Etanolo: gli USA sorpasseranno il Brasile?
Secondo l’EIA, l’agenzia americana che si occupa del monitoraggio dell’inquinamento, quest’anno gli Stati Uniti potrebbero superare il Brasile nelle esportazioni di etanolo. Lo stato Sudamericano è notoriamente il primo produttore mondiale di E85, miscela all’85% di etanolo (un biocombustibile prodotto mediante un processo di fermentazione delle biomasse, ovvero di prodotti agricoli ricchi di zucchero (glucidi) quali i cereali, le colture zuccherine, gli amidacei e le vinacce) e 15% di benzina.
Il sorpasso potrebbe avvenire grazie a una serie di elementi verificatesi nel corso del 2011: prezzo tendenzialmente più concorrenziale del prodotto americano, eliminazione del dazio all’importazione del 20% verso il Brasile e basse tariffe all’importazione sui paesi europei.
D’altro canto il Low Carbon Fuel Standard attualmente in vigore in California (una normativa introdotta dal governatore Schwarzenegger agli inizi del 2007 e orientata alla riduzione della produzione di carbonio di almeno il 10% entro il 2020 dei combustibili per autotrazione) ammette un minor valore di carbonio emesso da parte dell’etanolo cricavato da canna da zucchero (prodotto in Brasile) rispetto a quello da mais (normalmente prodotto in America), incentivando così le esportazioni verso l’estero.
Dal 2000, negli Stati Uniti, le auto di produzione corrente hanno incrementato la possibilità di bruciare, assieme alla normale benzina, anche altre percentuali di sostanze. Questo in conseguenza all’azione dell’Environmental Protection Agency, l’agenzia federale per il controllo dell’inquinamento, che ha alzato il quantitativo di etanolo “accettabile” dai veicoli dal 10 al 15% passando, quindi, dalla vendita di E10 a E15.
I pareri sullo scenario futuro sono discordanti: c’è chi afferma che grazie al maggiore utilizzo di etanolo i prezzi della benzina caleranno. Altri lamentano che questo porterà a un aumento della dipendenza da paesi stranieri.