Ci siamo messi al volante del modello che ha portato una ventata di aria nuova all’interno della gamma Subaru. Con il suo design moderno si colloca a pieno titolo nel segmento dei crossover pur tenendo sempre bene a mente i punti cardine che hanno reso famosa la Casa delle Pleiadi nel mondo : trazione integrale permanente simmetrica e motore boxer. Stiamo parlando (per chi non avesse letto il titolo dell’articolo) dalla Subaru XV che abbiamo provato in versione Bi-Fuel benzina e GPL.
All’interno di un abitacolo dai toni scuri che fa dell’austerità il suo grido di battaglia, ci accomodiamo al posto di guida. Rispetto a una berlina tradizionale ci si siede un po’ più in alto, ma non troppo. Il compromesso sembra indovinato, perché non si fa fatica a prendere posto e ci si può sistemare con le gambe allungate, e le braccia alla giusta distanza dal volante.
Siamo su strada, precisamente su asfalto territorio sul quale la nostra XV mostra un comportamento controverso. Guidando in modo “turistico” le reazioni nei cambi di direzione sono sempre pronte, al pari dell’inserimento in curva agevolato da uno sterzo sufficientemente diretto, progressivo nell’azione e contraddistinto da un servocomando che rappresenta un buon compromesso tra leggerezza in manovra e precisione in velocità. Le cose cambiano però se si forza la mano e si simulano improvvise manovre d’emergenza. Se da un lato la trazione integrale fa in modo che la coppia sia sempre ben scaricata a terra con una progressione omogenea dall’altro la XV tradisce qualche incertezza nei trasferimenti di carico più bruschi.
L’accusa è mossa non al bilanciamento della vettura (aiutato anche dal motore boxer che abbassa il baricentro) quanto per il fatto che il retrotreno è molto sensibile alle manovre più decise, anche a causa del controllo di stabilità che lascia un “certo margine” prima di intervenire. Da segnalare anche la tendenza del muso ad allargare le curve con un accentuato sottosterzo, ma precisiamo che stiamo parlando di una guida al limite. Nella media invece il comfort di marcia che nonostante una taratura delle sospensioni tendente al rigido, non risultano particolarmente secche nell’assorbire le asperità del manto stradale, mentre la rumorosità soprattutto in autostrada resta leggermente “sopra le righe” con qualche fruscio aerodinamico di troppo, ma nulla di grave sia chiaro.
Ma come va il motore a doppia alimentazione? La versione da noi provata che ricordiamo è la 2.0 Bi-Fuel in allestimento Trend si affida a un brillante 4 cilindri boxer in grado di sviluppare 147 Cv e 180 Nm di coppia massima. A trarre invece notevoli benefici da questo tipo di alimentazione è, oltre all’indubbio risparmio al distributore, l’autonomia che grazie ai due serbatoi promette percorrenze fino a 1.450 chilometri. Un ulteriore vantaggio è quello di poter accedere alle sempre più diffuse aree ZTL presenti ormai in quasi tutte le città italiane.
Per contro, al momento di acquistare una Bi-Fuel vanno considerati anche altri fattori che potrebbero annullare questi vantaggi, primo tra tutti il maggior costo (circa 2.000 euro nel caso della XV 2.0i- ES Bi-Fuel Trend) che può essere ammortizzato solo da chi percorre davvero molti chilometri. Bisogna poi mettere in conto che la rete di distruzione del GPL in certe zone del Paese non è ancora del tutto sviluppata e che rispetto ai motori a benzina, il consumo con questo tipo di alimentazione è decisamente superiore, ma questa è un’altra storia.