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Sergio Marchionne e Mario Monti: la strana coppia

 Sergio Marchionne ha parlato, in una cerimonia allo stabilimento di Melfi, della “nuova strategia” del Gruppo FIAT, incentrata su una nuova serie di investimenti che puntano a fare degli impianti italiani la culla di una vasta gamma di modelli che verranno esportati in tutto il mondo.

 Doppio SUV – Il numero uno di FIAT, confermando gli obbiettivi per il 2013 (che saranno realizzati – ha precisato Marchionne – solo grazie alla vendita all’estero), ha annunciato che a Melfi, con un investimento di 1 miliardo di euro, saranno prodotti due nuovi modelli: la versione SUV della 500, la 500X e una Jeep. Il Presidente di Fiat, John Elkann, non ha mancato di sottolineare che è grazie all’alleanza con Chrysler se oggi sia possibile tutto questo.

 Scambio di onori – Elogiando FIAT (e ricevendo i ringraziamenti del manager italo canadese per “quello che ha fatto per l’Italia in questi mesi”), Mario Monti ha di fatto iniziato la sua campagna elettorale proprio dalla sua visita a Melfi; da qui ha visto incassare un forte appoggio il presidente del consiglio dimissionario.

 Una situazione che appare non chiara. All’evento mancava la FIOM, lo stabilimento non possiede ancora un vero e proprio piano di investimenti, Sergio Marchionne stesso ha utilizzato parole non esattamente corrispondenti alla verità.
Nel dichiarare agli operai presenti “qui nella vostra azienda il linguaggio della verità non è mai mancato”, Marchionne sembra voler negare le polemiche degli ultimi mesi scaturite all’indomani delle richieste, da parte dei vertici del Governo Monti, di voler offrire al Paese e, soprattutto, ai dipendenti, una visione chiara del futuro dell’azienda, mai veramente tracciato dalla presenza di un concreto piano industriale.

 Maurizio Landini, leader della FIOM, è stato infatti perentorio: “Monti ha assunto il modello Marchionne come programma politico per candidarsi alle lezioni. Io inviterei Monti ad andare anche a Termini Imerese o all`Irisbus, dove Fiat sta chiudendo”. In un intervista a Repubblica, Landini ha affermato che Monti ha dimostrato di non essere mai stato un tecnico, un neutro, un salvatore della Patria ma “quello che ha fatto è stato il frutto di una precisa scelta politica, come è stata politica la decisione di andare a Melfi poche ore prima dellannuncio ufficiale”.

 Anche la leader della CGIL, Susanna Camusso, è dello stesso avviso. Se, da un lato, apprezza, la decisione di Marchionne di investire in Italia, dall’altro definisce la visita di Monti un un gigantesco spot elettorale.

Alvise Seno
02/01/2013 – 13:11

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