Mars Rover Curiosity
Il più grande spettacolo dopo il Big Bang.
Il presidente americano Barack Obama l’ha definito “un exploit tecnologico senza precedenti che resterà come una pietra miliare della fierezza nazionale nel futuro”.
Stiamo parlando del’arrivo su marte della sonda Rover Curiosity che nella mattinata di ieri, 6 agosto, con la puntualità di un treno cibernetico (ancora più preciso dei soliti svizzeri) è giunto su Marte dopo aver percorso qualcosa come mezzo miliardo di chilometri. Ma andiamo con ordine.
La sua avventura è iniziata nel novembre scorso quando la capsula spaziale contenente il Rover si è staccata dall’orbita terrestre direzione Pianeta Rosso, anzi più precisamente il cratere di Gale nell’equatore del Pianeta.
Le fasi di atterraggio sono state particolarmente concitate dato che la capsula ha dovuto fare tutto da sé senza poter contare sui comandi remoti dalla Terra. E in effetti era impossibile dato che per mandare un segnale alla base e riceverlo indietro ci vogliono 14 minuti mentre il tempo a disposizione per l’atterraggio era solo di 7 minuti.
In questo breve intervallo di tempo la capsula spaziale ha dovuto decelerare dalla velocità di 20mila km/h con cui ha penetrato la rarefatta atmosfera di Marte sino a 3,6 km/h a poco più di 125 metri d’altezza. Per gli ultimi metri Curiosity è stato fatto scendere aggrappato a uno “Ski Crane” una sorta di gru spaziale che l’ha posata delicatamente al suolo tramite 4 corde di nylon.
Come è fatto – Grande quasi come una citycar (è lungo circa 3 metri e pesa intorno ai 900 kg, che poi diventano 350 per via della mino gravità sul Pianeta Rosso) Curiosity fa parte della missione più complessa e costostosa (2.500 milioni di dollari) mai tentata dalla Nasa dai tempi di Lunar Roving sulla Luna.
Diversamente dagli altri “Mars” finora inviati nello spazio come Viking 1 e 2, Pathfinder, Phoenix, Opportunity e Spirit, il nuovo Rover Curiosity non presenta i tradizionali pannelli solari che sui precedenti modelli servivano a dare energia per alimentare le batterie; questa volta i motori elettrici sono alimentati da un generatore nucleare al diossido di plutonio in grado di assicurare un’autonomia di ben 14 anni, lavorando, quindi indipendentemente dalle condizioni di irraggiamento solare.
Grazie a questo sistema Curiosity è in grado di operare in condizioni climatiche estreme (si parla di -127 ° a + 40°). A bordo del veicolo ci sono speciali fotocamere digitali in grado di realizzare sia immagini in alta risoluzione che video in HD.
Tra i souvenir portati dalla Terra (nel caso si incontri il marziano di turno) ci sono anche l’autoritratto di Leonardo da Vinci e il “Codice sul volo degli uccelli” forniti in versione digitale dall’Agenzia Spaziale Italiana.
Il Curiosity dispone di 6 ruote motrici ognuna collegata a un motore elettrico, con le anteriori e posteriori sterzanti e indipendenti l’una dall’altra per quanto riguarda l’angolo di svolta.
Un sofisticato sistema di sospensioni consente inoltre al veicolo di mantenere tutte le ruote a contatto con il suolo indipendentemente dalle condizioni del fondo e di superare rocce e ostacoli alti sino a 75 cm. Le ruote da 20 pollici sono realizzate in alluminio e presentano tassellature che oltre a migliorare la trazione assicurano anche un adeguato sostegno strutturale mentre la curvatura dei raggi in titanio fornisce un ulteriore supporto elastico.
Su terreno pianeggiante e privo di ostacoli, Curiosity potrebbe raggiungere una velocità massima di 90 km/h, ma per evitare inutili sforzi, la velocità sarà sempre mantenuta entro limiti di sicurezza. Nei due anni previsti per la missione, Curiosity dovrebbe percorrere spostamenti alla ricerca di indizi della presenza di vita su Marte. Più di cosi per ora non potevamo fare. Per adesso possiamo solo aspettare nella speranza di avere riscontri positivi.
Marco Rocca
07/08/2012 – 14:20