Le nuove tecnologie applicate al settore automobilistico riducono i consumi e le emissioni ma, d’altro canto, hanno ancora costi molto elevati. Uno dei motivi è l’alto costo di alcune materie prime utilizzate per la costruzione di componenti, rare e preziose.
Toyota, il più grande produttore al mondo di sistemi di propulsione ibrida, sarebbe attivamente alla ricerca di soluzioni per ridurre la dipendenza da materiali costruttivi rari e costosi. Per effetto di questo, attualmente, il Giappone assorbe un terzo della domanda planetaria di materiali rari per l’industria.
Il maggior produttore al mondo è la Cina, dove sono presenti numerose miniere di materiali rari come neodimio e disprosio, utilizzati per la realizzazione di magneti nei motori elettrici. La Cina, attualmente, ne produce il 90% di tutta la domanda mondiale e, secondo una stima, le sue riserve ammontano a un terzo di tutto il quantitativo disponibile sulla Terra.
Questa posizione privilegiata del Paese orientale rischia di creare preoccupanti posizioni di monopolio e qualsiasi decisione in ordine alla variazione degli stock di materia prima prodotta può avere forti impatti sulla produzione di automobili ibride. Il Governo stesso sta tentando di limitare le esportazioni. L’anno scorso, secondo alcune fonti, il Governo ha imposto la chiusura di tre miniere di materie prime rare nella regione dello Jiangxi.
L’iniziativa di Toyota non è isolata: recentemente l’inglese Sevcon ha annunciato una importante partnership con Cummins Generator Technologies e il Power Electronics and Drives Research Group dell’Università di Newcastle per lo sviluppo di sistemi di propulsione elettrica di nuova generazione che non fanno uso di materiali rari.