Il ministro Lupi rilancia sulla proposta, attualmente in discussione alla Camera, che chiede una riduzione dell’importo per i “virtuosi” che pagano entro cinque giorni dalla notifica della contravvenzione
La proposta non è nuova. Una prima idea di modifica a quanto attualmente prescritto dal Codice della Strada era infatti stata avviata dal Governo Monti, che però finì per lasciarla arenare nelle sabbie mobili del dibattito parlamentare. Ora sembra che si voglia fare sul serio, con la nuova proposta avanzata da diversi gruppi parlamentari, in discussione in questi giorni alla Camera, di ridurre del 20% l’importo delle multe a chi le paga subito.
Entrate sicure. A sorpresa, il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Maurizio Lupi, nel corso di un’audizione alla Camera sul cosiddetto “decreto del fare”, ha rilanciato, sostenendo che non solo il Governo è d’accordo, “ma crede che l’ideale sarebbe salire al 30%”. Anche perché, tra i numerosi contenziosi aperti e coloro che non pagano, alla fine l’approvazione di questa legge porterebbe entrate sicure nelle casse dello Stato. La proposta, inoltre, prevede la possibilità di pagamento delle sanzioni anche online e la notifica dei verbali tramite posta elettronica certificata.
Contro il “caro sanzioni”. Nelle premesse di questo intervento normativo si legge chiaramente che l’intenzione è anche quella di affiancare all’inasprimento delle sanzioni operato negli ultimi anni, “una disposizione che contenga un incentivo a comportamenti virtuosi, qual è appunto il pagamento della sanzione in tempi rapidi”. L’effetto di deterrente che una sanzione ha nei confronti della sicurezza stradale è infatti pari, non tanto alla sua entità, quanto alla sua certezza. E secondo lo stesso Lupi, “l’introduzione della misura, eviterebbe i contenziosi e sarebbe un segnale con funzionalità educativa: tu non hai rispettato il codice della strada, paghi la tua multa ma senza vessazioni”. La proposta sembra interessante ed è già attiva con successo in altri Paesi europei come la Spagna. Non resta che attendere il normale (qui da noi lentissimo) corso dell’iter normativo.