Rossi e la Ducati: una stagione da dimenticare
Domenica si corre il Gran Premio della Malesia, penultima prova del Motomondiale, che ha visto il trionfo della Honda e di Casey Stoner. A conferma di una stagione speciale per la Casa di Tokyo, le prove libere si sono concluse con un poker: Pedrosa guida infatti un quartetto composto da Stoner, Dovizioso e Simoncelli. Ancora molto male, invece, Valentino Rossi, 13° con la sua Ducati a quasi due secondi e mezzo da Pedrosa. Continua il lavoro di sviluppo del “Dottore” per il 2012, ma il clima, nel team, è tutt’altro che sereno, soprattutto dopo le polemiche scoppiate in settimana dopo l’ennesima debacle avvenuta a Philip Island, nel GP d’Australia.
Ecco, in breve, la ricostruzione dei fatti.
Una moto di m… – Rossi sta parlando della sua caduta ai microfoni di Italia 1, nel corso della trasmissione “Fuori giri”: “Quando ho superato Bautista, non so perché mi si è chiuso davanti. Non è stata una staccata al limite… Solo che lei (la moto, ndr.) non vuole fare i sorpassi”. A quel punto, gli passano l’auricolare per le consuete domande dallo studio e un Nico Cereghini in versione “bar sport” rilegge i suoi appunti ad alta voce. “Dunque Vale, io ho scritto: 14° giro, out Rossi, cade, via davanti, moto di m….”. Risate in studio, e Rossi che in parte glissa sul commento, ma poi ribadisce: “Avevo già mollato il freno, non ha senso che vada via davanti. Abbiamo anche guardato i dati (la telemetria, ndr)… Avevo la stessa velocità ed ero piegato uguale. Non ha senso. Non riesco a fidarmi e le volte che mi fido cado. In più è stata a una fortuna che Bautista non mi abbia centrato, c’era anche da farsi male”…
Fine di un mito? Sorvolando sul commento infelice di Cereghini, che comunque nei giorni seguenti si è profuso in mille scuse dando la colpa al “clima rilassato che si era instaurato nello studio”, la questione rimane aperta: la Ducati è davvero una moto così pessima o Valentino non ha più la stessa cattiveria di un tempo e, sazio di titoli, non se la sente di spingere al massimo? La risposta non è un così semplice come sembra e, spesso, nel dare giudizio in merito, tifosi e opinionisti sono equamente divisi tra “pro” e “contro” Rossi. Ma parliamoci francamente. La Ducati, è vero, non è mai stata una moto facile. Negli anni solo Casey Stoner ha saputo portarla a limite e vincere un Mondiale. Fatta questa premessa non ci si può nascondere dietro a un dito. Dopo nove titoli mondiali è anche normale aver perso quella grinta e quel pizzico di follia che da sempre contraddistingue i piloti più grandi. Valentino non si sente sicuro, non trova il feeling con la sua moto e, molto probabilmente, anche dopo il grave infortunio rimediato in allenamento alla spalla pensa: “Ma chi me lo fa fare di rischiare?”. Noi non crediamo che Rossi sia finito, che questa situazione lo lasci indifferente e che non abbia più voglia di correre.
Riteniamo, però, che gli “stati di grazia” non durino per sempre. E che i giovani piloti abbiano molta più “fame” di un 32enne che per numero di titoli è secondo solo al grande Giacomo Agostini. Siamo così sicuri, per esempio, che il Vale di oggi, in sella a una Yamaha, ripeterebbe quell’incredibile sorpasso con spallata che fece a Sete Gibernau sul circuito di Jerez? O che Stoner su questa Ducati non se la sarebbe giocata ad armi pari con le Honda? A prescindere da queste congetture, ora bisogna pensare al futuro. Riusciranno Rossi e i tecnici di Borgo Panigale a ribaltare la situazione? Staremo a vedere. Nel frattempo, da appassionati speriamo fortemente nella nascita di nuovi campioni che sappiano riportare in MotoGP quei duelli che tanto ci hanno divertito in questi anni e che in questa stagione, per una serie di motivi, un po’ ci sono mancati.
André Rossi
21/10/2011 – 18:03