La CTS-V Station Wagon è l’ultima arrivata, il modello che completa la gamma e va a imporre la sua presenza sui classici feudi di Audi, Mercedes e BMW. In Italia la vendita è affidata a 8 concessionari ufficiali. I prezzi: CTS-V (82.931 euro), CTS-V Station Wagon (85.474 euro) e CTC-V (86.633 euro), decisamente competitivi rispetto alla concorrenza che supera sempre i 100.000 di prezzo.
Posto che una Cadillac di nuova generazione la riconosci a chilometri (lo stile spigoloso, tipicamente anni ’70, è tutto lì) una V la noti al primo sguardo per la possente aggressività: griglie anteriori di grande impatto estetico, spoiler inferiore, pinze freno di colore giallo, ruote brunite e alcuni particolari dedicati. Sulla Coupé, ad esempio, spicca il grande doppio scarico. Sulla Station Wagon si nota il grande paracolpi del differenziale posteriore. Elementi di una grinta sconfinata, forse anche troppo su un’auto che deve essere anche elegante.
Tant’è. Funzionalità innanzitutto. E la CTS-V lo è: iper accessoriata (viene venduta “praticamente” full optional) ed estremamente confortevole in un uso morigerato. L’assetto (che può essere morbido o sportivo grazie a un pulsante) si amalgama affabilmente con il cambio automatico (il manuale lo consigliamo a chi d’inverno dorme con gli scarponi da sci o d’estate non si spreca a entrare in acqua con il kitesurf con meno di mare forza 10). Quest’ultimo è docile nei cambi marcia. Sicché, guidata come una qualsiasi coupé, la CTS-V è niente meno che un’ottima auto. Ma guai a provocarla!
La CTS-V, se pesti sul gas, ti azzera il respiro, ti schiaccia al sedile come una forza disumana e, in modo altrettanto disumano, in poche centinaia di metri ti proietta a velocità imbarazzanti. Nelle accelerazioni più violente il controllo di trazione è sempre al lavoro per tenere il corpo vettura nei ranghi altrimenti il sovrasterzo sarebbe una costante. I 4” dichiarati da 0 a 100 sono davvero realistici! E questo a dispetto di un peso non certo contenuto: dai poco più che 1.900 della Coupé ai quasi 2.000 della Station Wagon. In questa condizione si capisce perché in Cadillac vanno orgogliosi di affermare che la CTS-V è stata sviluppata lungo il circuito del Nurburgring. Per i palati fini ciò equivale a un perfetto cobranding per affermare che quest’auto “sa” come andare forte. Del resto anche a velocità inenarrabili resta inchiodata all’asfalto, ha un’ottima tenuta laterale in curva (in cui avverti il peso ma anche il gran lavoro dell’assetto) e una forza pazzesca che non sembra finire mai. Infatti, per capire dove veramente possa arrivare, l’unico posto è, se la pista è anche troppo, fare un bel giro in Germania. Qui, sulle autostrade, non ci sono limiti e i 300 sono liberi. La frenata, infine, è sufficientemente energica considerando che, data la massa e la potenza in gioco, un bell’impianto con dischi carboceramici avrebbe comunque un’altra resa e resistenza.
Perché comprarla? – Perché pensiamo che 450 Cv di una Maserati Granturismo MC stradale o di un’Audi RS5 siano troppo pochi. Perché è un perfetto esempio di lusso sportivo. Perché ancora non c’è una vera erede della Porsche 928. Perché la TVR Cerbera 4.5 Mk2 è un’auto per piloti veri. Perché al V12 di un’Aston Martin DBS preferiamo il classico carattere forte e agreste di un 8 cilindri americano (per non dire che l’Aston costa il triplo!). Perché resterà, almeno in Italia date le nostre abitudini di consumo, un’auto di estrema nicchia, della quale se ne vedranno davvero poche. Perfetta, quindi, per rompere con il conformismo di una Jaguar XK.
Alvise Seno
17/10/2011 – 12:19