Nell’ormai nota intervista rilasciata da Sergio Marchionne a La Repubblica, pubblicata lo scorso 10 gennaio, c’è una frase che pone seri interrogativi sul futuro della Lancia. “Lancia diventerà un marchio soltanto per il mercato italiano, nella linea Y”- dichiara Marchionne. Come dire che il nobile brand torinese assurgerà il ruolo di “nuova Autobianchi”, con tutte le potenziali conseguenze del caso. Che il destino della Lancia fosse incerto non è notizia di oggi, tuttavia fa specie che la frase di Marchionne sia passata praticamente inosservata da molti media.
La strada (senza uscita) dei rebadged – Attualmente la Lancia sopravvive grazie alla Ypsilon, in quando la Delta accusa ormai il peso dei suoi sette anni di vita (senza un vero e proprio restyling), mentre Thema, Grand Voyager e Flavia Cabriolet non fanno certo grandi numeri. Queste ultime tre, infatti, sono vetture Chrysler rimarchiate Lancia, il ché per un brand la cui missione è incentrata sullo stile puramente italiano non rappresenta certo il massimo. Forse la più aderente delle tre americane all’immagine Lancia è la Thema, grazie alla linea raffinata e a un tocco di italianità negli interni e nei motori. Questi ultimi, però, sono esclusivamente 3 litri di cilindrata, in un segmento dove perfino la Jaguar propone un entry level 2.2 D sulla XF. Quanto alla versione a trazione integrale della Thema, preannunciata ufficialmente un paio d’anni fa (la potete vedere in foto), in realtà non è mai arrivata.
Il potenziale c’è ancora? – La Lancia ha rivestito un ruolo di primo piano nella storia dell’automobile. Giova ricordare il primo motore 6 cilindri a V al mondo, nonché la disposizione Transaxle del cambio e la sospensione posteriore a Ponte De Dion sull’Aurelia B20 quarta serie del 1953. Soluzioni, queste ultime, che solamente vent’anni dopo furono riprese dall’Alfa Romeo per l’Alfetta. E che dire dei 6 Mondiali Rally consecutivi conquistati dalla Delta? Certo, tornare ai fasti della Lancia di un tempo è impossibile (come lo è per l’Alfa Romeo). Ma da qui a relegare nei ricordi il Marchio ce ne passa. “Basterebbe” investire in stile italiano, motorizzazioni ibride e soluzioni tecniche raffinate che Lancia farebbe tranquillamente concorrenza a Lexus. Il potenziale c’è tutto e il prestigio di sempre pure.