MotoGP di Misano
Lorenzo domina, Valentino ancora a caccia di alibi.
La gara sul circuito italiano si conclude con la vittoria del Maiorchino davanti alle due Honda. Vale chiude ancora al quarto posto, nonostante partisse dalla prima fila e corresse sulla pista di casa.
Basta leggere qualche commento sulla sua pagina Facebook o ripensare al sorriso tirato dei tifosi sulle tribune del circuito di Misano, per capire quale sia l’umore dei fan di Valentino Rossi, il giorno dopo l’ennesimo quarto posto ottenuto in gara. E pensare che le cose per lui si erano messe bene fin dalle libere del venerdì, con pochi centesimi a separarlo dai primi. Poi le qualifiche con l’ottimo terzo posto erano sembrati a tutti il preludio per una domenica da protagonista, per tornare, finalmente, a salire sul podio.
La cronaca – Invece, si è riproposto il copione di due settimane fa a Silverstone. Rossi scatta bene al via, solo in parte rallentato da Espargarò (penalizzato poi da un “ride trough” per partenza anticipata) e poi si lancia subito all’inseguimento dei primi. Lorenzo, schizzato come una molla marziana dalla pole, fa gara a sé prendendosi già un margine di due secondi nei primi quattro giri. Dietro di lui, la lotta fra le Honda favorisce Valentino, che passa Marquez (finito lungo nel tentativo di passare Pedrosa) e si getta all’inseguimento di Daniel. Ma la sua gara, purtroppo, finisce qui. Marc risale come un fulmine, lo passa senza tanti complimenti e poi svernicia anche il compagno di squadra, che prova a resistere per un po’, ma invano. Alla fine il podio è composto dalla Yamaha di Lorenzo, davanti alle Honda ufficiali di Marquez e Pedrosa.
I commenti – Fino a metà stagione sentivamo Valentino lamentarsi perché nella prima frazione di gara non era competitivo, riuscendo a girare sui tempi dei primi solo nella seconda parte, quando ormai era impossibile rimontare. Ora che le qualifiche e la partenza sembrano a posto, il pesarese afferma il contrario: “Qui abbiamo utilizzato un assetto differente, che ci ha fatto essere veloci nella prima parte della gara. Adesso dobbiamo lavorare sulla seconda: i tre davanti sono più costanti”. E quindi? Cambiando l’ordine degli addendi, il risultato non cambia: fa sempre quarto (se non peggio). Sulla pista di casa e partito dalla prima fila, Rossi non ha scuse: doveva salire sul podio e dimostrare a tutti che non era “finito”. Con un compagno di squadra fenomenale con la sua stessa moto e le due Honda sempre un passo davanti a lui c’è poco da recriminare: Vale non ci mette più del suo. Fa la sua gara, va forte come un qualsiasi buon pilota, ma è appena una spanna sopra ai piloti dei team satellite. Che siano stati i due anni di Ducati ad arrugginirlo poco importa. Non si possono più sentire frasi del tipo: “Ancora non guido la moto come dovrei”, con suo padre dagli studi di “Fuori giri” che cerca di giustificarlo: “Quest’anno è come se Valentino fosse sempre una wild card e il 2013 gli stia servendo per preparare il 2014”… Avesse 20 anni e poca esperienza questo discorso ci starebbe anche. A trentaquattro e dopo nove titoli mondiali, queste scuse non reggono più. E, anzi, cominciano un po’ a infastidire. Nessuno vuole che si ritiri, non ancora almeno. Ma dovrebbe iniziare a guardare in faccia alla realtà ed essere più sincero con i suoi tifosi e, forse, anche con se stesso.
André Rossi
16/09/2013 – 16:08