Un romanzo che sfocia nella customizzazione, e che al Motor Bike Expo si rappresenta con una Dodge del ’48. Dopo 17 anni di carcere, si è rifatto una vita grazie alle Custom Car.
Una delle principali novità del Motor Bike Expo 2012 sarà l’“apertura” del salone di Verona alle 4 ruote.
Protagoniste di una grande area, nel padiglione 5, saranno infatti le Hot Rod, ovvero le auto, per lo più statunitensi, profondamente personalizzate.
L’iniziativa non segna un cambio di rotta ma piuttosto l’ampliamento della prospettiva entro al quale già si muove il MBE nel modo di abbracciare l’ampio panorama del genere custom.
Nel campo delle personalizzazioni, infatti, il confine tra moto e auto è spesso inesistente e in molti casi i protagonisti del settore sono gli stessi e le fonti di ispirazioni le medesime.
Tra gli eventi clou, la customizzazione live di una Dodge Coupé del 1948 in una sorta di workshop del Rumblers Car Club e il coordinamento di un “noto” quale Alex Gambino, statunitense di chiare origini italiane, divenuto uno degli esperti americani del settore.
A raccontare la storia un po’ “maledetta” (e per questo, forse, più affascinante) di Gambino è Romano Brida, Presidente dei Rumblers italiani, che è volato in Texas nell’aprile del 2011 appositamente per conoscerlo e che è riuscito a portarlo a Verona.
“Se alla vita di Gambino dovessimo dare un titolo – esordisce Brida – potremmo utilizzare quello ideato dalla storica rivista americana “Gearhead” e pubblicato, in italiano, per il reportage che gli ha dedicato nel 2009: “Una vita riacquistata dalle belle macchine!”. L’headline, forse linguisticamente non impeccabile, fa però subito comprendere che è grazie alla passione per le auto che Alex è riuscito a raddrizzare un’esistenza che sembrava compromessa da gravi problemi con la giustizia e da conseguenti lunghi periodi di detenzione”.
Alex Gambino nasce a Buffalo (New York) l’11 settembre 1958. La sua è una famiglia di italo americani da tre generazioni, con un cognome e delle attività un po’ “particolari” nella città di New York.
Gambino poi emigra con la madre in California, e per Alex la nuova casa coincide con un’esplosione di passioni: musica, sesso, auto, moto, club di motociclisti, gang messicane e soprattutto droga. I suoi problemi con la giustizia si ingigantiscono al punto che Alex trascorrerà ben 17 anni detenuto in diversi istituti penitenziari statunitensi.
In questo periodo ha modo di evolversi la sua abilità nella lavorazione dei metalli in carrozzeria, e l’arte del tatuaggio.
Nel 1992, saldati i conti con la giustizia, Gambino si mette a studiare e disegnare Custom Car, comprendendo che questo mondo gli offre l’opportunità per ricominciare. Seguendo uno stile classico “lowbrow” anni ’60, all’inizio del nuovo millennio decide di aprire il suo Garage: “Gambino Kustoms”.
Il resto è storia recente e conosciuta: decine di progetti su auto, pickup e Hot Rod.
Fabrizio Romano
02/01/2012 – 17:32