Per molti, per noi esseri umani “normali” ma anche per persone più in vista e quasi sempre sotto le luci della ribalta, diventano un mezzo per esibirsi ma anche per rivelare lati nascosti e più umani. E così molti in questi giorni sono rimasti sconcertati per un tweet lanciato da Lewis Hamilton il 21 agosto, in cui il pilota inglese, che oggi scatterà dalla pole nel GP del Belgio, comunicava ai suoi followers che il suo amatissimo bulldog Roscoe (che lo segue ai GP e gira nel paddock munito di regolare pass, rilasciato dal boss della F1 in persona, Bernie Ecclestone, che in Australia si era persino simpaticamente offerto come dog-sitter quando il pilota era in pista) è affetto da una grave polmonite e da qualche giorno è ricoverato presso uno studio veterinario. La cosa che ha scandalizzato molti è che Lewis abbia chiuso il suo tweet chiedendo una preghiera per il suo “little buddy”.
Molto rumore, quindi, attorno a un cane, che non rompe le scatole a nessuno. E sorprende che uno dei grandi della F1 perda tempo ad attaccare Hamilton per Roscoe, quando potrebbe parlare delle sue doti in pista… o del suo lato umano. Ma forse non è Roscoe a rompere le scatole, bensì il suo padrone…
P.S.: tanto per essere chiari, se mai ci fosse il solito criticone in agguato, chi scrive non è un’animalista a tutti i costi. Ma “solo” una persona che apprezza la sensibilità. E tifa per la guarigione di Roscoe…