Stando a indiscrezioni, alla Maserati di Modena sarebbe al lavoro un team snello per realizzare la piattaforma a trazione posteriore e integrale, destinata alle future Alfa Romeo. Tale architettura si chiamerebbe Giorgio, secondo Automotive News, ma non è escluso che gli addetti ai lavori l’abbiano battezzata in realtà Giulia. Questo glorioso nome, infatti, verrebbe riproposto per l’erede della 159 che forse debutterà nel 2015.
Da Arese a Modena – Forse qualcuno si chiederà perché la futura gamma Alfa Romeo venga progettata alla Maserati. La risposta è duplice: da un lato, infatti, si rinnova una collaborazione di successo tra due Case di assoluto prestigio, che ha fruttato nientemeno che le 8C Competizione, 8C Spider e 4C. L’altro lato, invece, è molto meno brillante e riguarda la chiusura avvenuta, quattro anni or sono, del Centro Tecnico e della Sperimentazione Alfa Romeo di Arese (assieme al Centro Stile).
Una decisione che abbiamo criticato più volte (e ancora oggi lo facciamo), perché il rispetto della tradizione Alfa Romeo deve, volenti o nolenti, passare anche attraverso la valorizzazione dei luoghi d’origine. Inoltre, la dismissione dei reparti di Arese potrebbe (il condizionale è d’obbligo) aver contribuito alla fase di stallo del Marchio con il Biscione Visconteo (ai minimi storici in termini di vendite). Tolta la nuova 4C, infatti, (il cui telaio è stato inizialmente progettato in outsourcing) rimangono la MiTo e la Giulietta, risalenti rispettivamente al 2008 e al 2010. A nostro personale avviso, riteniamo comunque positivo il fatto che si sia scelta Maserati come nuova sede di progettazione per le Alfa. Non solo la Casa del Tridente ha le carte in regola per realizzare “purosangue”, ma a capo della piattaforma Giorgio-Giulia ci sarebbe un Alfista di lungo corso.
Sarà un ritorno alle origini? – Forse la piattaforma Giorgio-Giulia sarà il primo atto di modelli Alfa Romeo degni di una gloriosa tradizione, la cui unica esponente attuale in tale senso è la 4C (di cui potete vedere lo “spaccato” della struttura). In sostanza, vetture a trazione posteriore, con sospensioni raffinate e motori dedicati. Al riguardo sono ipotizzabili nuovi propulsori, derivati dal 1750 TBI in alluminio, mentre per le unità top di gamma la collaborazione avverrebbe con Ferrari. In sostanza a Torino (ma sarebbe meglio dire a Detroit) devono aver riconsiderato la mission dell’Alfa Romeo. Non più concetti poco adatti come “less is more”, Marchio generalista e motori bicilindrici, quanto piuttosto il ritorno a un brand premium di forte intonazione sportiva con propulsori esclusivi o condivisi solo ad alto livello. Probabilmente questa è l’ultima occasione per l’Alfa Romeo, che dovrà passare anche attraverso una maggiore considerazione del settore storico, vera e propria “linfa vitale” per il Marchio. Al riguardo sarebbe opportuno riaprire al più presto il Museo Storico di Arese, senza vendere “doppioni” come viene paventato in questo periodo, e considerare questa struttura per quello che è. Uno straordinario strumento d’immagine, imprescindibile se si ha veramente la volontà di rilanciare il Marchio milanese. Chiedetelo pure agli americani se non è così…
Gianmarco Barzan
13/02/2014 – 17:32