MotorAge New Generation

Suzuki Auto: 30 anni Anniversario

 Suzuki ha iniziato a costruire autovetture molto prima di quanto la maggior parte delle persone possa immaginare. La società venne fondata nel 1909 da Michio Suzuki nel piccolo villaggio costiero di Hamamatsu in Giappone.

 Suzuki iniziò con la produzione di telai per la tessitura per lenorme mercato giapponese dellindustria della seta. Lunico desiderio di Suzuki era di costruire telai migliori, più pratici e semplici da utilizzare. Per i primi 30 anni dellesistenza della società lunico obbiettivo era lo sviluppo e la produzione di questi complessi macchinari. Ma l’azienda doveva cambiare e iniziò a cercare a produzioni differenti.

 Per esempio pensò che la costruzione di una piccola automobile sarebbe stata la via giusta. Il progetto ebbe inizio nel 1937 ed entro 2 anni vennero realizzati diversi prototipi. Questi primi mezzi erano equipaggiati con un innovativo motore 4 tempi, 4 cilindri raffreddato a liquido.

 Allo scoppiare della seconda guerra mondiale i programmi di Suzuki vennero stroncati quando il governo dichiarò che le auto civili erano “una comodità non essenziale”.

 Ma dopo la fine della guerra il primo sforzo della Suzuki si concretizzò nel campo delle due ruote, dunque nella “PowerFree”, una bicicletta a motore, progettata per essere poco costosa, semplice da costruire e con un motore di 36 cc. Una caratteristica senza precedenti fu il sistema di trasmissione a “doppio dente” che rendeva possibile la pedalata assistita dal motori. Con i sussidi finanziari nacque la “Suzuki Motor Corporation”.

 Le 4×4 – Poi Suzuki creò una automobile di successo: la “Suzulight” del 1955, dotata di trazione anteriore, sospensioni a ruote indipendenti, caratteristiche comuni sulle automobili che vennero decenni dopo. 

 Il primo veicolo fuoristrada costruito dalla Suzuki trae origine da unaltro piccolo offroad giapponese prodotto dalla Hope Motor Company. L HopeStar ON360 iniziò ad essere sviluppato nel 1965 come un 4×4 semplice ed affidabile, spinto da un propulsore di 360 cc da 21 cavalli raffreddato a liquido. La Suzuki acquisì i diritti per la produzione per farne la base del suo primo fuoristrada, lLJ10 (chiamato anche Brute IV o Jimny) che per i problemi di tassazione doveva essere omologato come “mini car” e ciò imponeva una cilindrata massima di 360 cc, una lunghezza massima di 3 metri e larghezza di 1,3 metri.

 Nel 1970 lLJ10 divenne il primo veicolo 4WD giapponese prodotto in massa, con motore Suzuki raffreddato ad aria 2 tempi 2 cilindri di 359 cc. Per rientrare nei 3 metri di lunghezza la ruota di scorta dovette essere posizionata allinterno dellabitacolo a fianco del sedile posteriore, ciò rese la vettura una 3 posti.

 Nel 1972 ecco lLJ20, dotato di raffreddamento a liquido. Con la revisione della legge passò a 550 cc, la lunghezza a 3,2m, il che permise di passare all’LJ50 (Jimny 550/SJ10) con la ruota di scorta spostata sul portellone. Gli LJ50 furono usati anche dai guardia-boschi dellAustralia e Nuova Zelanda.

 Nel 1977 la Suzuki iniziò lesportazione dei suoi 4×4 e con lLJ50 iniziò a produrre l LJ80. Innovazione non da poco fu lintroduzione del primo 4 tempi di Suzuki (797 cc con 42 cavalli, serbatoio da 40 litri, differenziali alzati, carreggiata anteriore aumentata a 119 cm e posteriore a 120 cm, cofano più alto.

 Ma è nel 1982 che nasce quello che sarà il precursore di un vero e proprio fenomeno mondiale (il Samurai): l SJ41, spinto da un 4 cilindri 970 cc, prodotto in diverse varianti tra cui berlina, cabrio, passo lungo, a tetto rialzato e pick-up. Nel 1984 la serie SJ vide un nuovo modello, l SJ413 dotato di motore di 1324 cc da 64 CV, freni a disco anteriori potenziati e interni ridisegnati. Questo veicolo conquistò il primo posto tra le convertibili negli USA e regalò il record di vendite annuali alla Suzuki.

