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MotoGP Olanda – Vale batte un colpo

  A quasi tre anni di distanza dall’ultima vittoria, il “dottore” torna a vincere una gara. I suoi principali antagonisti erano acciaccati, ma dopo tanto si è rivisto quel carattere e quella determinazione che sembrava avere smarrito.

 Che avesse perso la voglia di lottare per vincere erano in molti a pensarlo. D’altronde, era passato troppo tempo dall’ultima affermazione, avventa nel GP della Malesia del 2010. Passi pure per i due anni di buio avuti in Ducati, una moto che, ancora oggi, viaggia nelle retrovie e in sella alla quale nessun pilota (eccetto Stoner) è riuscito a essere competitivo. Ma dopo sei gare, essere saliti sul podio una sola volta in Qatar, alla prima uscita stagionale, cominciava a fare storcere il naso anche a molti suoi tifosi.

 Cambio di marcia – Invece, rieccolo il Dottore. Ancora pronto a trionfare in maniera netta, seppur su una su delle sue piste preferite e con un paio di diretti rivali “acciaccati”. Lorenzo, che era caduto nelle prove del venerdì fratturandosi la clavicola, ha eroicamente corso, ottenendo un ottimo quinto posto; mentre Marquez aveva ancora un paio di dita fratturate, rimediate nei recenti scivoloni. Ciononostante, potrebbe essere che niente avrebbe fermato Valentino questa volta, non si avrà mai il riscontro reale ma: lo si è visto fin dalle qualifiche.

 La voglia di un tempo – Finalmente, dopo lo spegnersi dei semafori si è rivista la sua determinazione (ma anche la regolarità), come per dimostrare che, oggi come un tempo, nonostante l’età e la carriera ricca di vittorie, la voglia di vincere esiste. E così, pronti via, ha saltato Crutchlow e Bradl e si è messo a caccia di Marquez e Pedrosa. Quest’ultimo ha provato a scappare, ma non c’è stato verso, e oltre alla rimonta di Rossi è stato costretto a subire quella del compagno di squadra.

 Valentino poi è andato in fuga, martellando, con la precisione di un orologio svizzero, gli stessi bassissimi tempi sul giro e guadagnandosi quel margine sufficiente a diventare imprendibile.

 Dichiarazioni di… umanità – È stato emozionante vederlo esultare alla fine. Come se non avesse mai vinto, come se i suoi nove titoli mondiali non contassero nulla; come se questa non fosse, come invece è, la sua 106esima vittoria. “Sono contento, ma non abbastanza: devo rivedere la gara due o tre volte prima di capire che ho vinto. Io di dubbi su me come pilota ne ho sempre tanti: ci ho pensato un sacco di volte se sarei stato ancore in grado di vincere e ho avuto anche paura di non poterci riuscire, ma non mi sono mai arreso. E poi – ha aggiunto sorridendo – ho visto che Lorenzo non era lontano e mi sono detto: non posso prendere paga anche questa volta da uno con la clavicola rotta”.

 Mentalità vincente – Alla fine Vale ci ha tenuto anche a ringraziare la Yamaha per la seconda chance concessagli e per la nuova forcella provata a Barcellona e Aragon. Ma soprattutto ha voluto sottolineare che – e forse questa è la chiave – c’è stato un cambio di mentalità da parte sua: “Prima di questa gara partivo per i GP con la speranza di salire sul podio, ma da settimana scorsa ho pensato che bisogna venire alle gare per provarle a vincere. Abbiamo tardato un attimo, ma ci siamo arrivati”. Ecco, questa è la speranza di tutti i suoi tifosi, ma non solo: che Rossi ritrovi la sua mentalità vincente e che torni a divertirsi come un tempo in sella a una moto. Con l’umiltà di ammettere che il tempo passa per tutti e che nessuno è imbattibile, ma senza dimenticarsi che il “dottore” è lui, e che la voglia di vincere non può mai mancare e si deve vedere, senza timori reverenziali. Quella voglia che, alla fine, tutti i “malati” di questo sport pretendono venga “curata”.

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