Esteticamente ispirata al prototipo MP6, quello che nel dopoguerra diede vita alla prima generazione, la nuova Vespa si rinnova a livello ciclistico e acquisisce l’innovativo tre valvole di 125 cc.
Era il 1946 quando la Piaggio fece nascere dal prototipo MP6 la prima Vespa. E molto probabilmente nessuno alla Casa di Pontedera si aspettava un successo di tale entità, che ha portato, in oltre sessant’anni di vita, a superare i 17 milioni di esemplari venduti in tutto il mondo, con le immatricolazioni triplicate dal 2003 al 2011. E proprio a quel primissimo esemplare, capostipite di tutta la famiglia, si ispira la nuova 946.
“Anima” pregiata – La scocca è realizzata in acciaio saldato ma, per la prima volta nella storia dello scooter italiano, è stata impreziosita da elementi in lega di alluminio, che hanno contribuito a ridurre il peso. Il comparto sospensivo è composto all’anteriore dal braccetto oscillante, uno dei classici stilemi della Vespa, mentre il mono ammortizzatore a gas, con precarico regolabile su quattro posizioni, su questa nuova generazione è montato orizzontalmente, con sistema progressivo a leveraggi. La fanaleria è full Led e la sella, montata su un supporto di alluminio pressofuso, è ricoperta con un tessuto impermeabile.
Tenuta sotto controllo – Le ruote da 12 pollici presentano all’anteriore il doppio disco dell’impianto frenante, completato dal sistema ABS a due canali, il cui intervento è tenuto sotto controllo da una centralina con software specifico. Inoltre, la Vespa 946 è dotata anche dell’innovativo controllo di trazione (ASR), che interviene per prevenire lo slittamento della ruota posteriore, cercando così di offrire miglior trazione.
Cuore nuovo – La 946 è spinta dal noto (ha esordito sulla gamma nel 2012) monocilindrico di 125 cc a quattro tempi e tre valvole, con iniezione elettronica e raffreddato ad aria. Al vertice della categoria con i suoi 8,5 kW a 8.250 giri all’albero e una coppia massima di 10,7 Nm a 6.500 giri, promette anche un importante risparmio alla pompa, con percorrenze medie superiori ai 55 km con un litro e un conseguente abbattimento delle emissioni del 30% rispetto al modello precedente. Un risultato ottenuto grazie al minuzioso lavoro degli ingegneri Piaggio, finalizzato alla riduzione degli attriti e al miglioramento della fluidodinamica. Diminuiscono considerevolmente, infine, anche i costi di gestione, considerando che gli intervalli di manutenzione sono ora programmati a 10.000 chilometri. Restiamo in attesa dei prezzi ufficiali.