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Abarth 595 50° Anniversario – Instant classic

130902_AB_595_50Anniversario_04OKK--693x458_mediagallery-pageImpressioni di guida
Motore 1.4 T-Jet da 180 CV, accelerazione 0-100 km/h in meno di 7” e velocità massima di 225 km/h costituiscono le caratteristiche principali dell’Abarth 595 50° Anniversario, un chiaro omaggio alla Fiat Abarth 595 del 1963. La vettura, che si contraddistingue per il bianco opaco della carrozzeria e grafiche specifiche realizzate artigianalmente, verrà prodotta in appena 299 esemplari.

 

Il motore ha carattere
 Il circuito rivela tutta l’anima sportiva dell’Abarth 595. Fin dai primi metri percorsi, appare evidente il carattere molto vivace del propulsore 1.4 T-Jet che, con la bellezza di 180 CV, rappresenta l’evoluzione massima di questo bialbero a quattro valvole per cilindro turbo alimentato. Peccato solamente che una volta raggiunti i 6.000 giri/min. convenga cambiare marcia, poiché insistendo la spinta cala drasticamente. In compenso, nonostante le dimensioni generose del turbocompressore, il ritardo di sovralimentazione è assai contenuto. Quanto al cambio, l’elettroattuato “Abarth Competizione” è piuttosto veloce sia in salita di rapporto che in scalata, ma complessivamente non è all’altezza dei più moderni sistemi a doppia frizione. Inoltre, i paddle di azionamento sono solidali al volante e nelle sterzate oltre i 90°, tutt’altro che infrequenti data la scatola guida non propriamente diretta, si può generare confusione.

L’assetto è il suo “piatto forte” – Grazie agli ammortizzatori specifici, in pista la 595 50° Anniversario appare ancor più convincente rispetto alla normale Abarth 500. Gli inserimenti in curva sono veloci e il rollio in appoggio è limitato; solamente esagerando con l’apertura dell’acceleratore compare il sottosterzo. Fenomeno quest’ultimo che, selezionando il tasto del TTC (l’upgrade dell’ESP che funge da differenziale autobloccante) viene fortemente attenuato. Infine, le staccate al limite sono debitamente assecondate dai freni a disco Brembo da 305 mm con pinza a quattro pistoncini anteriormente, nonché dai dischi pieni posteriori da 240 mm con pinze flottanti monopistoncino. Pregevole il limitato beccheggio, tale da permettere di insistere con il pedale sinistro fino all’ingresso delle curve senza generare scompensi e aiutando l’inserimento. Difetti? Il sedile del pilota è sempre troppo alto, mentre il prezzo di 35.000 € appare un “tantino” esagerato.

Gianmarco Barzan

17/01/2014 – 17:45
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