Vettel domina, Alonso fa il leone
Vincere a Monza ha sempre un sapore speciale, lo dicono tutti i piloti, da sempre. Il circuito più veloce dell’anno, dove si corre con il carico aerodinamico al minimo, la macchina leggerissima, che scivola da tutte le parti. Qui è tutta questione di abilità, dei tecnici e di chi guida. Storicamente la Red Bull non era mai stata forte in Italia e così, fin dalla vigilia Vettel e i suoi erano cauti. E infatti hanno dominato, col tedesco in pole e Webber al fianco, e le Ferrari di Massa e Alonso 4° e 5°, un risultato positivo, perché da tante, troppe gare, la F138 non partiva dietro l’alettone di una RRB e completato dal fatto che le due Lotus e la Mercedes di Hamilton erano fuori dalla top 10. Sabato di sport, ma anche di polemiche, per quella frase via radio in Q3. La strategia prevedeva, secondo voci fondate, che entrambi sfruttassero la scia di Rosberg, che però era dietro. Da lì la frase: “Quindi c’è da farlo passare… veramente siete dei scemi… mamma mia, ragazzi!”. Ma il giallo (ridicolo) è stato: ha detto davvero “scemi” o “geni”, come ha poi sostenuto lo spagnolo? Dettaglio, visto che cambia il termine ma non il senso. E, a quanto ci è stato detto, i team radio sono spesso ben più pesanti, in tutti i team. Ma, come nella vita, chi non sbotta ogni tanto?
La pioggia prevista per il GP si è presentata poco prima del via e verso le 17,30. In mezzo, sull’asciutto, il dominio di Vettel, 53 giri che sono stati quasi una passeggiata per il 26enne tre volte Campione, che allunga sempre più le mani sul quarto Titolo (“Cerco di non pensarci”, ci ha detto, in modo molto umano, quasi non riuscisse a crederci neppure lui). Scattato in testa al via, ha perso il comando solo dopo l’unica sosta, cedendolo temporaneamente ad Alonso, rientrato dopo il suo pitstop nel giro 27 (4 dopo Sebastian, forse uno di troppo, ma non sarebbe cambiato nulla) al secondo posto, mantenuto fino al traguardo. Ha gestito il tutto con maestria, anche quando il team gli ha detto che c’era un problema al cambio: e lui, freddo, ha semplicemente controllato il gap con Alonso negli ultimi 10-15 giri, pur non sapendo la gravità del problema, chiudendo comunque con oltre 5 secondi di vantaggio. Terzo, a completare il successo RBR, Mark Webber, per la prima volta sul podio “spaziale” di Monza, un’emozione presa per la coda, visto che a fine stagione lascerà la F1 per correre con le ruote coperte a Le Mans con Porsche. “Ho scelto io di farlo, non pensate che vada in pensione, continuerò a correre, a smettere non ci penso proprio”, ha detto sorridendo. Un peccato per la F1 perché, se è vero che forse non ha il carisma del leader, ha capacità e carattere, che in RBR hanno stoppato sul nascere, per puntare su un solo uomo.
Dietro il trio vincente, Massa (il cui futuro si deciderà in settimana, ma lui si dice tranquillo anche se la sensazione, a pelle, è che difficilmente nel 2014 lo vedremo in rosso… ma mai dire mai!), Hulkenberg (che ha portato a casa 10 punti, più di quanti la Sauber ne avesse conquistati da inizio stagione), Rosberg, Ricciardo, Grosjean, Hamilton e Button.
Fuori dalla zona punti Raikkonen, sotto i riflettori per tutto il weekend per le voci che lo danno come sostituto di Massa in Ferrari. E proprio Lewis e Kimi meritano un plauso: partivano come favoriti, non sono entrati in Q3 ma non hanno mollato, con l’inglese che nelle fasi finali è balzato dalla 12° alla 9° posizione, divorandosi Raikkonen, Perez e Button e facendo il giro più veloce. Sfortuna invece per il finlandese, la cui strategia di rimonta è “saltata” al via, quando ha tamponato la McLaren di Perez ed è stato costretto a rientrare per sostituire il muso, ma ha comunque dato il massimo, viste le condizioni.
Con 7 GP ancora da disputare e alla vigilia della trasferta asiatica (da sempre favorevole alla RRB), con la 6° vittoria stagionale (la 32° in carriera) Vettel allunga e porta il vantaggio su Alonso a 53 punti. Sul tavolo ce ne sono ancora molti e tutto è possibile, per chiunque. Solo Hamilton ieri si è detto fuori dalla lotta per il Titolo. Come ha detto Domenicali, “Dobbiamo solo essere lì e, sportivamente parlando, sperare che possa succedere qualcosa ai nostri avversari. Purtroppo stiamo pagando in modo pesante il black-out del mese di luglio, ma non molleremo di una virgola”. Concetto ribadito da Alonso, che continuerà a lottare come un leone finché ci sarà una sola possibilità.
La speranza, come si dice è l’ultima a morire.
Come ha fatto a Monza. E, come gli ha detto ieri il suo ingegnere Andrea Stella via radio “più che lottare come leoni non si può fare”. E il pubblico di Monza, che ha invaso il rettilineo, ha testimoniato tutto il supporto ad Alonso, gridando il suo nome. Una sola nota stonata nella grande festa del podio: i fischi ai due piloti RBR, che meritavano comunque di essere festeggiati per la gara, anche da quegli pseudo-tifosi che dovrebbero andare a lezione di sport.
Redazione MOTORAGE
09/09/2013 – 16:40