Supercar: boom del mercato indiano
L’India, Paese dai forti contrasti, potrebbe diventare il nuovo mercato di business per molti costruttori di supercar. Nonostante la Banca Mondiale abbia stimato che il 75% della popolazione vive con meno di 2 dollari al giorno, entro il 2015 la popolazione di super-ricchi è destinata più che a raddoppiare (erano 173.000 nel 2010, saranno oltre 400.000 nel 2015). Questo sta influenzando le mosse strategiche dei principali costruttori di auto sportive.
Lamborghini, ad esempio, sta per aprire il secondo concessionario ufficiale dopo quello già attivo a Mumbay. Ferrari, dal canto suo, dopo l’apertura del primo showroom nello scorso mese di maggio punta all’apertura di 4 nuovi punti vendita entro la fine del 2012.
La forbice aumenta – La nicchia dei milionari sta diventando sempre più appetitosa per i produttori di beni di lusso. Oltre a Ferrari e Lamborghini altri brand di prestigio come Porsche, Aston Martin (che dall’apertura del suo primo concessionario a Mumbay lo scorso aprile dovrebbe centrare gli obbiettivi di vendita del 2011) o Maserati. Quest’ultima, inizierà le sue grandi manovre a partire dalla primavera del 2012.
Il mercato indiano è stato depresso per molti anni e ora, secondo vari studi, la popolazione che ne ha la possibilità, è alla ricerca di beni di consumo che riescano a rappresentare adeguatamente il loro status. Nonostante questo, però, il mercato dell’automobile soffre: la Banca Centrale indiana, nel 2011, ha aumentato il tasso d’interesse in oltre dieci occasioni. Questo ha rallentato le vendite, fa sapere l’Associazione indiana dei costruttori d’automobili, in un mercato dove l’80% dei clienti acquista l’auto grazie a un prestito. Il mercato interno, nel mese di settembre, è calato dell’1,8% rispetto al 2010, il terzo mese negativo consecutivo. La stessa Tata Nano sta soffrendo molto (rispetto allo stesso periodo del 2010, nel 2011 le vendite sono in calo del 21%).
Infrastrutture carenti – “Le strade indiane non aiutano certo la diffusione di auto sportive. Così dobbiamo accontentarci di quello che abbiamo”. A parlare è Gautam Singhania, fondatore di un famoso club indiano di auto sportive, che in due anni ha visto i soci aumentare dai 10 iniziali fino agli attuali duecento. Il sodalizio di Mumbay, almeno per ora, deve limitare i propri raduni a poche strade, quasi sempre le stesse, dove far correre le proprie Lamborghini Gallardo, Porsche 911 o Ferrari 430 e 458.