Brasile – Ultimo atto e ultima vittoria per Seb
Interlagos chiude il Campionato del Mondo 2013 con la nona vittoria consecutiva di Sebastian Vettel (che eguaglia anche i 13 successi stagionali di Schumacher nel 2004) e una doppietta (la quarta 2013) del team dominatore assoluto, la RBR, con Mark Webber che chiude la sua carriera in F1 con un meritatissimo 2° posto. Sul podio, “best of the rest” Fernando Alonso, che ha riportato la Ferrari su quel podio che mancava da Singapore. Per lo spagnolo, si tratta dell’8° in Brasile, dove però non ha mai vinto. E si sa che, quando le cose non devono girare, non c’è niente da fare: dopo un venerdì e un sabato sotto il diluvio, oggi la minaccia di pioggia non si è materializzata, se non sotto forma lieve, e quindi nessun colpo di scena.
Se Vettel ha vinto, almeno qualche imprevisto in più del solito l’ha avuto, a partire dal via quando, scattato male, è stato passato da Rosberg, che è stato leader fino alla fine del primo giro. Stesso destino, nello stesso momento, per Lewis Hamilton sulla seconda Mercedes, superato da Alonso e subito dopo anche da Webber, partito poi all’inseguimento di Fernando, che è riuscito a passare nel 13° giro. Seconda posizione che Mark ha riceduto solo nel primo pitstop, quando i meccanici hanno avuto un problema con la posteriore destra, ma che si è ripreso due giri dopo. Altro problema al pitstop (oggi evidentemente gli uomini RBR si sentivano già in vacanza…) ma questa volta per Vettel in occasione della seconda sosta, quando mancava l’anteriore sinistra (a quanto sembra al box aspettavano prima Webber e da qui la confusione). L’incidente ha dimezzato il vantaggio del tedesco, portandolo a 6 secondi dal compagno di squadra.
Certo, se fosse arrivata la pioggia forse a qualche dramma in più avremmo assistito, ma gli ultimi 20 giri non sono stati un problema per il trio di testa. Chi invece ci metterà un po’ a smaltire la rabbia sono Hamilton e Massa, in lotta per il 4° posto fino al drive-through inflitto al brasiliano per aver superato con tutte e quattro le ruote la linea bianca dell’ingresso della pitlane (cosa assolutamente esagerata, visto che la manovra, oltretutto, non ha causato pericolo a nessuno e non ha portato vantaggi in termini di tempo). Poco dopo stessa sorte è toccata ad Hamilton per aver causato la collisione con la Williams di Valtteri Bottas prima della Descida do Lago. Cosa anche questa piuttosto opinabile, visto che alla sua destra Bottas aveva ancora spazio e quindi avrebbe almeno potuto tentare di evitare l’impatto.
Ad approfittare delle penalità dei due è stata la McLaren di Jenson Button, 4°, miglior risultato in un 2013 da dimenticare, con Sergio Perez 6°, dopo essere partito 19° (aveva infatti perso 5 posizioni in griglia per la sostituzione del cambio). Quinto Nico Rosberg, con Felipe Massa che chiude la sua storia in Ferrari 7°. A chiudere la top 10, la Sauber di Nico Hulkenberg (che nel 2014 correrà con la Force India), la Mercedes di Hamilton e la Toro Rosso di Daniel Ricciardo, riuscito a tenere a bada Paul di Resta, Esteban Gutierrez e Adrian Sutil.
La classifica finale si traduce nel secondo posto nel Costruttori per la Mercedes, che chiude a 360 punti contro i 354 della Ferrari. Che non ha dovuto guardarsi dalla Lotus, visto il ritiro di Romain Grosjean (quando era 8°) nel secondo giro per il cedimento del motore e la seconda gara da dimenticare per Heikki Kovalainen, 14°, ma scivolato fino alla 18° posizione nel primo giro. Per fortuna la Lotus aveva deciso di puntare su un pilota esperto per sostituire Raikkonen negli ultimi due GP, preferendo il finlandese al terzo pilota Davide Valsecchi. Ma l’avevamo detto prima della decisione e lo ribadiamo alla luce dei fatti: meglio così, Davide, l’errore e la figura davanti al mondo l’hanno fatta loro…
Nella lotta tra i piccoli team, la Marussia ha battuto la Caterham nel Costruttori. Qui a Interlagos, la Caterham era sempre stata più veloce, ma la penalità inflitta a Giedo van der Garde per aver ignorato le bandiere blu e il ritiro di Charles Pic per il cedimento della sospensione, hanno permesso a Jules Bianchi di portare il suo team a questo successo, molto importante dal punto di vista economico per la spartizione dei diritti TV.
Che altro dire di Vettel e di questa stagione? Beh, era impossibile ma se avesse ceduto la vittoria a Webber sarebbe davvero entrato nella storia (almeno gli ha dato la precedenza nelle interviste sul podio). Il suo palmarès indica 39 vittorie in carriera, 11 podii consecutivi, ma fare quel gesto sarebbe valso più di 10 Titoli. Inguaribili romantici? Ebbene sì… Ma Mark Webber se ne va comunque a testa alta, con 215 GP disputati, 9 vittorie e 42 podii, 13 pole e 1.047,5 punti. E ce la ricorderemo questa uscita di scena, per il casco e il sottocasco tolti nel giro di rientro, la commozione e la compostezza all’arrivo nel parco chiuso e anche per… lo scivolone sul podio! Una carriera che si chiude dopo 11 stagioni come era cominciata, a punti, una cosa che pochi possono vantare.
Se i piloti andranno in vacanza, per gli ingegneri e i tecnici il lavoro prosegue e si intensifica. Niente più lavoro in pista fino ai test invernali, ma dietro le porte chiuse delle factory, nelle gallerie del vento, ai simulatori, per preparare la stagione della rivoluzione regolamentare. A proposito di regole, non sarebbe male se, tra le mille cose che vengono decise ai vertici dello sport, venisse revisionata anche la questione dei commissari: non se ne può più! Se tra di loro dev’esserci giustamente un pilota, per giudicare il comportamento in pista dei piloti, ebbene che sia un pilota e che sappia cosa sono le corse e la F1 oggi e non negli anni 80 o 90… A tutto c’è un limite e in tutte le cose occorre buon senso: qui ci si può aspettare di tutto, anche che oggi vengano date multe a Vettel per i burn-out (anche se ormai è ripetitivo, il ragazzo…), a Massa per i tentativi (mal riusciti) di emulare il tedesco e a Webber per essersi tolto il casco. Vi sorprendereste? Noi no…