Marchionne tuona sul mercato dell’auto
L’AD di Fiat Sergio Marchionne è in questi giorni presso lo stabilimento serbo di Kragujevac dove viene prodotta la nuova Fiat 500L. Nel frattempo auspica chiusure.
Commentando la situazione del mercato europeo dell’auto, Marchionne non ha usato proprio parole negative, ma comunque poco confortanti: parlando dello scenario attuale e commentando le recenti dichiarazioni del Premier Mario Monti e del Ministro dell’Economia Corrado Passera, che hanno parlato di “luce in fondo al tunnel”, Marchionne ha detto che la soluzione della crisi del Gruppo in Italia “Richiederà del tempo. Onestamente sono pessimista sul 2012 e 2013, nel 2014 si vedrà. Ho paura che la luce nel tunnel sia quella di un treno. La luce in fondo al tunnel si vedrà quando i problemi dellUnione Europea verranno risolti in maniera collettiva e non per singoli Paesi”.
Marchionne è dunque seriamente preoccupato della situazione attuale e paventa, da un momento all’altro il crollo del mercato.
Parlando, poi, della situazione serba, il numero uno di FIAT Group ha detto che nonostante i dati negativi del mercato auto europeo “non credo che ridurremo la produzione in Serbia”. Ha poi dichiarato lad Fiat, che ha visitato lo stabilimento serbo di Kragujevac, dove si produce la nuova 500 L. “Probabilmente è la migliore macchina che abbiamo mai fatto e viene prodotta solo in questo stabilimento, che opera quindi su scala globale: dovremo aspettare la fine del 2013 per vedere come è andata”.
Per l’Italia la situazione la prospetta però preoccupante. “È un mese non bello in Italia. Si prevede un -20% rispetto al 2011, mai visto numero così basso in vita mia. Ma è totalmente in linea con le previsioni. Landamento in Italia va esattamente nella direzione opposta rispetto al Brasile e al Nord America che ovviamente sono andati alla grande”. Al di là dell’Atlantico, infatti, Fiat ha segnato, nel mese di agosto, un +34% grazie anche alle consegne della Fiat 500 Cabrio.
Fiat “affitta” Pomigliano alla Mazda? Uno stabilimento a rischio chiusura? – Le voci si rincorrono l’una con l’altra in modo incontrollato, offrendo scenari diametralmente opposti. Sembra che il perdurare della crisi del mercato (-20% ad agosto), potrebbe costringere il Gruppo FIAT a chiudere un altro stabilimento (Termini Imerese ha chiuso lo scorso 25 novembre). Quale sia l’impianto destinato a questo destino non è dato saperlo.
Nelle ultime ore ha iniziato a circolare l’ipotesi che nello stabilimento di Pomigliano d’Arco potrebbe essere prodotta una vettura a marchio Mazda. Tutto comincia da una dichiarazione di Giuseppe Terracciano, segretario generale Fim-Cisl di Napoli. Alla stampa ha dichiarato che “Leventuale scelta dei giapponesi della Mazda di costruire una propria vettura sulle linee dello stabilimento di Pomigliano, sicuramente rappresenta un forte riconoscimento ai lavoratori ed al pragmatismo del “sindacato del fare”, e al management della Fiat”.
Già all’inizio dello scorso luglio una delegazione giapponese ha visitato l’impianto dando sostanza alle parole di Marchionne che aveva parlato di sinergie con altri costruttori internazionali.
Frattanto, però, lo stabilimento si prepara al blocco della produzione (si fermerà dal 24 al 28 settembre e dall1 al 5 ottobre) e al ricorso alla cassa integrazione.
Marchionne e la mancanza di nuovi modelli – Fiat sta andando pesantemente verso il baratro. Vero è che se la situazione della Fiat in Italia riesce a essere anche migliore di quelle di altri marchi, Marchionne potrebbe in un primo momento avere ragione a non proporre novità (Fiat Bravo, Lancia Delta, Alfa Mito, Fiat Punto… auto che, con l’obsolescenza economica che attanaglia le auto di oggi, sono già irrimediabilmente vecchie). A ben guardare la situazione negli altri mercati, però, Marchionne diventa subito colpevole. La classifica di gradimento delle auto del Gruppo negli altri Paesi è scesa ai minimi storici.
Così facendo, Marchionne evita di produrre auto che poi non si venderebbero. Ma corre il rischio di trovarsi irrimediabilmente fuori dal mercato al momento della ripresa. Gli altri non stanno a guardare: spendono, investono, osano! E a Parigi ci sarà da divertirsi. Ma non certo per il Gruppo Fiat!
Alvise Seno
06/09/2012 – 11:29