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Fallimento De Tomaso

 Arrestato anche Gian Luca Rossignolo.

 L’operazione che avrebbe dovuto portare alla rinascita della De Tomaso (due siti di produzione a Grugliasco e a Livorno, una gamma completa composta da un SUV, una berlina e dalla nuova Pantera) si è dimostrata ben più di un flop clamoroso (ben oltre gli sbagli iniziali di un nuovo logo per il marchio e la nuova Deauville, presentata a Ginevra 2009, auto eufemisticamente poco attraente).

 Dopo la dichiarazione di fallimento (6 luglio 2012) e l’arresto di Gian Mauro Rossignolo (12 luglio), al quale sono stati concessi i domiciliari, è ora la volta di uno dei due figli.

 Gian Luca Rossignolo, amministratore della società, è stato arrestato dalla Guardia di Finanza di Torino con la stessa accusa rivolta al padre: truffa ai danni dello Stato. Nella fattispecie alla famiglia viene contestato l’indebito ricevimento di un finanziamento pubblico di 7,5 milioni di euro che la De Tomaso avrebbe dovuto utilizzare per corsi di formazione per la riqualificazione del personale aziendale. Ma che nella realtà non sono mai avvenuti.

 Secondo l’accusa, per ottenere i contributi pubblici, i Rossignolo avrebbero architettato una fideiussione poi rivelatasi falsa. Gian Luca Rossignolo avrebbe avuto un ruolo di primo piano nell’ottenimento della falsa polizza fideiussoria.

 Non solo. Questi avrebbe anche intascato parte del denaro che la De Tomaso versò al consulente bergamasco Christian Limonta, implicato nell’operazione e arrestato lo scorso luglio. Sebbene il denaro fosse stato apparentemente pagato come compenso, Gian Luca Rossignolo, utilizzando il conto corrente della madre della sua convivente, si è quindi fatto riaccreditare il denaro sul suo conto e su quello della figlia.

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