 Le modifiche toccarono quindi balestre e ammortizzatori più morbidi, una barra stabilizzatrice allavantreno, nuovi cerchi e carreggiate allargate

Nel 1988 le voci che preannunciavano la nascita di un nuovo modello Suzuki ebbero la conferma con luscita del Vitara. Questo nuovo mezzo voleva abbracciare una nuova parte del mercato delle 4×4. Era orientato non più a un utilizzo fuoristradistico ma tracciava per primo la strada dei cosiddetti SUV.

 Nel 1998 si fanno sentire le nuove richieste del mercato più agguerrito. Ed ecco arrivare il Jimny, che come naturale erede del Samurai mantiene lidea di un mezzo con dimensioni molto contenute e prestazioni fuoristradistiche di tutto rispetto. La linea si fa più arrotondata, le molle prendono il posto delle balestre pur mantenendo i ponti rigidi, il motore di 1300 cc 16v da 80 CV si affianca a dispositivi elettronici.

 Quasi parallelamente arriva il Grand Vitara, che ora è stato rinnovato nella sua 3° generazione “Evolution“. All’esterno debuttano un nuovo scudo e una nuova calandra con un’inedita griglia frontale, il paraurti con design a “bull bar” integrato nella parte centrale e con nuovi alloggiamenti per i fendinebbia, nuovi cerchi in lega (disponibili a 8 razze da 17” e a 10 razze da 18”), lo spoiler anteriore inferiore in SSPP (Suzuki Super Polipropilene, una speciale resina ecologica che non necessita di verniciatura).

 La gamma motorizzazioni annovera per il tre porte un 1.6 e un 2.4 benzina oltre a un 1.9 DDiS, mentre la versione 5 porte può montare il 1.9 DDiS o un 2.4 benzina, tutti Euro 5 con tecnologie VVT. Importante la trazione 4×4 permanente con differenziale dotato del sistema 4WD, come le sospensioni a ruote indipendenti su entrambi gli assali.

 Grand Vitara Evolution 1.9 DDiS 5 porte è disponibile anche in versione “Evolution+” disponibili entrambe anche in versione Crossover pensato per una maggiore manovrabilità nel trafficati ambienti urbani.

 La versione Evolution+ si caratterizza per gli interni in pelle, il volante in pelle, dettagli in eco radica, fari HID allo Xeno con lavafari e regolazione automatica, tetto apribile (elettrico scorrevole e inclinabile) e cerchi in lega da 18”. La versione 2.4 benzina dispone inoltre del cambio automatico.

 Quanto alle dotazioni di sicurezza, la protezione degli occupanti è affidata al doppio airbag anteriore, laterale e a tendina di serie su tutti i modelli così come l’ABS con distribuzione elettronica della forza frenante EBD, alle barre laterali antintrusione cui si aggiungono il Controllo Elettronico della Stabilità ESP® e il Controllo della Trazione che aiutano a mantenere la corretta traiettoria in curva e la trazione in fuoristrada riducendo lo slittamento delle ruote anteriori e posteriori.

 Come per le precedenti edizioni Grand Vitara Evolution mantiene un elevato livello di comfort a cominciare dall’accesso all’abitacolo di tipo keyless entry così come l’avviamento è keyless start, ad eccezione del 1.6 Benzina. Si tratta di un sistema che permette, grazie ad un piccolo trasmettitore, di entrare nella vettura e di avviare il motore senza la necessità di porre mano alla chiave o al telecomando che può rimanere comodamente in tasca o in borsa.

 I sedili anteriori sono riscaldati per rendere più piacevole l’utilizzo invernale, mentre per combattere il caldo estivo c’è il climatizzatore automatico.

 L’impianto Hi-Fi con lettore CD/DVD+MP3 con comandi al volante retroilluminati e controllo elettronico del volume, consente di ascoltare la musica preferita senza distogliere l’attenzione dalla strada. Disponibile di serie sulle versioni a 5 porte il navigatore satellitare da 6,1” WVGA touch screen con Bluetooth e il Cruise Control con comandi al volante.

Fabrizio Romano
19/10/2012 – 16:31

Exit mobile version