Decreto Monti: i benzinai non ci stanno…
…e confermano lo sciopero.
Il decreto Monti sulle Liberalizzazioni avanza spedito nonostante polemiche e vive proteste delle organizzazioni professionali interessate.
La Faib Confesercenti afferma che “Rispetto alle prime bozze registriamo un netto passo indietro dell’esecutivo riferito alla possibilità di una riforma vera e concreta del settore”. il Governo abbia fatto retromarcia su tutta la linea di fronte alla potente lobby dei petrolieri, i cui privilegi non vengono neanche scalfiti ma persino rafforzati”.
Ci si prepara a un lungo periodo di sciopero, probabilmente 10 giorni, le cui modalità saranno presto comunicate.
Tra le misure in gioco del decreto Liberalizzazioni, come noto, una tocca l’annoso problema dei carburanti. L’intervento del Governo, secondo le intenzioni dell’esecutivo, “dovrebbe” innescare nel settore una maggiore concorrenza e arrivare all’abbassamento dei prezzi della benzina. Come a dire: “caro automobilista: le accise sulla benzina restano. I prezzi li possono abbassare i gestori”.
Lobiettivo finale che si sta tentando di raggiungere è la definizione di uno scenario di libero mercato, in cui i gestori possono “scegliere” il fornitore di benzina. Ma non solo. Nel dettaglio:
1) I benzinai saranno liberi di scegliere di rifornire le proprie pompe dove i carburanti costano meno. Verrebbe quindi a decadere l’obbligo di esclusiva nei contratti fra gestori/proprietari delle stazioni di servizio e compagnie petrolifere.
2) Ogni benzinaio potrà vendere anche prodotti ‘non-oil’ quali tabacchi, riviste, quotidiani e generi alimentari.
3) I benzinai potranno diventare proprietari della pompa che gestiscono attraverso lo strumento del riscatto
4) Maggiore libertà di esercizio delle pompe self service fuori dai centri abitati.
5) Maggiore trasparenza, infine, per quanto riguarda l’esposizione dei prezzi. All’ingresso dei distributori, insomma, si richiede di esporre sia il prezzo “servito”, sia quello “self-service” superando così strategie “furbe” adottate da alcuni marchi?
Dubbi, perplessità, angosce – Analizzando il decreto si scopre che la scelta del fornitore vale esclusivamente per i gestori “proprietari” delle pompe di benzina. Inoltre, la norma si applica alle cosiddette “pompe bianche” ovvero quei marchi che non appartengono alla galassia dei brand che siamo abituati a conoscere (ENI, TOTAL, ERG, ESSO, SHELL ecc). Non si conosce, in Italia, il numero e si stima possano essere 500 su oltre 23.000 complessivi. Non sarebbe, di conseguenza, una liberalizzazione vera e propria in quanto essi già si riforniscono direttamente alle raffinerie, saltando il Petroliere.
In secondo luogo, la possibilità di vendere tabacchi riguarda solo le aree di servizio con una superficie di almeno 1.500 metri quadri. La norma, quindi, privilegia solo le stazioni di rifornimento più grandi, che potrebbero da questo creare ancora più utili e rafforzare, quindi, il loro potere.
Per quanto riguarda, poi, la liberalizzazione degli orari di apertura dei self-service, il decreto dice che lobbligo di presenza del personale in tali stazioni di rifornimento non sia limitata al solo titolare della licenza o ai suoi dipendenti: sarà sufficiente che vi siano dei “collaboratori”. Inoltre è vietato ogni vincolo o limitazione allutilizzo continuativo. Tuttavia, fanno notare i benzinai stessi, in alcuni casi questo già avviene. La norma, però, secondo i sindacati dei gestori, potrebbe avere conseguenze molto negative: si potrebbe infatti assistere all’espulsione di molti gestori per creare impianti totalmente self-service, con drammatiche conseguenze sul piano dell’occupazione nel settore.
Alvise Seno
24/01/2012 – 16:49