Finalmente la settima generazione della Volkswagen Golf è stata svelata e si dimostra capace di solleticare le fantasie, pur ampliando la tipica versatilità del modello.
In dettaglio – Si parte dalla linea che parte dal frontale aggressivo i cui elementi orizzontali esaltano la larghezza come avveniva per la prima Golf, mentre i fari sono di chiara ispirazione Scirocco. Rispetto al modello precedente, la best seller di Wolfsburg sfoggia superfici completamente rimodulate. A titolo d’esempio, la sesta generazione mostrava il cofano motore rialzato in corrispondenza dei parafanghi; ora è esattamente il contrario.
Anche la parte posteriore è completamente nuova ed è caratterizzata dalla geometria essenziale dei gruppi ottici, il lunotto che “tocca” i montanti e l’ampia superficie uniforme che circonda il logo del Marchio. Un gioco di dettagli che ha una sua valenza pratica, come si evince dal piano di carico ribassato a 665 mm. Misura quest’ultima semplicemente la migliore del Segmento C, ottenuta senza sacrificare la bellezza. Perché la bellezza, a costo di sembrare enfatici, è il filo conduttore della nuova Golf e si ritrova pure nelle fiancate snelle e al contempo “muscolose”; e la storia continua all’interno.
L’abitacolo infatti è una cura fatta di materiali evoluti e solidi, appaganti alla vista e morbidi al tatto persino negli angoli più reconditi, e la sensazione è di essere a bordo di una vettura di classe superiore.
Pratico, come sempre, il posto guida con i comandi primari e secondari privilegiati, le regolazioni accurate del sedile e la pedaliera ben allineata. Un “cockpit” che unisce sportività, eleganza e concretezza.
Dal punto di vista tecnico, la Golf di settima generazione è basata sul nuovissimo pianale modulare trasversale del Gruppo Volkswagen, struttura che fa della sicurezza e del contenimento dei pesi la propria bandiera. A questo riguardo la nuova Golf riesce a essere fino a 100 kg più leggera rispetto all’edizione precedente; un risultato con il quale i competitor dovranno misurarsi.
Quanto ai motori, secondo i tecnici di Wolfsburg l’ultima nata è ovviamente più parca nei consumi rispetto alla progenitrice, fino al 23%. In particolare, i modelli di accesso sono accreditati di 4,9 l/100 km (propulsore 1.2 TSI a benzina 86 CV) e 3,8 l/100 km (Diesel 1.6 TDI 105 CV). Più in dettaglio, le motorizzazioni a ciclo otto vertono esclusivamente sulle unità a iniezione diretta turbocompresse TSI, con un ventaglio di potenze che parte dagli 86 CV del 1.2 e culmina nei 140 CV del 1.4 più performante. Dal canto loro i propulsori Diesel, anch’essi con iniezione diretta e turbocompressore, erogano 105 e 150 CV.
Tra i nuovi dispositivi di sicurezza spiccano la frenata anti collisione multipla, il sistema proattivo di protezione degli occupanti, il bloccaggio elettronico del differenziale XDS di serie, la regolazione automatica della distanza (ACC) con Front Assist e funzione di emergenza City. L’elenco comprende pure i dispositivi per il mantenimento della corsia Lane Assist, riconoscimento della stanchezza del guidatore e della segnaletica stradale, il Park Assist di ultima generazione con OPS (visualizzazione a 360°) e la gestione fari Light Assist e Dynamic Light Assist.
A tutto questo si aggiungono inedite dotazioni quali sterzo progressivo (dinamica ottimizzata e maggiore comfort), possibilità di selezionare cinque differenti modalità di guida, freno di stazionamento elettronico, nuovi sedili sportivi ergonomici, sistema di protezione contro gli errori di rifornimento carburante per le versioni Diesel, parabrezza Comfort e dispositivi infotainment di ultimissima generazione.
In conclusione, ancora una volta la Volkswagen Golf si dimostra il benchmark assoluto nel proprio segmento.