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Fallimento De Tomaso: arrestato Rossignolo

 Limprenditore Gian Mario Rossignolo, che nel 2009 rilevò i diritti per la rinascita del marchio De Tomaso (dichiarato fallito all’inizio di luglio dal Tribunale di Livorno e due giorni fa da quello di Torino), è stato arrestato dalla Guardia di Finanza di Livorno nell’ambito di un’inchiesta per l’ottenimento di un ingente finanziamento dalla Regione Piemonte pubblico di 7 milioni di euro per la realizzazione di corsi di formazione per i dipendenti dell’azienda.

 Questi fondi, secondo le Fiamme Gialle, furono ottenuti utilizzando una fideiussione falsa. Inoltre, il denaro non sarebbe mai stato utilizzato per il fine dichiarato ma sarebbe finito nelle tasche dei dirigenti De Tomaso.

 Oltre a Rossignolo, attualmente agli arresti domiciliari nella sua villa di Vignale Monferrato, sono stati arrestati un dirigente della De Tomaso e un mediatore creditizio di Bergamo il quale avrebbe fornito una polizza falsa per ottenere i fondi.

 Un sogno mai divenuto realtà – Rossignolo, ex manager Telecom, rilevò il marchio del 2009 con grandi progetti: 3.500 auto l’anno, un modello “anti Mini”, un SUV e una berlina di lusso; e nel giro di qualche anno, anche il modello forse più famoso della storia De Tomaso: la Pantera. Allo scopo, furono rilevati gli stabilimenti Pininfarina di Grugliasco (con una forza lavoro di circa 1.000 tecnici) e l’impianto ex-Delphi (colosso americano di componenti) di Livorno.

 Al Salone di Ginevra del 2011 Rossignolo presentò la berlina di lusso Deauville, ma già a quell’epoca fu immediatamente chiaro che il percorso era totalmente sbagliato: marchio cofano stravolto, meccanica troppo americana, design simile (in modo imbarazzante) alla BMW Serie 5 GT.

Alvise Seno
13/07/2012 – 11:01

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