, chiusura centralizzata. La Special Edition acquisisce le cure di allestimenti superiori come moquette, vetri atermici, autoradio CD con presa AUX MP3, il box centrale. Ma qui ci sono accuratezze dedicate, sia nelle tinte carrozzeria, negli accessori e nei dettagli esterni come per ottiche Led, griglia e cornice fari, sottoporta zigrinati, sia per finiture e dotazioni interne quali sedili in pelle con fianchetti estesi, volante rivestito in pelle, look consolle.
A parte la scritta Defender sul lato posteriore, una nuova scritta Land Rover nera lucida sul cofano e nuovi logo Land Rover argentati in evidenza davanti e dietro.
Questa edizione limitata propone dunque un aspetto più incisivo, e se nel considerare il prezzo specifico sul mercato, questa Edizione Limitata (ricordiamo che erano stati previsti 200 esemplari) comporta circa il 30% in meno rispetto al costo complessivo dei soli optional.

Garanzia e Manutenzione
3 anni o 100.000 km

I Pregi
Look e Personalizzazione. Resterà una rarità
Erogazione motore TD4 su un ampio arco di giri
Consumi accettabili grazie anche al cambio 6m
Meccanica professionale
Motricità e mobilità che trovano pochi paragoni

I Nei
Anche con i ritocchi, non va concepito come moderno concetto di confort
Fruibilità spazio: non deve essere importante
Nessuna imbottitura su plancia e consolle
Motore omologato ancora Euro 4
Dotazioni sicurezza passiva

 

 In sintesi la scheda Land Rover Defender 90 SW Limited Edition

Motore
tipo Diesel, 4 cilindri in linea, 16v, turbo a geometria variabile, intercooler
posizione anteriore longitudinale
alimentazione iniezione diretta common-rail
cilindrata (cc) 2401
potenza (CV/kW) 122/90
regime (giri/min.) 3500
coppia massima (kgm/Nm) 36,7/360
regime (giri/min.) 2000

Trasmissione
trazione integrale permanente, differenziale centrale bloccabile senza e con ridotte, controllo elettronico trazione (TCS)
cambio manuale a 6 marce +rm – riduttore 1:3,269

chassis e contatto al suolo
struttura telaio a longheroni e traverse
carrozzeria 2 porte, 4 posti
sospensioni anteriori ponte rigido, molle elicoidali
sospensioni posteriori ponte rigido, molle elicoidali barra stabilizzatrice
freni anteriori/posteriori dischi /dischi
cerchi e pneumatici 16” – 235/85 16

lunghezza (cm) 389,4
larghezza (cm) 179
altezza (cm) 197
passo (cm) 236
altezza da terra (cm) 31,4
angolo d’attacco (gradi) 50°
angolo di uscita (gradi) 49°
pendenza superabile (gradi) oltre 45°

PESO (kg)
in ordine di marcia 1705
max a pieno carico 2400
rimorchio max 3500

vano bagagli (litri)
volume con 4 posti (litri) 320
volume con 2 posti (litri) 980

PRESTAZIONI
velocità max (km/h) 135
accelerazione da 0 a 100 km/h 15”8/10
diametro di sterzata (m) 11,7

CONSUMI (litri/100 km)
urbano (l/100 km) 12,5
extraurbano (l/100 km) 8,6
misto (l/100 km) 10,0
serbatoio (litri) 60
emissioni di CO2 (g/km) 266

foto Andrea Pasqua

PHOTO GALLERY

 

Fabrizio Romano
21/07/2011 – 15:34

Exit mobile version