Sono passati quasi dieci anni dalle prime intenzioni di costituire un polo sportivo tra Alfa Romeo e Maserati, sfruttando le buone sinergie di gruppo.
Il primo frutto tangibile è stata l’Alfa 8C, un discreto esempio di collaborazione tra la Casa di Arese e il Tridente di Modena. Tale supercar, realizzata in versione coupé (denominata Competizione) e Spider, sembrava essere però l’unico esempio di questa partnership, tant’è che l’Alfa Romeo si avviava a diventare niente più di un costruttore generalista d’impronta sportiveggiante.
Experimentazione – Una volontà confermata dalle chiusure dei reparti progettuali e di sperimentazione ad Arese, celebrazioni ufficiali del centenario in sordina e volontà di fare concorrenza a Volkswagen intesa come marchio, magari con una Giulietta bicilindrica a metano. Come dire rinunciare a concorrere con Case premium del calibro di Audi e BMW, oltreché trascurare la grandiosa storia del Biscione Visconteo.
Cuore Mente…? – Evidentemente, complice la gamma ridotta all’osso e la forte considerazione che la Casa milanese vanta oltreoceano (dove di fatto la Fiat ha il cuore e la mente), ci si è resi conto che l’Alfa Romeo andava rilanciata percorrendo la strada del costruttore premium. La prima testimonianza di questa salutare inversione di rotta si è avuta dalla 4C Concept, coupé sportivo la cui produzione della versione definitiva avverrà alla Maserati di Modena.
In sostanza, grazie al nutrito “serbatoio tecnologico dei due mondi”, tornerà (si spera) una grande berlina Alfa Romeo a trazione posteriore con motori che spazierebbero dal 1750 TBI al nuovissimo V6. Quest’ultimo è lo stesso propulsore di Quattroporte e Ghibli con basamento di origini Pentastar, ma ampiamente riprogettato nella parte alta dalla Ferrari, che si incaricherà pure della produzione. Inoltre, la berlina ammiraglia potrebbe chiamarsi Alfetta ed essere realizzata nello stabilimento di Grugliasco a fianco delle Maserati.
A titolo di cronaca – L’ultima ammiraglia di grande successo della Casa di Arese è stata la 164. Primo esempio di Alfa Romeo potente a trazione anteriore, essa nacque dopo milioni di chilometri in collaudi estenuanti e fu anche purtroppo il canto del cigno per lo stabilimento di Arese. Si trattò dell’ultima berlina italiana del Segmento E in grado d’impensierire seriamente concorrenti come Audi, BMW, Mercedes-Benz e perfino Jaguar; la successiva 166 non ebbe il medesimo successo e non stava altrettanto bene in strada. Infine, con la 164 3.0 V6 ,Gianni Marin, giornalista dalla cui scuola proveniamo in molti qui a Motorage, stabilì un record di velocità sul lago salato di Bonneville. Erano i tempi della grande Alfa Romeo, ci auguriamo ripetibili.
Gianmarco Barzan
26/11/2012 – 18:47