Audi A8-S8 – Non solo restyling
Le competitor della Audi A8 sono agguerrite, basti pensare alla nuova Mercedes-Benz Classe S che dopo la A8 si fa termine di paragone tra le luxury sedan cattive con cui creare un feeling.
Tant’è che l’ammiraglia dei quattro anelli si presenta rinnovata al Salone di Francoforte. Tra gli interventi più importanti figura l’allungamento del passo di 13 cm della A8L (quella allungata), per un’abitabilità posteriore ancor superiore. Fattore quest’ultimo apprezzato dal mercato cinese, ormai ricettivo in termini di top car.
Continuità stilistica – La linea della Audi A8 non è stata affatto stravolta, dimostrandosi ancora un mirabile esempio di finalizzazione allo scopo.
Si trovano nuovi gruppi ottici posteriori vagamente ispirati a quelli della R8, mentre i fari anteriori offrono la tecnologia opzionale Matrix LED. Quest’ultima si basa su 25 diodi individuali, in grado di autoregolare il fascio luminoso secondo le situazioni contingenti, come ad esempio la presenza di altri veicoli in senso contrario. Inoltre, il sistema può “dialogare” con il navigatore Plus, affinando in anticipo la luce a seconda del percorso; chiamiamola soluzione predittiva.
Poi la Audi A8 sfoggia un nuovo cofano motore più slanciato e leggere modifiche alla griglia Single Frame, mentre la gamma colori per la carrozzeria si basa su 12 tinte.
Interni – spazio al godimento – L’abitacolo della Audi A8 coniuga, come d’abitudine, aspetti nei quali spazio ed eleganza fanno da contraltare al piacere proprio. Tra gli optional più qualificanti figurano la funzione di ventilazione e massaggio ai sedili anteriori, nonché i due sedili individuali posteriori disponibili sia per la A8 a passo corto sia per la L. Le possibilità di personalizzazione sono talmente tante che difficilmente ci sarà un esemplare uguale all’altro. La scelta dei rivestimenti comprende raffinati pellami, finiture pregiate e vasti abbinamenti.
A ciascuno il suo – Per la scelta delle motorizzazioni, la Audi A8 propone di norma due unità a benzina e due diesel. Si tratta del V6 3.0 TFSI con compressore volumetrico (310 CV), al quale si affianca il V8 twin turbo 4.0 TFSI, mentre per i propulsori a gasolio si sceglie tra il V6 3.0 TDI clean diesel (258 CV) e il V8 4.2 TDI clean diesel (385 CV). Impressionanti le prestazioni della A8 4.0 TFSI che, grazie anche alla trazione integrale quattro, ferma il cronometro a 4”5/10 nello scatto 0-100 km/h. Inoltre, il suddetto motore ha il sistema COD che esclude una bancata di cilindri ai bassi regimi e ha i carichi parziali dell’acceleratore; beneficio del risparmio di carburante e dell’ambiente. Infatti tutte le versioni soddisfano la normativa antinquinamento Euro 6.
Patrimonio di ognuna è il cambio automatico Tiptronic a 8 rapporti, nonché la trazione integrale quattro.
Da quattro a dodici – Le propulsioni top, che seguono un discorso a parte, spaziano dal 4 cilindri 2.0 TFSI della A8 hybrid al W12 6.3 della versione di massimo prestigio. La A8 hybrid combina il 4 cilindri a iniezione diretta di benzina turbo con plus di motore elettrico, offrendo la potenza di sistema di 245 CV. Grazie alla sinergia tra le due unità propulsive, il consumo medio nel ciclo combinato è di 6,3 litri per 100 km, pari a 147 g/km di CO2.
Salendo di categoria troviamo la S8 che, come suggerisce il nome, è la più sportiva in gamma. Il suo V8 4.0 TFSI da 520 CV “catapulta” la vettura da 0 a 100 km/h in 4”2/10, ma è anche capace di contenere il consumo medio (secondo dichiarazioni) in 10,1 litri per 100 km nel ciclo combinato. Difficile resistere nel “chiamare a raccolta tutta la cavalleria”, visto che la maneggevolezza derivante dal contenimento dei pesi e dalla preponderanza di trazione al retrotreno aiutano ulteriormente.
Passando alla A8 L W12 quattro, questa è la versione esagerata dell’ammiraglia Audi e il suo motore 12 cilindri a W (frazionamento più unico che raro) sviluppa 500 CV. In questo caso il consumo medio nel ciclo combinato omologa 11,7 litri per 100 km, pari a 270 g/km di CO2. Ritorniamo qui ai vantaggi del sistema COD, che ai carichi parziali dell’ acceleratore e ai bassi regimi aziona solo una bancata di cilindri. Poi basta accelerare con maggior decisione e il W12 si risveglia come un capitano d’industria.
Gianmarco Barzan
26/08/2013 – 16:35