Ai veri appassionati di Alfa Romeo il “frullare” del motore bicilindrico TwinAir 0.9 cc che alloggia sotto il cofano della MiTo, desterà alcune perplessità. Perché da sempre i propulsori del Marchio milanese, oltre ad essere caratterizzati da soluzioni tecniche avanzate, si distinguono per il loro rombo particolare.
E non stiamo parlando solamente di pietre miliari come il 4 cilindri bialbero interamente in alluminio, il boxer di origini AlfaSud, oppure l’ultimo V6 “Made in Arese”, ma anche dei più moderni Twin Spark 16v, JTS e 1750 TBI nati sotto l’egida Fiat.
Va comunque riconosciuto ai tecnici Alfa di aver fatto il possibile per differenziare sonoramente il TwinAir della MiTo rispetto alla medesima unità che equipaggia Fiat 500, Panda, Lancia Ypsilon e compagnia bella.
Grazie ad un impianto di scarico specifico, infatti, il sound è maggiormente corposo, rotondo e riconoscibile anche se non è minimamente paragonabile alla “sinfonia” dell’Alfa GTV6 mentre sfreccia per le strade di Berlino in Octopussy, lasciandosi alle spalle le BMW 528i.
Altri tempi, verrebbe da dire se non fosse che l’Alfa si appresta a tornare alle supercar con la 4C. Disquisizioni filosofiche a parte, il TwinAir rimane comunque un piccolo gioiello di tecnologia motoristica, come dimostrano il sistema MultiAir per la variazione dell’alzata e della fasatura valvole, la fluidodinamica ottimizzata per il massimo rendimento di combustione e l’albero controrotante di equilibratura. Quest’ultimo un vero e proprio toccasana, poiché scongiura le tipiche vibrazioni originate dall’impostazione bicilindrica che ben ricorda chi ha guidato le storiche Fiat 500 e 126.
Proseguendo nella disanima tecnica, attraverso l’uso di un turbocompressore si ottengono 85 CV di potenza massima e un picco di coppia pari a 145 Nm. In tale caso, la tradizione Alfa Romeo basata su motori con alti valori di potenza e coppia in rapporto alla cilindrata è stata pienamente rispettata. Avremmo preferito però che anche per la MiTo si fosse scelto il TwinAir in versione da 105 CV, visto e considerato che equipaggia la Fiat 500L con alcune interessanti evoluzioni tecniche.
Le prestazioni di litigare il meno possibile con l’immagine del Biscione Visconteo, facendo filtrare nei paragoni i 12”5/10 necessari per accelerare da 0 a 100 km/h e gli oltre 173 km/h di velocità massima.
Sulle strade ricche di curve la MiTo TwinAir è molto divertente da guidare, a patto di tenere il motore oltre i 2.000 giri/min. e quindi apprezzare una spinta corposa e costante. Tenuta di strada, stabilità e maneggevolezza sono comunque da vera Alfa Romeo, grazie ad un assetto messo a punto per ridurre al massimo i moti di cassa, nonché in virtù dell’elettronica in campo.
A questo proposito, selezionando in Dynamic il dispositivo Alfa DNA, entra in azione l’upgrade dell’ESP che svolge la funzione di differenziale autobloccante, si “allentano le briglie” del sistema antipattinaggio e lo sterzo acquisisce maggiore carico. In sintesi, anche nelle curve difficili la MiTo ha un comportamento neutro, privo di sottosterzo e omogeneo tra avantreno e retrotreno.
Tornando a trattare del motore, per merito soprattutto del binomio turbocompressore- MultiAir, le riprese sono assai celeri. In altre parole, quando si effettuano i rilanci in terza marcia tipici degli ingressi in autostrada, la risposta del propulsore è molto più vigorosa rispetto a quella di un’Alfa 147 1.6 Twin Spark 105 CV per intenderci.
Infine, selezionando la funzionalità Natural dell’Alfa DNA, la coppia massima viene limitata a 110 Nm riducendo il consumo di benzina. Peccato che anche le prestazioni subiscano un notevole decremento; e i veri Alfisti magari non gradiranno…