I partecipanti che si sono dati appuntamento allo Stadio Olimpico Luzniky per le verifiche sono stati parecchi: ben 115 tra auto e camion. Tra i piloti più blasonati troviamo Schlesser con il suo buggy blu, Lucio Alvarez che con la Toyota Overdrive, tutto il team G Force al gran completo, e moltissimi equipaggi provenienti da ogni dove; Europa, Sud America, Medio Oriente.
Due giorni dedicati alle verifiche tecniche hanno permesso a tutti di ambientarsi in una città dalle dimensioni esagerate come Mosca. Poi la partenza allestita davanti a San Basilio, in Piazza Rossa; una coreografia notevole.
La vittoria è stata tutta russa, sia per le auto che per i camion; ma molti sono stati gli equipaggi che hanno accusato problemi meccanici, tra cui il Kamaz di Ardavichus che ha rotto il semiasse anteriore e si è trovato a perdere più di un’ora quando mancavano pochi chilometri alla fine della prova speciale.
La seconda giornata di gara è iniziata con piste sabbiose, anche abbastanza veloci e culminata nelle dune di Volgograd, dove tutti hanno trovato difficoltà soprattutto nella navigazione, come ci racconta Bernardo Graue, il navigatore Argentino di Lucio Alvarez.
Un fatto clamoroso è stato poi il ribaltamento del buggy di Schlesser a soli 21 km dalla partenza della prova speciale – che per inciso era lunga 309 km – il pilota ha accusato la frattura di un polso ed è stato quindi costretto al ritiro.
La tappa è stata vinta dal francese Lavielle, ma al vertice resta il Toyota di Lucio Alvarez tra le auto e tra i camion il Kamaz di Mardeev, inseguito dal Man di Alex Loprais. Quest’ultimo alla sua prima gara dopo il brutto incidente avvenuto alla Dakar, dove ha distrutto il Tatra, ci confessa che è contento di essere presente, anche se il Man è solo un test per il momento, poi spera di ricostruire il Tatra nuovamente.
Pioggia incessante per tutte le giornate, perciò anche la tappa attorno a Elista per ben 588 km è stata accorciata e fermata al CP2, per limitarla a 300 km
L’ultima tappa, ben 666km, ha visto un notevole cambiamento di classifica. Infatti il francese Lavielle, che aveva dominato le scene per buona parte di gara, ha accusato problemi meccanici al suo prototipo e si è ritrovato fuori gioco.
La vittoria, pertanto è andata al russo Gadaisn, seguito dall’ungherese Szalay e dal ceco Zapletal.
Bene, considerate le difficoltà, il lavoro dell’organizzazione capitanata da Sermen Yakubov e da Frederic Lequien, che è riuscita ad adattarsi alle evoluzioni meteo e di itinerario.
Prima della realizzazione della competizione era stato espresso da molti piloti – in particolare quelli legati alla Dakar – un po’ di diffidenza nei confronti di questa macchina organizzativa, vuoi per la giovane età, vuoi per la dissociazione dalla ASO; in realtà questa scelta ha ottenuto buoni risultati.
Mimmo Ravaccia
Redazione MOTORAGE
16/07/2012 – 18:13