Toyota: i veicoli a idrogeno ai governanti europei
Nell’ambito di un evento svoltosi al Parlamento di Strasburgo per informare i membri del Governo dell’Europa sullo stato delle cose sulla complessa tematica dell’idrogeno per auto, numerosi marchi automobilistici (Daimler, Honda, Hyundai, Intelligent Energy e Opel), hanno illustrato la situazione con i loro risultati sull’argomento.
Toyota ha portato le sue concept FCV-R e FCHV-adv, per dare testimonianza del suo profondo impegno per offrire una valida soluzione a quello che, fino a questo momento, appare come uno scenario molto difficile da realizzare su scala mondiale.
Michel Gardel, Vice Presidente Communications, External and Environment Affairs di Toyota Motor Europe è ottimista sul futuro: “Toyota resta in prima linea da oltre 20 anni nella ricerca di una soluzione sostenibile alla questione dei trasporti, in particolar modo nel settore delle celle a combustibile. Attualmente stiamo lavorando alla commercializzazione, prevista entro il 2015, di un nuovo veicolo equipaggiato con questa tecnologia”.
Questione di Celle – Attualmente il gigante giapponese sta conducendo iniziative in Germania, penisola Scandinava e Regno Unito per incoraggiare l’introduzione sul mercato dei veicoli elettrici con celle a combustibile e stazioni di rifornimento. In Germania ad esempio, le attuali 14 stazioni di rifornimento dovrebbero diventare 50 entro il 2015.
L’idrogeno per l’auto: ancora molti problemi – Di tutte le tecnologie alternative alla benzina oggi disponibile sul mercato, l’idrogeno è, in teoria, la migliore (dai tubi di scarico esce evaporazione acquea pura) ma, purtroppo, la più difficile da attuare, almeno per ora.
Il problema principale è che l’idrogeno non si trova libero in natura ma deve essere ottenuto mediante processo chimico che impiega combustibile fossile, annullando il vantaggio di produrre inquinamento zero.
Va anche osservato che l’idrogeno allo stato gassoso ha un contenuto energetico inferiore rispetto ad altri combustibili. L’idrogeno liquefatto produce più energia ma per essere ottenuto in questo stato serve ulteriore energia.
Ulteriori problemi sono rappresentati dal trasporto e dallo stoccaggio, che richiederebbe un ingente investimento in infrastrutture, non compatibili con quelle attuali.
Alvise Seno
25/10/2012 – 18:03