Impressioni di guida
Con 184 KW, pari a 250 CV, la Maserati Ghibli 3.0 V6 Diesel depotenziata ha l’innegabile vantaggio di non incorrere nel superbollo. Il tutto, mantenendo prestazioni all’altezza del Tridente, come dimostrano l’accelerazione 0-100 km/h in 6”7/10 e la velocità massima di 240 km/h. Valori ancor più rimarchevoli considerando come il peso in ordine di marcia sfiori le due tonnellate.
Un motore all’altezza del compito
“Cuore pulsante” della Ghibli alimentata a gasolio è il turbodiesel V6 2.987 cc, prodotto dalla VM Motori su specifiche Maserati. Specifiche riguardanti principalmente l’iniezione diretta Common Rail con pressione di 2000 bar, nonché iniettori con dwell time ridotto. Caratteristica, questa, foriera di iniezioni sequenziali multiple a pieno beneficio di alte prestazioni, reattività e contenimento delle emissioni. Non manca il sistema Start-Stop, mentre la tipica sonorità dei propulsori Diesel viene fortemente mitigata dal Maserati Active Sound. In dettaglio, due attuatori acustici (installati vicino ai quattro tubi di scarico) accentuano i toni più distintivi del motore, modulandoli in base ai setup di guida. In sostanza, quando il pilota preme il pulsante Sport sul tunnel centrale, il sound diventa ancora più intenso ed emozionante ricordando a tratti un V8 a benzina.
Regolata al millimetro la posizione del volante, abbassato al massimo il piano di seduta e allacciata la cintura, ha inizio il nostro viaggio con la Maserati Ghibli Diesel. Azioniamo il programma Auto Normal del cambio, l’eccellente automatico 8 marce di produzione ZF, e la berlina del Tridente dimostra un’elasticità di marcia notevole. Ben presto, però, non resistiamo alla tentazione di scatenare tutta la potenza a disposizione e passiamo direttamente al programma Man
ual Sport. In questo caso il pilota può cambiare marcia tramite la leva centrale (con layout corretto a tirare per salire di rapporto e a spingere per scalare), oppure mediante i paddle. Questi ultimi sono fissi al piantone, risultando quindi molto pratici qualora si debba ruotare il volante oltre i 90°. Inoltre, con la funzionalità Manual Sport vengono inibiti sia la scalata che il passaggio al rapporto superiore automatici. In sostanza, tale cambio si accorda perfettamente con il carattere del motore, il quale dimostra una spinta vigorosa e costante dai regimi appena oltre il minimo fino a 5.000 giri/min..
Cominciano le curve difficili ed è lì che ti rendi conto del carattere della Ghibli. La trazione posteriore, le raffinate sospensioni anteriori a quadrilateri deformabili e posteriori multilink a 5 leve, il differenziale autobloccante meccanico, nonché lo sterzo servoassistito idraulicamente, rendono gli inserimenti in curva netti e precisi e le traiettorie vengono disegnate magistralmente lungo tutto l’arco della percorrenza. Il sottosterzo, ossia la tendenza dell’avantreno ad allargare la traiettoria impostata, è un vocabolo totalmente sconosciuto alla Ghibli contribuendo pertanto ad innalzare le doti di handling. La maneggevolezza, infatti, è semplicemente straordinaria e non trova riscontro in nessuna delle concorrenti, ovvero le varie BMW Serie 5 e Jaguar XF. Da notare, inoltre, che il comportamento su strada viene perfezionato ulteriormente optando per gli ammortizzatori a controllo elettronico Skyhook.
Destinata ai lunghi viaggi
Non è solo il propulsore Diesel a suggerire la vocazione “mangia chilometri” della Maserati Ghibli a gasolio, ma lo sono anche il comfort di marcia (la silenziosità è notevole e le sospensioni non troppo rigide) e l’abitabilità. In particolare, quest’ultima non è ovviamente ai livelli da limousine della Quattroporte, ma si dimostra eccellente per quattro persone. L’eventuale terzo passeggero centrale, infatti, è un po’ sacrificato in larghezza. Quanto al bagagliaio, la capienza è di ben 500 litri.
Come abbiamo appurato anche la scorsa estate, la Maserati Ghibli soddisfa i criteri qualitativi più severi che è lecito aspettarsi da berline di prestigio del genere. In particolare, la verniciatura della carrozzeria è ben stesa e non presenta anti estetici effetti “a buccia d’arancia”, mentre gli accoppiamenti tra le parti sono uniformi e non lasciano spazio a luci eccessive. La massima cura si evince anche nell’abitacolo, dove vi è un vero e proprio trionfo di raffinata pelle e pregiati legni (la scelta è tra radica, rovere a poro aperto ed ebano laccato). Il tutto all’insegna di montaggi impeccabili, persino migliori di certe decantate berline Made in Germany. Difetti? Il pulsante Start/Stop, il devioluci, il comando luci e i tasti degli alzacristalli provengono dalla produzione Chrysler e Jeep. Ma in fondo il carry over da marchi meno blasonati si ferma qui.
Gianmarco Barzan
03/01/2014 – 21:32